Recensione In viaggio con Evie - Driving Lessons (2005)

Grazie alla scelta degli attori giusti, la commedia scorre leggera su temi difficili senza mai diventare noiosa; un po' buonista forse, ma mai patetica.

Lezioni di guida, sulla strada della vita

Ben è alla ricerca di un lavoro. Evie Walton è in grado di assumerlo.
Timido adolescente il primo, famosa attrice in pensione l'altra, sono davvero una strana coppia. L'incontro fra i due è solo l'inizio di un bizzarro connubio che ne trasformerà le esistenze.

Originale ma non troppo il soggetto dell'ultimo lungometraggio di Jeremy Brock, regista inglese dalla prospera esperienza televisiva; quel tanto che basta per accattivare il pubblico e deliziarlo per tutta la sua durata.
Un giovane introverso, un'arzilla donna di mondo e tutto un'universo da scoprire e riscoprire insieme, arricchendosi delle reciproche differenze.
Ben, alla ricerca di un'emancipazione dalla madre opprimente e protettiva, afferma ogni giorno di più la sua personalità grazie all'incontro con Evie che per prima lo tratta da adulto ascoltandone pareri ed opinioni. Un po' alla volta il giovane si sgancia dalla condizione di bambino, passando attraverso conoscenze ed avventure filtrate da Evie: lavoro, sesso e rapporti familiari sono affrontati, vissuti e discussi da pari, senza barriere generazionali e rifuggendo ogni rispetto reverenziale.

La diffidenza iniziale muta ben presto in ricerca dell'altro per un costante consiglio e confronto; discutono, si detestano, si irridono mentre il filo rosso che li unisce è sempre più saldo intorno alle loro solitudini. Condizioni senza età di una donna ormai al tramonto che ha conosciuto onori e splendore del mondo dello spettacolo, abbandonata dal pubblico e sofferente di protagonismo ma ancora lucidissima e di un ragazzo che si affaccia alla vita in punta di piedi. Vecchio o giovane non importa; ciò che conta è il cuore che fa incontrare gli animi e superare gli ostacoli.
Così, le lezioni di guida insegnano a seguire la giusta strada, come i consigli di Evie indicano a Ben una traccia, lontano da una madre così presente da schiacciarne la personalità.
Se per la prima è fuga dai ricordi, per il secondo lo è da un'infanzia che ancora lo insegue; un prodotto di maliconica tenerezza trasformato in piacevole commedia dalla sottile vena di "humor british style" che pervade tutto il film.

Grazie alla scelta degli attori giusti, la commedia scorre leggera su temi difficili senza mai diventare noiosa; un po' buonista forse, ma mai patetica.
Ottima la prova di Julie Walters, attrice poliedrica del panorama britannico, premiata al Moscow International Film Festival come miglior attrice, qui affiancata da Rupert Grint che, abbandonate le formule magiche di Harry Potter, ha dimostrato di essere cresciuto non solo anagraficamente ma come professionista. Nel cast anche Laura Linney, dispotica madre di Ben, a supporto di una sceneggiatura solida.
Ancora una conferma dal cinema inglese che non rinuncia ad esportare commedie deliziose.