Le nostre anime di notte: Jane Fonda e Robert Redford star di un film onesto, ma convenzionale

L'adattamento del libro scritto da Ritesh Batra prodotto da Netflix non si distingue per originalità ma regala grandi emozioni grazie all'esperienza delle sue due star.

Le nostre anime di notte: Jane Fonda e Robert Redford insieme in una scena del film
Le nostre anime di notte: Jane Fonda e Robert Redford insieme in una scena del film

Robert Redford e Jane Fonda, a distanza di quasi cinquant'anni dalla loro interpretazione in A piedi nudi nel parco, recitano di nuovo insieme in occasione del film Le nostre anime di notte, il progetto tratto dal romanzo scritto da Kent Haruf.
La sceneggiatura di Scott Neustadter e Michael H. Weber, già autori di Colpa delle stelle, racconta la storia di quello che accade dopo che Addie Moore (Jane Fonda) fa una visita a sorpresa al suo vicino di casa Louis Waters (Robert Redford), per proporgli un accordo inatteso: trascorrere con lui le serate, parlandosi e addormentandosi poi uno accanto all'altra, per riuscire così ad affrontare insieme le notti, superando così il senso di solitudine che li attanaglia entrambi, essendo vedovi da decenni e vivendo lontano dai propri figli.

Pur non essendo mai stati amici, i due iniziano a colmare la distanza che li ha separati a lungo, condividendo i propri ricordi e rimpianti legati agli errori commessi in passato, affrontando anche la curiosità e un pizzico di invidia da parte dei membri della piccola comunità della città del Colorado in cui vivono, sostenendosi a vicenda nei momenti difficili, come quando il figlio di Addie (Matthias Schoenaerts) chiede alla madre di occuparsi del nipote mentre cerca di superare una crisi professionale e del proprio matrimonio.
Alla regia del lungometraggio, distribuito su Netflix dal 29 settembre dopo l'anteprima mondiale avvenuta alla 74. Mostra Internazionale d'arte cinematografica, c'è Ritesh Batra (Il senso di una fine).

Leggi anche: Robert Redford e Jane Fonda a Venezia 74: "L'amore romantico non cambia con l'età, ma il sesso migliora"

Il talento delle due star sostiene il film

Le nostre anime di notte: Jane Fonda e il regista Ritesh Batra sul set del film
Le nostre anime di notte: Jane Fonda e il regista Ritesh Batra sul set del film

Il progetto si sviluppa in modo piuttosto lineare sostenendosi prevalentemente sulla grande esperienza dei due protagonisti che permette di rappresentare sul grande schermo le emozioni di Addie e Louis con le giuste sfumature. Il compito affidato alle due star era infatti piuttosto difficile, avendo a che fare con dei personaggi nella cui vita il silenzio assume un ruolo chiave nella propria quotidianità, obbligandoli a riflettere e alle volte facendoli entrare in un tunnel di sofferenza da cui è complicato uscire da soli. Redford e Fonda stabiliscono fin dalle prime battute il feeling giusto, enfatizzando le differenze e i punti in comune esistenti tra i due personaggi e come entrambi, giunti in quella fase della propria vita, siano disponibili ad accettare dei compromessi pur di ottenere una nuova opportunità di serenità e, forse, anche di felicità. I piccoli gesti compiuti, dalla reazione all'originale proposta agli atteggiamenti nei confronti del piccolo Jamie (Iain Armitage), rendono la loro interpretazione particolarmente realistica ed emozionante, permettendo alla storia d'amore di uscire dai binari abituali e stereotipati e diventando prevalentemente un percorso personale di crescita e trasformazione.

Le nostre anime di notte: Jane Fonda e Robert Redford in una scena del film
Le nostre anime di notte: Jane Fonda e Robert Redford in una scena del film

L'aspetto forse maggiormente unico e originale della storia è infatti quello di dare spazio a un racconto semplice ma significativo che affronta tematiche vicine a un target anagrafico spesso ignorato dagli studios. Un po' in linea con Grace and Frankie, serie anche in questo caso targata Netflix, il personaggio interpretato da Jane Fonda è la forza vitale della storia, in grado di far uscire il suo vicino dall'apatia e trovare nuovi stimoli per iniziare un nuovo capitolo della propria vita, accettando i cambiamenti e trovando il modo di provare a rimediare agli errori del suo passato. Il confronto tra personaggi maschili e femminili volge infatti tutto a favore della forza propositiva delle donne, anche nelle generazioni successive in cui Holly, interpretata da Judy Greer, dimostra di essere in grado di prendere il controllo della propria vita e cercare la propria strada, a differenza di Gene, il figlio di Addie, che si ritrova a vivere una crisi che affronta con grande difficoltà e incertezza, senza quell'apertura che contraddistingue la sua coetanea.

