Lino Banfi mattatore, presenta Il Commissario Zagaria

L'attore presenta ai giornalisti la sua nuova creatura, la miniserie targata Mediaset Il Commissario Zagaria, che mescola, sulle orme di altri celebri commissari del teleschermo, il genere poliziesco con la commedia. Durante la conferenza stampa non sono mancati momenti di ilarità, con dichiarazioni che non hanno risparmiato neanche il premier Berlusconi...

Colpisce la capacità di Lino Banfi di reinventarsi, aggiornando i personaggi del passato e rinverdendo una carriera pluridecennale sempre non nuovi successi di pubblico. Dopo essere stato uno degli alfieri della commedia scollacciata degli anni Settanta e Ottanta, Banfi è riuscito a costruirsi una seconda carriera da beniamino delle famiglie di tutta Italia come Nonno Libero di Un medico in famiglia. Adesso torna a un suo vecchio cavallo di battaglia, quello del Brigadiere (adesso promosso Commissario) Pasquale Zagarìa, strizzando al contempo l'occhio alle popolari fiction contemporanee, come quella di Montalbano, che mescolano il genere investigativo con la commedia. Questo è l'intento anche de Il Commissario Zagaria, miniserie in due puntate prodotta da Mediaset e in onda lunedì 12 e martedì 13 settembre su Canale 5, che intreccia delle cruente vicende di mafia con i ben più rassicuranti siparietti comici del protagonista, un uomo dell'ordine dall'atteggiamento decisamente sui generis.
La miniserie è naturalmente costruita su misura del talento da mattatore di Lino Banfi. E mattattore lo è stato anche durante la presentazione della conferenza stampa romana, che ha visto anche la presenza del regista Antonello Grimaldi e del cast principale, composto da Rosanna Banfi, Marco Cocci, Ana Caterina Morariu, Sandro Ghiani e Isabelle Adriani. Ma a dominare per tutto l'incontro con i giornalisti è stato naturalmente Pasquale Zagarìa (vero nome di Banfi), le cui dichiarazioni hanno anche sconfinato dalla serie, per scomodare anche personaggi illustri come Aurelio De Laurentiis e addirittura Silvio Berlusconi...

Da dove è nata l'idea del personaggio del Commissario Zagaria? Lino Banfi: All'inizio non ero molto convinto che il personaggio dovesse essere un commissario, perché di solito nei film sono tutti alti, belli e piacenti, mentre noi attori comici e grassottelli non possiamo generalmente né baciare, né fare all'amore, e nemmeno morire (quest'ultima cosa in particolare non mi dispiace). Ma, dopo aver partecipato a un incontro con Il ministro dell'Interno Maroni e il capo della Polizia Manganelli, ho ottenuto da loro l'autorizzazione a utilizzare la qualifica di commissario.
Inoltre volevo ritornare al personaggio del Brigadiere Pasquale Zagaria, cui sono molto legato, perché è stato il mio primo film da protagonista, che ha ottenuto un grande successo. Anche questa volta sono affiancato dal povero agente De Simone, interpretato sempre dal grande Sandro Ghiani, che continua a sopportarmi dopo tutti questi anni... Per fortuna mi sono trovato bene anche con il regista Antonello Grimaldi, non soltanto perché avevamo le stesse idee artistiche, ma anche perché siamo entrambi delle buone forchette e "ittico-dipendenti"!

Il protagonista della serie sembra possedere alcune similitudini con un altro famoso commissario della televisione, Montalbano. Entrambe le serie posseggono alcuni elementi in comune: vi è una forte attenzione ai luoghi, al cibo locale, nonché all'interazione con personaggi secondari ben delineati. Il riferimento al personaggio di Andrea Camilleri era intenzionale?
Il Commissario Montalbano ha fatto la storia della televisione, anche perché è stato ideato da un grandissimo autore e incarnato da un interprete eccezionale. Il nostro intento non era quello di confrontarci direttamente con la serie realizzata dalla Rai, ma piuttosto di creare un personaggio autonomo, modellato soprattutto sul personaggio originale di Pasquale Zagaria. Detto questo, spero che anche il mio commissario possa ottenere lo stesso successo di pubblico e, chi lo sa, magari in un futuro della serie Montalbano potrebbe incontrare Zagaria... Mi piacerebbe davvero!

Al momento si sta lavorando a una serie del Commissario Zagaria?
La nostra speranza è che questa miniserie in due puntate possa avere un buon successo di pubblico, tale che Il direttore della fiction Mediaset Giancarlo Scheri, qui presente, possa convincersi di proseguire con una serie. Al momento sono già pronte le sceneggiature e si potrebbe dare subito il via alla realizzazione. Mi piacerebbe continuare a impersonare il Commissario Zagaria nel futuro... Certo, ho ormai 75 anni suonati (anche se non si direbbe, perché noi grassottelli ce li portiamo bene). Ma siccome su Internet mi hanno dato per morto già due volte, e dato che si dice che ogni volta che diano l'annuncio della tua dipartita si guadagnino sette anni di vita, direi che potrei interpretare il personaggio per almeno altri quattordici anni!

Il regista Grimaldi può esprimere la sua visione su questo progetto? Antonello Grimaldi: Lavorare insieme a Nino è sempre un onore. La scommessa di questa miniserie è stata di unire la forza comica del suo personaggio con una vera e propria trama da giallo, che affronta anche il tema della criminalità organizzata, e che contenesse anche delle sequenze d'azione tipiche del poliziesco. Per questo motivo è stato necessario inserire, a fare da contraltare al commissario, anche la figura del giovane e dinamico vicequestore Stefano Amato, interpretato da Marco Cocci.

