A dispetto della drammaticità generale, il 2024 al cinema è stato un anno ricco. È stato l'anno dei sequel, ma in generale pieno di spunti e di film interessanti e ben fatti. Le strade che ne hanno orientato il cammino sono state molteplici, ma le principali sono state più o meno tre: quella che si è interrogata riguardo al futuro e alla natura delle generazioni che lo plasmeranno, quella del concepimento di un femminile nuovo e quella dell'accettazione della fine di un'era per il maschio, che deve ricollocarsi. Attraverso queste linee gli autori e i loro film hanno riletto la società contemporanea e hanno affrontato la guerra, sia interna che esterna, tornata a scuotere profondamente la nostra realtà e le sue fondamenta, utilizzando allegorie, simboli e maschere.
Il 2024 è stato anche un anno in cui il cinema ha cercato di far notare agli spettatori che la Storia si è ripresentata a bussare alla nostra porta e non deve essere ignorata. Ci hanno provato tanti autori, tanti film e quindi tante scene iconiche che, nel bene e nel male, hanno segnato l'anno solare. Quindi, come da consuetudine, ecco la nostra lista delle più importanti e significative. Una lista e quindi non una classifica e il cui ordine è legato solamente a quello dell'uscita delle rispettive pellicole nella sale italiane, da gennaio a dicembre. Ovviamente ci scusiamo con gli esclusi, alcuni eccellenti. [ATTENZIONE: DA QUI IN POI SPOILER]
Il ragazzo e l'airone
Iniziamo con uno degli cineasti avanti con l'età che quest'anno ci hanno fatto il regalo di mostrarci loro stessi nel modo più sincero possibile. Hayao Miyazaki con Il ragazzo e l'airone ha legato la sua vicenda personale, toccata dalla scomparsa del "suo" Paku-san, intrecciata con la vicenda esistenziale dello Studio Ghibli, regalandoci un grande auspicio verso il futuro e alcune delle scene più belle del cinema d'animazione 2024.
Tra tutte abbiamo scelto la corsa a per di fiato di Mahito per raggiungere l'ospedale dove sta la mamma malata, preda delle fiamme. Una scena che racconta la genesi di un viaggio nato dalla necessità di rinsaldare una ferita enorme, che ha trasformato l'infanzia del protagonista in un mondo di fuoco, ombre e disperazione.
Perfect Days
Da un regista maximo all'altro. Wim Wenders con i suo meraviglioso Perfect Days ci ha regalato una storia di un uomo che vive dentro il caos di Tokyo, anche se la sua esistenza non ha nulla a che fare con la metropoli. Un uomo la cui esistenza gira talmente tanto intorno alla cura dell'attimo presente da diventare meditativa.
Tra tutte le scene che si potevano prendere abbiamo deciso per quella finale, perché è il trionfo della prova attoriale di Kōji Yakusho ed è il momento in cui il protagonista si lascia finalmente andare attraverso un caleidoscopio di emozioni che lo portano al di fuori del qui e dell'ora. Il suo volto diventa espressione di un viaggio temporale, che rilegge passato, presente e guarda al futuro.
Povere creature!
Povere Creature! di Yorgos Lanthimos è il film che ha regalato al cinema uno dei personaggi più importanti dell'anno e forse uno dei più importanti del cinema contemporaneo. Bella Baxter, da creatura a creazione, da mostro di Frankenstein a donna all'avanguardia, così avanti sul percorso da lasciare indietro tutti gli anni.
La scena che abbiamo scelto è quella simbolo del suo essere indomita, impavida, ribelle ed esplosiva. Il ballo diventa nell'idea del regista greco la modalità con cui la sua protagonista si ribella allo status quo, rigettando (anche in malo modo) tutti i maschi che cercano di addomesticarla.
La zona d'interesse
Il ritorno di Jonathan Glazer è uno dei film più importanti della scorsa stagione cinematografica, giustamente premiato con l'Oscar al miglior film internazionale. La zona d'interesse è una pellicola che rilegge gli orrori della guerra, attraverso la chiave della banalità di un male così radicato da essere divenuto quiescente. Una quiescenza di cui alcuni accusano noi, di questi tempi.
