La presenza Marvel sul piccolo schermo ha diverse anime: da una parte ci sono le serie che fanno idealmente parte di quell'entità complessa che è il Marvel Cinematic Universe, divulgate attraverso realtà diverse, come la ABC per Agents of S.H.I.E.L.D., Agent Carter e la recente e deludente Inhumans, o in collaborazione con Netflix per i Defenders, o ancora con Freeform per un paio di produzioni in dirittura d'arrivo e con Hulu per Runaways; dall'altra ci sono quei personaggi i cui diritti sono controllati da altre realtà e che non possono essere inclusi nell'universo narrativo Marvel. Tra queste spicca senza dubbio Legion, di ritorno anche su Fox Italia dal 4 aprile alle 21:50, legata all'universo degli X-Men di proprietà Fox e quindi (ancora per poco?) non direttamente controllabile dalla Marvel.
Il suo essere autonoma non limita però i motivi di interesse di Legion, anzi li amplifica perché ha permesso al suo autore Noah Hawley di muoversi liberamente dal punto di vista creativo, mettendo in piedi una serie originale sia dal punto di vista creativo/narrativo, sia da quello prettamente visivo, con una costruzione fatta di frammenti, visioni, sogni, ricordi e qualunque altro espediente per rendere il suo insieme un puzzle di immagini, sensazioni e stimoli. Una scommessa che al termine dei suoi primi otto episodi abbiamo considerato riuscita, ma che all'esordio di una seconda stagione a riformulare la stessa domanda che ci eravamo posti al termine del suo primissimo episodio: riuscirà a replicare questa struttura senza ripetersi?
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Bentornato, David
Al termine del Capitolo 8, David e gli altri mutanti erano sopravvissuti a stento ad un incontro con lo Shadow King, fuggito nel corpo di Oliver Bird, ma anche per David stesso la soluzione positiva era stata solo momentanea, perché era stato risucchiato da un drone a forma di orbo. Un cliffhanger che si aveva lasciati senza parole e incerti sulla sua sorte, le cui conseguenze si trascinano sino alla premiere di Legion 2: il Capitolo 9 riprende la storia con David che viene ritrovato dagli agenti della Division 3, ora in combutta con i mutanti di Summerland, ma mentre per il ragazzo è passato pochissimo tempo dalla sua sparizione, per Syd e tutti gli altri è stato via un intero anno. Una trovata intelligente che permette a Noah Hawley e gli autori di lavorare in modo più approfondito sui personaggi, in particolare su Syd e David, che hanno ora una percezione diversa del proprio rapporto, perché i rispettivi punti di vista sono cambiati.
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All Hail the Shadow King
Se la Division 3 e Summerland hanno fatto fronte comune è perché hanno il medesimo fine: trovare lo Shadow King e liberarsi di lui. E farlo prima che riesca a ritrovare il proprio corpo, perché in quel caso diventerebbe fin troppo potente, impossibile da affrontare per chiunque, interrompendo la scia di vittime che si sta lasciando alle spalle, infettando le menti di malcapitati con un virus che li intrappola nel proprio subconscio ed in uno stato di paralisi condito da un inquietante battito di denti.
Eppure le cose non sono semplici come sembra: una delle sequenze più folgoranti della premiere, che riprende ed espande quella musicale in stile Bollywood del primo episodio dello scorso anno, ci mostra David impegnato a ballare con lo Shadow King prima del suo ritorno.
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Presente e futuro
Una sequenza brillante ed ambiziosa che fa il paio con un'altra particolarmente suggestiva che vede protagonista David ed una versione di Syd che sembra arrivare dal futuro: muta e senza un braccio, la Syd del futuro comunica con il suo compagno disegnando e scrivendo nell'aria con una luce, lasciandolo con una rivelazione e una richiesta che non fanno altro che accrescere la confusione nel protagonista di Legion... e nei suoi spettatori. Ma è il bello della serie, questo lasciarsi andare alla sua costruzione frammentaria e ambigua, in cui capire cosa sia reale è una sfida continua. Da questo punto di vista, è innegabile la continuità con la stagione precedente e per questo la serie potrà continuare a soddisfare chi già l'aveva apprezzata, senza particolari sforzi di conquistare chi invece non l'aveva trovata nelle proprie corde.
In questo flusso di continuità narrativa, la premiere di Legion 2, densa e ricca di informazioni, si concentra sul definire le linee guida di quello che verrà sviluppato nei prossimi episodi, ritagliandosi un po' di spazio per darci qualche dettaglio in più sulla Division 3 e l'ammiraglio Fukuyama che la controlla, un uomo misterioso con un cesto in testa che comunica mediante tre donne con i baffi che parlano con voce robotica. L'inizio è quindi promettente, in linea con quello che Legion ci ha regalato lo scorso anno. Una promessa che speriamo venga mantenuta dal prosieguo di una seconda stagione in cui è spesso difficile ripetersi e per la quale nutrivamo qualche dubbio. L'anno scorso siamo rimasti soddisfatti fino alla fine, con punte di vera eccellenza, speriamo che Hawley riesca a ripetersi!
Movieplayer.it
4.0/5