Recensione Sólo quiero caminar (2008)

Ispirandosi alla più classica tradizione dell'action, il regista Yanes sceglie di seguire sincronicamente le sue quattro protagoniste intente nella preparazione del loro piano criminale che prevede una terribile vendetta ai danni del feroce Felix, boss della droga messicana.

Le signore della vendetta

Alta tensione, adrenalina, sesso, violenza e un pizzico di kitsch in puro spanish style caratterizzano l'action thriller Solo quiero caminar, pellicola ispano-messicana diretta da Augustin Diaz Yanes e prodotta dalle giovani star messicane Diego Luna e Gael Garcia Bernal. Le quattro protagoniste, donne forti cresciute sulla strada, pronte al sacrificio e alla lotta e abituate a cavarsela da sole in ogni frangente sono figlie della sposa Beatrix di Kill Bill o della dura dal cuore tenero Gloria, protagonista del capolavoro di John Cassavetes Gloria - una notte d'estate. Figure marginali della società, ladre e prostitute che cercano la via più facile - o forse l'unica che hanno a disposizione - per sbarcare il lunario, ma che all'occorrenza sono pronte a imbracciare le armi o a lottare corpo a corpo contro gli uomini per guadagnarsi il loro spazio nel sottobosco criminale spagnolo.

Il regista Yanes può contare su quattro carismatiche interpreti che danno volto e spessore a personaggi dalla psiche appena abbozzata, come è tradizione dell'action più tipico, facendo emergere le loro diverse anime grazie a un'incisiva caratterizzazione. La veterana Victoria Abril, madre single e mente della banda criminale, continua a rimanere uno dei pilastri del cinema spagnolo al femminile. Al suo fianco la volitiva Ariadna Gil nei panni della dura della banda, la delicata Pilar López de Ayala, già protagonista dell'etereo En la ciudad de Silvia, ed Elena Anaya, habitué del cinema americano qui in un ruolo che la costringe a scomparire quasi subito dal plot action a causa del terribile incidente subìto che la riduce in coma vegetativo. Accanto alle quattro splendide protagoniste femminili, sorelle di sangue in cerca di vendetta, troviamo Diego Luna, killer dal cuore tenero col volto da bambino, uno dei più interessanti attori della nuova generazione che si divide sapientemente tra il mondo del cinema latino a cui appartiene e quello statunitense da cui è richiestissimo e che con grande perizia si sta costruendo una carriera parallela di produttore insieme al collega Gael Garcia Bernal.

Il plot di Solo quiero caminar è uno dei punti di forza del film. Ispirandosi alla più classica tradizione dell'action, il regista Yanes sceglie di seguire sincronicamente le sue quattro protagoniste intente nella preparazione del loro piano criminale che prevede una terribile vendetta ai danni del feroce Felix, boss della droga messicana che prima sposa l'affascinante Ana, dolce prostituta sorella di Aurora, e poi la riduce in fin di vita spingendola giù da un'auto in corsa. Inseguimenti, sparatorie e violentissimi corpo a corpo si susseguono alternandosi alla complessa preparazione della truffa che mira a ridurre in ginocchio gli affari di Felix privandolo di tutti i beni accumulati con il traffico di droga. La trama intessuta di inganni che preludono al gran finale ricorda alla lontana i più tipici plot alla Ocean's Eleven, ma qui alla raffinata freddezza di Steven Soderbergh e della sua banda di truffatori si contrappongono scene pulp dense di sangue e sudore. Yanes dimostra di apprezzare il cinema a grana grossa in stile B movie preferendolo all'eleganza di un ben più blasonato Inside Man e il suo Solo quiero caminar si caratterizza per una regia impetuosa in cui la macchina da presa non si allontana mai per troppo tempo dai corpi scattanti delle sue protagoniste. Bandito il buonismo anche nel finale a sorpresa che sancisce la fine della missione delle Erinni spagnole. Nessuna consolazione è possibile quando si è scelta la strada della dannazione, assunto confermato dalla sinuosa camminata solitaria della superstite Aurora che si allontana nel buio della notte privata anche dell'unica speranza di felicità possibile rimastale.

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3.0/5