A prescindere dal parere in merito di chi scrive, la pellicola del regista britannico dona una scena iconica sopra qualsiasi altra, ovvero quella finale, in cui un flash forward distrugge la corazza del comandante delle SS Rudolf Höß, mostrandogli le conseguenze della atrocità compiute ad Auschwitz. Un lampo nella pellicola che dura il tempo di un flash, poi un conato e nulla più.
Dune - Parte Due
Il blockbuster più atteso dell'anno confezionato da Denis Villeneuve prometteva di regalarci un Timothée Chalamet da consegnare al gota cinematografico, quando invece il personaggio che muove l'intera struttura di Dune - Parte Due è quello interpretato da Zendaya, mattatrice assoluta della pellicola e, in un certo senso, anche coinvolta nella scena abbiamo scelto.
Il duello tra Feyd-Rautha Harkonnen e Paul Atreides si svolge infatti sotto lo sguardo severo di Chani, la quale sa benissimo che, qualsiasi sia il suo esito, lei non sarà felice, come illustrato abbondantemente dal finale del film. Singolar tenzone tra i due cugini, al centro della sala del palazzo e sullo sfondo il pianeta, musica silenziata al massimo. Una solenne cerimonia.
Civil War
Ancora una rilettura della guerra, stavolta per raccontare la sanguinosa frattura che dilania gli Stati Uniti contemporanei, in una pellicole che unisce la testimonianza di un declino apparentemente irreversibile riguardante la prima potenza mondiale, la potenza dell'immagine (sia fotografica che cinematografica) e la natura selvaggia e nichilista delle nuove generazioni.
Avevamo un dubbio sulla scena da scegliere per Civil War di Alex Garland, precisamente tra quella con protagonista il soldato interpretato da Jesse Plemons e quella in cui avviene il simbolico cambio della guardia tra Lee e Jessie. Abbiamo scelto quest'ultima perché momento di snodo e crocevia dei fili che orientano la pellicola e perché porta ad un finale che non può non rimanere impresso.
Challengers
Ancora Zendaya, stavolta protagonista di Challengers di Luca Guadagnino, al centro di un triangolo con Mike Faist e Josh O'Connor e ancora spettatrice interessata di un duello che abbraccia tutto il film. Un duello nel quale però la posta in palio è ben diversa rispetto a quella del film precedente e in cui l'esito da sperare è quello che esso continui all'infinito perché concentrato di pulsioni di vita e di amore.
Bene, c'è una scena di un triangolo all'interno della pellicola, uno amoroso e potenzialmente sessuale, che oltre ad essere una di quelle scene erotiche che nel cinema contemporaneo sono sempre più rare (come se fossero vietate), racchiude il senso preciso dell'essere "spettatrice" di Tashi. Una direttrice d'orchestra, il premio in palio, che sceglie di mettersi da parte per difendersi e perché ama il potere di essere fautrice di quello che vede, nonostante ne sia coinvolta, suo malgrado.
Inside Out 2
Altro sequel altra corsa, stavolta con il grande ritorno del film delle emozioni creato dalla Pixar qualche anno fa, che più di tutti gli altri della casa di produzione statunitense si è occupato di raccontare la crescita e di inquadrare le nuove generazione assumendone il punto di vista. Anzi, di più, ambientando l'intera storia all'interno della loro mente.
A prescindere da quello che possa essere il giudizio su Inside Out 2, c'è una scena in particolare che non può non segnare l'anno 2024 ed è quella che riguarda l'attacco di panico della protagonista, la giovane Riley. Una sequenza incredibilmente accurata dal punto di vista psicologico, ma anche straordinariamente rappresentativa di come funziona l'apparato immaginativo creato da Pete Docter già dal 2015.
Deadpool & Wolverine
La crisi della Marvel non ha più limiti né confini. Tutto quanto sta andando a farsi benedire e oramai è appurato che il sistema del multiverso non funziona. Il tramonto del più grande progetto editoriale del cinema moderno è ormai finito, a meno che si trovi un personaggio per rilanciarlo, uno che, da solo, possa essere in grado di prendere tutti i difetti e punti di non ritorno e trasformarli in forza.