Cocci, come è stato lavorare spalla a spalla con Lino Banfi? Marco Cocci: Visto che Lino in quel periodo era stato operato al menisco, non poteva fare gli inseguimenti. Ed è per questo motivo che sono stato assunto io a fargli da spalla. È vero, però, che oltre a sostituirlo nelle scene d'azione, mi dedico anche ad altre attività, come baciare una bella ragazza, cosa che forse ha fatto meno piacere a Lino... A parte gli scherzi, penso che sia nata una buona sinergia da questa insolita coppia, formata da due personaggi contrapposti. Io non ho molta esperienza con il genere brillante e Lino mi ha insegnato le basi dei tempi comici, rappresentando per me un autentico maestro.

E, invece, che alchimia è nata con il personaggio interpretato da Ana Caterina Morariu? Ana Caterina Morariu: La prima volta che mi sono incontrata con Marco sul set lui andava a mille, e aveva già memorizzato le dieci scene successive. Per fortuna Antonello mi sosteneva e mi ha dato una mano a calmarlo. È stato bello tornare a lavorare con Grimaldi dopo tanto tempo. Di Lino Banfi, invece, mi ha colpito la sua straordinaria prontezza e capacità nel catturare al volo il momento giusto per l'improvvisazione comica.

Cosa possono raccontarci, invece, i due assistenti del Commissario Zagaria? Sandro Ghiani: Ero molto giovane quando ho iniziato a lavorare con Lino, era ancora un piccolo pastore sardo; poi sono andato in Germania e sono diventato un pastore tedesco... In seguito ho fatto più film come carabiniere che come poliziotto, tant'è vero, che prenderò anche la pensione dei Carabinieri. Vent'anni fa abbiamo girato con Lino Fracchia La belva umana, e già allora impersonavo l'assistente De Simone. Spero, tra vent'anni, di essere ancora al servizio del commissario.
Isabelle Adriani: il personaggio dell'agente Anna Lepore è in assoluto quello che ho amato di più in tutta la mia carriera. Per una volta non faccio il solito ruolo dell'amante o della donna che rovina le famiglie. Grazie a questa serie ho ottenuto un vero e proprio riscatto morale! Poi l'esperienza sul set è stata davvero fantastica. Lino è un vero mattatore anche fuori dalla scena e ci ha stupito con i suoi quiz matematici, ma anche con le sue poesie improvvisate.

Rosanna Banfi, ritiene che sia limitativo per le sue indubbie qualità di attrice, lavorare quasi esclusivamente con suo padre? Rosanna Banfi: Ti ringrazio per i tuoi apprezzamenti. La verità è che lavoro in prevalenza con papà perché è lui ha darmi questa possibilità. I ruoli migliori della mia carriera li ho interpretati perché sono stati scritti apposta per me, mentre di solito gli altri mi affidano parti secondarie. Penso che insieme funzioniamo bene sullo schermo, e che quando siamo in coppia si instauri un'alchimia particolare. Inoltre, lavorare con mio padre mi toglie sempre molte soddisfazioni. Una volta, ad esempio, l'ho mandato a quel paese, mentre in questa serie sono il suo capo... Detto questo, accetterei tuttavia di interpretare delle parti anche per altri autori, se me ne offrissero di interessanti.

Cosa prova a essere tornato di nuovo a Mediaset? Lino Banfi: Sono felice di tornare di nuovo su Canale 5, dove ho ottenuto molti successi, soprattutto con programmi di varietà, ma anche con due fiction interpretate insieme a Gerry Scotti. Ho un bel ricordo dei primi studi di Cologno monzese, quando Berlusconi ci prendeva tutti sottobraccio e si occupava soltanto di televisione. Io sono stato tra i primi a prendere in giro Berlusconi a Risatissima. Le prime volte ero un po' titubante, ma lui invece apprezzava la mia satira e mi incoraggiava in quella direzione.

Visto che ha citato Berlusconi, cosa ne pensa della sua attività in politica? Pensa che il suo impero sia giunto al tramonto?
Per me Silvio Berlusconi è semplicemente un amico, che conosco da tanti anni. Entrambi sappiamo cantare bene in francese e usiamo la stessa tonalità. Lo considero solo dal punto di vista personale, mentre della sua attività politica non mi interessa niente...

È vero che le hanno offerto di partecipare al nuovo Cinepanettone natalizio, al fianco di Christian De Sica?
Sì, mi era stato proposto di essere il protagonista di una delle sottotrame principali. Tuttavia ho rifiutato, perché la storia non mi è piaciuta, e non mi ritrovavo nel personaggio. D'altronde non è obbligatorio partecipare a un Cinepanettone. Anche se penso che Aurelio De Laurentiis si sia incazzèto, perché mi ha risposto "allora tornatene a fare la televisione!"

Può dirci qualcosa della sua partecipazione a Il commissario Lo Gatto del 1986, nel quale ebbe l'opportunità di essere diretto dal maestro Dino Risi?
Dopo molti film commerciali, partecipare a quel film per me fu un enorme salto di qualità. Allora avevo cinquant'anni, e Risi mi scelse personalmente dicendomi che avevo della qualità di interprete ancora inespresse, e che sarei potuto essere anche un eccellente attore drammatico. Mi disse anche che sarei stato uno straordinario "boss in pantofole"... In effetti mi piacerebbe per una volta interpretare il ruolo del cattivo!

Stasera andrà a ritirare il premio Gay Village per la fiction Il padre delle spose?
Certamente, e io e Rosanna ne siamo molto felici. Qualche anno fa fui invitato anche al festival del cinema gay e di Torino per la fiction Difetto di famiglia, girata in coppia con Nino Manfredi, e anche allora l'accoglienza fu calorosa. Per dimostrare come in casa Zagaria si odia l'omofobia (che fa pure rima) andremo a ritirare il premio insieme al figlio di Rosanna, che ha tredici anni.