Lioness 2, la recensione: torna la serie di Taylor Sheridan. E mette tutti in discussione

Uno dei (tanti) successi targati Taylor Sheridan su Paramount+ torna con la seconda stagione. E, dai primi episodi, promette spettacolo.

I protagonisti di Lioness in un'immagine promozionale.

Justice is a different agency. My agency doesn't do courtrooms.

Quando si è showrunner consapevoli, si riesce ad inserire in modo furbo ma anche funzionale determinate tematiche e ruoli-tipo in generi ed ambiti finora spettanti al maschio bianco medio americano, target primario delle serie ideate da Taylor Sheridan. Con Lioness, il prolifico autore ha voluto proporre una variazione sul tema in una sorta di erede di Homeland, prendendo spunto dal vero programma militare americano omonimo.

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Nicole Kidman in un primo piano

La strategia? Utilizzare le donne soldato e non gli uomini per infiltrarsi tra le fila femminili dall'altra parte della barricata, quella dei terroristi con le loro mogli, sorelle, fidanzate. Alla fine del ciclo inaugurale si era arrivati ad un importante turning point in tal senso con la morte di un pericoloso venditore di petrolio e "la creazione della prossima generazione di terroristi". Ora è passato qualche tempo.

Lioness 2: la lotta al terrorismo non si ferma

Gli Stati Uniti continuano la loro lotta post-11 settembre nella serie Paramount+, ancora una volta capitanati dal trio del programma segreto della CIA di Joe (Zoe Saldaña), Kaitlyn (Nicole Kidman, anche produttrice con la collega) e Byron (Michael Kelly), insieme al Segretario di Stato (Morgan Freeman). Il punto si vista del racconto è ancora una volta quello femminile, che devono bilanciare l'ingombrante lavoro dei loro mariti e figli.

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Nicole Kidman e Zoe Saldana in scena

"Perché tra tutti i lavori al mondo hai scelto proprio questo?" chiederà una delle figlie a Joe nei primi episodi della stagione 2, visti in anteprima. Una disamina di cosa vuol dire essere un soldato: i sacrifici, le rinunce, le colpe e i meriti, soprattutto attraverso i dialoghi col marito (Dave Annable) che cerca continuamente un nuovo equilibrio con una consorte che è quasi sempre lontano da casa e rischia la vita.

Vecchie leonesse, nuovi volti

Una new entry fa capolino tra le fila (in riga) di Operazione speciale: Lioness 2. Dopo Cruz Manuelos (Laysla De Oliveira) nella prima stagione, questa volta tocca ad una soldatessa (Genesis Rodriguez) figlia di un avvocato dell'immigrazione e nipote di un pericoloso boss del Cartello messicano.

Il tema dell'immigrazione sembra essere proprio quello delle nuove puntate, dato che tutto parte dal rapimento di una senatrice latina che avrebbe provato a portare una nuova legislazione. Politica, realtà e finzione si mescolano quindi nel calderone spionistico che compone il serial, riflettendo sulle contraddizioni odierne e sul rapporto tra i mercati e una tanto decantata terza guerra mondiale.

Operazione Speciale: Lioness, la recensione: un thriller spionistico al femminile

Una missione sempre più pericolosa per la serie spionistica

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Una scena di Lioness 2: al tavolo del Pentagono

La nuova possibile lioness potrebbe essere congedata con disonore come unica copertura possibile per la sua missione oltre il Cartello, per ricordare quanto si sia disposti a perdere per il proprio Paese. C'è retorica guerrafondaia eppure c'è anche estrema sincerità nella scrittura di Taylor Sheridan, che firma sceneggiatura e regia dei primi episodi, alternando un montaggio sincopato ad immagini dei grandi spazi aperti in giro per il mondo che accolgono la squadra in trasferta.

Un gruppo confermato dal ciclo inaugurale con qualche aggiunta, come Jill Wagner, LaMonica Garrett, James Jordan, Austin Hébert, Jonah Wharton, Thad Luckinbill e Hannah Love Lanier. Una regia consapevole e che mantiene incollati gli spettatori con delle sequenze perfettamente orchestrate per mantenere alta la tensione. Nessuno è al sicuro e una nuova lotta ad una minaccia ancora più grande sta per iniziare.

Conclusioni

I primi episodi della seconda stagione di Lioness confermano la bravura di Taylor Sheridan nell'equilibrare azione e storie personali dei protagonisti, mantenendo il punto vista “inedito” del programma segreto al femminile della CIA. Una new entry che promette scintille si aggiunge all’equazione spionistica, in cui non sembra esserci mai un attimo di pace e in cui centrale sarà il confine con il Messico.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • Zoe Saldaña è pazzesca e guida un cast di primo livello.
  • New entry interessanti e una buona dose di scene action.
  • Il tema dell’immigrazione attraverso la lotta al Cartello.

Cosa non va

  • Una certa retorica militarista.