Una coppia di snowboarder che sta discendendo una montagna sul passo del Black Ridge, in Georgia, investe senza volere una bambina e fugge quando si accorge che per la piccola non c'è più niente da fare.
Come vi raccontiamo nella recensione di Let it Snow, questa tragedia non rimarrà impunita. Tre anni dopo i fidanzati Max e Mia, appassionati di escursioni sulla neve, hanno organizzato un viaggio proprio in quelle zone, con l'intento di spingersi sempre oltre alla ricerca dell'adrenalina e del pericolo. I due vengono informati di come proprio lì abbiano avuto luogo in tempi recenti dei drammatici incidenti, con diversi sciatori e avventurieri che hanno trovato la loro morte nella neve. Incuranti dei divieti e degli avvisi da parte degli abitanti locali, Max e Mia pagano profumatamente un elicotterista per farsi accompagnare sulla cime del Black Ridge e poi così discendere la montagna, ignari di chi si nasconda tra quelle cime in cerca di vendetta.
Neve rosso sangue
Il prologo ci trascina subito nell'evento scatenante, la scomparsa di un innocente che macchia indelebilmente di rosso sangue la bianca coltre nevosa che ricopre il suggestivo paesaggio di montagna facente sfondo al racconto. Racconto che è ambientato per la quasi totalità proprio in quella natura incontaminata e selvaggia, dove l'uomo - o la donna in questo caso - si trova alle prese con una disperata lotta per la sopravvivenza nel tentativo di sopravvivere alla vendetta, tremenda vendetta, di qualcuno che ha perso ciò che aveva di più caro. Fino all'ultimo rimane segreta l'identità del villain, anche se era facilmente intuibile dato l'esilissimo background a disposizione: Let it Snow infatti è basato su una sceneggiatura elementare, con i ruoli di vittime e carnefice ampiamente impiantati in schemi fissi senza particolare originalità.
Il domani che verrà
Sbarcato nel catalogo di Prime Video, quest'horror frutto di una co-produzione tra Europa (Georgia, Ucraina e Spagna) e Stati Uniti sfrutta con dovizia l'affascinante contesto, con dinamiche affini ai survival movie che fanno capolino qua e là e una manciata di sequenze effettivamente riuscite - "il pupazzo di neve" finale in primis - e riesce a instillare la giusta dose di disperazione nella ricerca della salvezza da parte della bella Mia, che si ritrova da sola in mezzo al nulla dopo che il fidanzato è scomparso e forse in pericolo di vita.
Come accade in molte produzioni di questo genere, dove il personaggio principale è da solo in scena per la maggior parte del tempo, Let it Snow si affida a numerosi flashback che ripercorrono il rapporto tra i due innamorati, futuri sposi il cui domani è inevitabilmente compromesso da una situazione fuori dal loro controllo. Certo, il fatto di aver voluto partire all'avventura dopo tutti i consigli e i moniti della popolazione locale li rende se non meritevoli di quanto accaduto quanto meno ingenui e vittime della loro spavalderia, ma questo è un fattore legato all'incipit della storia stessa.
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Questo l'ho già visto
Per certe svolte a livello di trama e nella gestione delle figure principali, Let It Snow può parzialmente ricordare un altro modesto thriller "imbiancato" di qualche mese fa, ovvero il modesto Red Dot: lì i protagonisti erano al centro di una serrata caccia all'uomo, qui invece si propende più su un senso di spasmodica attesa, con Mia che si trova a guardarsi dal pericolo mentre il tempo passa e le speranze che i soccorsi la ritrovino in tempo scema ora dopo ora.
Detonazioni che generano valanghe, un assassino dall'identità misteriosa - fino alla rivelazione nell'epilogo, il volto è sempre coperto da un casco nero - che si muove a bordo di una motoslitta, antichi riti che sembrano legati a una sacralità pagana: il regista Stanislav Kapralov, anche autore della sceneggiatura, si affida a un immaginario consolidato senza sforzarsi troppo.
E proprio nella sua impressione di compitino fine a se stesso, mai pronto a spingere più del dovuto o ad ambire a qualcosa oltre a un intrattenimento a tema usa e getta, il film mette in mostra tutti i suoi maggiori limiti senza spiccare in mezzo alla marea di produzioni omologhe.
Conclusioni
Una coppia di snowboarder intende discendere la pericolosa cima del Black Ridge, in Georgia, nonostante chiunque gliel'abbia loro sconsigliato: non solo per la pericolosità del tracciato ma anche perché tra quei monti si aggira qualcuno da ormai tre anni in cerca di una cieca vendetta, che non guarda in faccia niente e nessuno. Come vi abbiamo raccontato nella recensione di Let it Snow, ci troviamo davanti ad un horror impostato su dinamiche tensive affini ai survival movie, con la caparbia protagonista che si trova a lottare non soltanto contro l'implacabile villain ma anche contro le asperità di una natura selvaggia pronta a reclamarla. Un film tanto affascinante nelle scelte fotografiche che colgono al meglio il suggestivo contesto, quanto elementare e derivativo in fase di sceneggiatura.
Perché ci piace
- Il contesto paesaggistico regala scorci suggestivi.
- La protagonista è intensa al punto giusto.
Cosa non va
- La sceneggiatura offre soltanto un abbozzo dei personaggi coinvolti, buoni o cattivi che siano.
- Il tutto rischia alla lunga di diventare monotono.