Leggi anche: Robert Redford: gli 80 anni di un eterno "golden boy" in 10 grandi ruoli

Un approccio alla narrazione lineare ma efficace

Our Souls at Night: Robert Redford e Jane Fonda in una foto del film
Our Souls at Night: Robert Redford e Jane Fonda in una foto del film

La regia di Ritesh Batra è attenta ma particolarmente convenzionale, senza particolare guizzi di originalità e attenta a non osare troppo, diminuendo forse in questo modo la forza narrativa ed espressiva di alcune delle situazioni mostrate sul grande schermo. La narrazione si sviluppa così fluida ma poco incisiva limitandosi a tradurre in immagini, seppur con qualche importante cambiamento, la storia scritta da Haruf.
L'ottima fotografia di Stephen Goldblatt valorizza però delle location suggestive e perfette per rappresentare la vita in un tranquillo quartiere della provincia americana.
Tra gli elementi non del tutto convincenti, invece, c'è la colonna sonora di Elliot Goldenthal che in alcuni tratti appare invasiva e fin troppo ideata per enfatizzare i sentimenti in gioco.

Leggi anche: Jane Fonda svela: "Vittima di stupro e abusi da bambina"

Un cast ben equilibrato, ma con personaggi secondari fin troppo in ombra

Le nostre anime di notte: Jane Fonda e Robert Redford in macchina in una scena del film
Le nostre anime di notte: Jane Fonda e Robert Redford in macchina in una scena del film

Senza troppe sorprese è però l'interpretazione di Jane Fonda e Robert Redford a convincere e sostenere l'intero progetto. La figura dei due anziani che si mettono in gioco e diventano consapevoli del proprio passato è costruita con intelligenza sulle caratteristiche del duo di protagonisti che hanno così tutto lo spazio necessario a farli evolvere e trasformare senza bruschi cambiamenti ma in modo progressivo e molto naturale.
La loro lotta personale assume progressivamente quasi dei contorni rivoluzionari all'interno di una realtà quotidiana in cui, come accade ad esempio nel caso degli amici che Louis frequenta al bar, si rimane fermi all'interno di alcuni schemi, guardando con sospetto o, al contrario, con un pizzico di ammirazione, chi ha il coraggio di cambiare.

Venezia 2017: un abbraccio tra Jane Fonda e Robert Redford al photocall di Our Souls at Night
Venezia 2017: un abbraccio tra Jane Fonda e Robert Redford al photocall di Our Souls at Night

Le due star, fin dalle prime battute, mettono a frutto tutto il loro talento e l'esperienza necessaria a superare i limiti della sceneggiatura, ricordando agli spettatori perché sono riusciti a diventare delle vere e proprie icone del cinema.
Accanto a loro c'è uno spazio fin troppo limitato, soprattutto nel caso di Bruce Dern e Judy Greer, per degli interpreti di indubbia bravura, considerando inoltre il confronto con dei mostri sacri del cinema, tuttavia Matthias Schoenaerts, a cui è stato affidato un personaggio complesso ma portato in scena risultando poco incisivo, e il giovanissimo Iain Armitage, star della serie Young Sheldon, lo spinoff di The Big Bang Theory, superano la prova a pieni voti. Gli interpreti del figlio e del nipote di Addie riescono a non sfigurare nel confronto diretto con la coppia Fonda-Redford, creando delle dinamiche ben delineate nella rappresentazione della distanza emotiva che si è venuta a creare tra le varie generazioni.

Leggi anche: Robert Redford si ritira dalle scene: "Questi saranno i miei ultimi due film"

Conclusione

Le nostre anime di notte, senza alcuna sorpresa e senza mai osare più dei progetti tradizionali destinati a un pubblico di tutte le età in linea come quello di Netflix, si propone come un ritratto onesto e sincero della vita delle persone della terza età, emozionando e coinvolgendo nella giusta misura, senza eccessi e sorprese, ma regalando due nuovi grandiose interpretazioni di Jane Fonda e Robert Redford.

Movieplayer.it

3.5/5