Netflix ha bisogno di contenuti che coinvolgano il suo pubblico e facciamo dimenticare le poco apprezzate cancellazioni. Ne ha bisogno e continua a produrre con regolarità nuove serie che possano ambire a ritagliarsi una spazio nei cuori dei suoi tantissimi utenti, non per ultima Lockwood & Co. di cui vi parliamo in questa nostra recensione. Si tratta di una serie Young Adult soprannaturale, quindi in linea con quei contenuti che vanno per la maggiore in piattaforma, che sembrerebbe scritta e prodotta con freddezza e con un'attenzione eccessiva al famigerato algoritmo, ma sorprende per il calore che invece riesce a trasmettere e la capacità di intrattenere negli otto episodi che compongono la prima stagione. Merito del materiale di partenza, ovvero i romanzi di Jonathan Stroud a cui si ispira, o dello showrunner Joe Cornish, che si era già fatto notare nel 2011 per Attack the Block - Invasione aliena? Entrambi, probabilmente, coadiuvati da un cast che risulta credibile nei ruoli di giovani acchiappafantasmi.
Si è visto un fantasma?
Perché di questo alla fine stiamo parlando, di una squadra di adolescenti che si occupano di indagare e affrontare presenze spiritiche. Il mondo di Lockwood & Co. è infatti caratterizzato da un dettaglio significativo in tal senso: quella che possiamo considerare un'invasione di fantasmi. Il mondo immaginato da Stroud è infatti popolato di fantasmi, che possono essere letali per gli esseri umani e richiedono un intervento risolutore da parte di agenzie ben strutturate, basate sulla supervisione di adulti anche se sono poi i più giovani ad andare sul campo. Il motivo è semplice: sono solo i ragazzi a poter percepire le presenze ectoplasmatiche, ognuno con diversi gradi di precisione e specializzazione, sono quindi loro a dover combattere materialmente la minaccia. Tra questi colossi della lotta ai fantasmi c'è però una piccola agenzia in cui trova rifugio la protagonista Lucy Carlyle, accanto al leader Anthony Lockwood e il nerd George Karim, un manipolo di tre ragazzi alle prese con un mistero che può cambiare il corso della storia.
La purezza dello sguardo
C'è un che di poetico nell'idea che siano i più giovani a poter percepire queste minacciose presenze, per poi perdere la loro capacità una volta cresciuti: è la purezza nello sguardo dei più giovani che permette di guardare al mondo per quello che è, senza troppi filtri e infrastrutture. Non è una novità, ma è un concetto che ben si integra nel contesto narrativo immaginato da Stroud e portato su schermo da Joe Cornish. Funziona per come è costruito il racconto, sviluppato in otto episodi che hanno sì qualche calo, ma scivolano via in una visione piacevole, intrigante e non avara di qualche brivido per come le sequenze più tese sono messe in scena. Funziona perché il casting è indovinato, dalla Ruby Stokes già nota per Bridgerton che incarna tormenti e talento di Lucy, alla goffaggine intellettuale di Ali Hadji-Heshmati e il carisma da leader problematico di Cameron Champan nei panni di Anthony Lockwood.
Le 20 migliori serie TV teen da vedere su Netflix
Il mondo di Lockwood & Co., da una società analogica all'approccio alle musiche
Funziona soprattutto perché il mondo in cui si muovono è affascinante, a cominciare dalle suggestioni anni '80/'90 di un mondo parallelo al nostro e fermo alla tecnologia di quegli anni: niente cellulari, niente schermi piatti e computer di ultima generazione, per un gusto retro che aggiunge fascino all'ambientazione e regala calore al racconto. È ugualmente efficace la scelta di non immergere gli spettatori in uno "spiegone" su quanto successo, senza cedere alla tentazione di un prologo o una voce fuori campo invadente. Bastano i titoli di testa, curati con intelligenza e sintesi, con pochi efficaci titoli di giornale che inquadrano quanto successo e danno la base su cui inserire le poche altre informazioni che il racconto ci concederà e permetterà di incastrare nella lore generale.
C'è mistero, tensione, suggestione soprannaturale in Lockwood & Co., il tutto condito da svolte da Young Adult che accennano ma non si lasciano andare alle inevitabili derive sentimentali del genere, almeno in questa prima stagione e in attesa di un eventuale rinnovo che non ci dispiacerebbe, anche perché permetterebbe di affrontare aspetti della mitologia della serie non ancora approfonditi. A dare il giusto sapore al tutto e il perfetto accompagnamento musicale, una colonna sonora che si concede sin dai primi episodi A Forest dei The Cure e attinge alle sonorità dark del periodo, dai Bauhaus a Siouxie and the Banshees, per supportare un racconto e un'ambientazione che si sposano alla perfezione con il loro lavoro.
Conclusioni
Una piacevole sorpresa Lockwood & Co., la nuova serie soprannaturale Netflix di cui vi abbiamo parlato nella nostra recensione. Uno Young Adult che non indugia sulle caratteristiche tipiche del genere e costruisce un racconto intrigante in un'ambientazione suggestiva, un mondo analogico con tecnologia anni '80 e '90 supportato da musiche di stampo dark, da The Cure a Bauhaus. Efficace anche il cast capitanato da Ruby Stokes, che riesce a mettere in scena insicurezze e tormenti di personaggi giovani alle prese con qualcosa di più grande di loro.
Perché ci piace
- Un cast in parte nel tratteggiare la squadra dei tre protagonisti.
- Il mondo in cui ci si muove, tra suggestioni retro e musiche dark.
- La costruzione del racconto, che scivola via piacevole e intrigante.
Cosa non va
- Il racconto si sfilaccia e perde di forza in un paio di momenti, ma non rovina la visione.