Rievocare i defunti o imprimere la propria immagine su una pellicola. Essere medium non è poi tanto diverso da lavorare nel cinema, perché in entrambi i casi si prova a beffare la morte, a ricreare una parvenza di eternità, con gli spettri del passato che rivivono dentro sedute spiritiche e sale cinematografiche. Partendo da questo parallelismo, Planetarium rievoca il cinema degli anni Trenta e racconta la storia di due sorelle sensitive americane. Laura e Kate Barlow sono belle e affascinanti, così vengono notate da un produttore cinematografico polacco intenzionato a sfruttarne le doti per risolvere un dolore personale.
Affascinata da un passato antico e intrigata dal potere ammaliante dell'immagine femminile, Rebecca Zlotowski gioca con fantasmi e cinematografi in un film imperfetto e affidato alla complicità tra Natalie Portman e Lily-Rose Depp, sorelle diverse e complementari. Dopo la presentazione del film (Fuori Concorso a Venezia 73) abbiamo incontrato la regista e le due attrici, per orientarci meglio dentro questo planetario di luci tutte femminili.
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I fantasmi del futuro
Un titolo evocativo e una storia piena di suggestioni, dove il tema del visivo emerge in maniera forte ed esplicita. Zlotowski spiega gli intenti della sua terza regia: "Con Planetarium ho cercato di raccontare la realtà attraverso la lente dell'immaginazione. Nel film ci sono tanti connotati fantastici, ma anche molti riferimenti sociali e politici, oltre ad un ragionamento sul potere dell'immagine cinematografica. Secondo me il cinema si sposa benissimo con il tema dello spiritismo, perché entrambi usano degli strumenti per evocare qualcosa che non c'è più. Infatti tutti noi siamo i fantasmi del futuro, anche grazie al cinema e alla fotografia". Planetarium è ambientato dietro le quinte delle produzioni cinematografiche, quasi a voler omaggiare un cinema ormai estinto: "Mi interessava puntare l'accento sul cinema degli anni Trenta, quando i produttori erano davvero artisti e gli sceneggiatori erano artigiani. Si tratta di un cinema antico e dimenticato, al quale volevo rendere giustizia".
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Come sorelle
La maggiore attratta dalla notorietà, inglobata dal fascino della settima arte e pronta a prestare la sua immagine al mondo. La minore più schiva e timida, chiusa per colpa di un dono misterioso. Le sorelle Barlow sono diverse ma assai legate; un rapporto che per Natalie Portman è il fulcro di tutto il film: "Lavorare con Lily è stato bellissimo. È una ragazza molto gentile, talentuosa e professionale, per cui entrare in sintonia è stato immediato. Non abbiamo fatto nessun sforzo per sentirci sorelle. Ovviamente tanto merito va dato a Rebecca, una regista dalla quale ho imparato molto. Era la prima volta che lavoravo con qualcuno con cui avevo un rapporto di amicizia nato prima di girare, ed è stata un'esperienza eccellente. La nostra familiarità non le ha impedito di spingermi a dare di più, a sfidarmi, ad essere più dura del mio istinto. Non mi ha mai tartassato, ma è stato un lavoro graduale. Mi ha mostrato nuove strade, parlandomi in maniera diretta, provando le battute e facendo emergere le giuste emozioni anche con dei movimenti di macchina adatti. È stata in grado di darmi energia senza esitazioni. Rebecca è stata puro desiderio in azione".
Sulla stessa onda di entusiasmo anche Lily-Rose Depp, figlia di Johnny Depp e Vanessa Paradis (perfetto connubio estetico tra i genitori): "Sono stata fortunata perché mi hanno subito accolta benissimo. Natalie ha ragione: non abbiamo mai fatto finta di essere sorelle. È stata una sensazione immediata. Sono felice del mio ruolo, perché spesso noi giovani veniamo rappresentate sempre allo stesso modo, ovvero come ragazze seducenti con poca sostanza e profondità. Qui invece tutti i personaggi hanno grande tridimensionalità. La mia Kate è infantile ma seria, forte, e difende la sua famiglia".
Cinema: femminile, plurale
Un film di donne, sulle donne. Per Zlotowski Planetarium è dedicato a loro: "Non è comune poter girare un film seguendo esclusivamente degli schemi femminili. E in questo senso avere una visione condivisa tra tante donne, per di più con una persona capace e intelligente come Natalie, è stato fondamentale". Natalie Portman si accoda: "Qui la complicità femminile è fondamentale. Va detto che nel cinema è ancora molto raro poter lavorare tra donne, perché per noi le opportunità sono minori. Ci sono ancora troppe barriere e questo influenza il tipo di storie raccontate perché il punto di vista femminile è meno adottato di quello maschile". Per scoprire l'ottica planetaria di questo film vintage, basterà aspettare la metà di novembre.