Deadpool & Wolverine è il film che potrebbe rilanciare l'MCU attraverso una lettura metatestuale del suo intero declino. Una pellicola corporativista alla massima potenza, che come nient'altro prima d'ora è riuscita a sovrascrivere la propria storia con quella dello studios che la produce. La scena che abbiamo scelto è quella controintuitiva in cui i due protagonisti metaforicamente combattono contro il multiverso, come se fosse un male da estirpare e, contemporaneamente, il meglio che si può offrire. E poi è la scena in cui Jackman si mette la maschera di Wolverine.
Joker: Folie à Deux
Se si parla di sequel dell'anno allora non si può non passare per Joker: Folie à Deux. Il film più odiato del 2024 in cui Joaquin Phoenix e Todd Phillips hanno deciso di giocarsi il tutto per tutto attraverso un'ideazione, produzione e lavorazione suicidarie da qualsiasi angolo si decida di guardarla, creando consapevolmente una pellicola che avrebbe vissuto di un'estrema polarizzazione.
Ovviamente non potevamo che scegliere la scena che, tra tutte, ha fatto discutere di più, non solo del film, ma dell'intero anno, ovvero quella dell'accoltellamento di Arthur da parte di uno del pubblico, che ha assistito al suo processo. Uno di noi, insomma, noi che volevamo e vogliamo Joker ad ogni costo, fino ad essere disposti a diventarlo noi stessi.
Megalopolis
Se Joker: Folie à Deux è stato il film più odiato dell'anno, allora Megalopolis di Francis Ford Coppola è il film più discusso. Una pellicola inseguita dal cineasta statunitense per decenni e che finalmente ha visto la luce dopo così tante vicissitudini che la metà bastano. Quella di Coppola è una rilettura totale degli Stati Uniti contemporanei, della sua vita e di cosa il cinema può fare per il futuro.
Un film illuminista, che quindi cerca di raccontare il successo della tecnica, ma anche fantasy, in cui la creatività dell'artista è un potere al di sopra dell'umana comprensione. La scena scelta per il film è quella che cerca di combinarne le due anime e quindi è la sequenza d'apertura, in un uomo si erge al di sopra dell'urbanizzazione e inganna la morte con la capacità di fermare il tempo.
Parthenope
"Mistero" è la parola d'ordine della filmografia di Paolo Sorrentino. Il mistero dell'uomo e della donna, di Roma e di Napoli, del cinema, del potere e del tempo. Il suo Parthenope è uno dei viaggi più profondi compiuti dal regista partenopeo alla scoperta di questo substrato di pelle della vita e della realtà. Un'idea iniziata con La Grande Bellezza.
La scena che abbiamo scelto è quella che lega il mostruoso al perturbante, rivelando così il volto e il corpo di uno dei misteri che la protagonista cerca di sciogliere. Il mistero del mare, da cui lei è nata e in cui suo fratello è morto. Mare, fatto di sale, così come il figlio del professore di filosofia a lei tanto caro e che ora le si para davanti in tutta la sua dolce e inoffensiva deformità.
The Substance
Horror dell'anno o commedia dell'anno, che sia sia, uno dei film più importanti del 2024. Coralie Fargeat, dopo il premio al Festival di Cannes, si candida con The Substance a fare incetta di altri riconoscimenti, oltre al merito di aver regalato a Demi Moore la prova della sua carriera. Nessun'altra pellicola della stagione si è rivelata così efficace nell'utilizzare il genere e così aperta a giocarci, ballando spesso sul citazionismo, ma senza perdere nulla della sua ferocia.
La scena che abbiamo scelto è quella della seconda metamorfosi, in cui il personaggio di Margaret Qualley dà vita Monstro, la personificazione del ribaltamento totale dei concetti di bellezza e di eternità artificiale promessi da Hollywood e che il film denuncia, mostrando le sue estreme conseguenze sul corpo femminile, elevato a trattato politico.
Anora
La palma d'oro della Croisette è andata a Sean Baker per il suo Anora (o "Ani", come la protagonista interpretata da Mikey Madison preferisce essere chiamata). Si tratta della rilettura della commedia romantica alla Pretty Woman che però invece di adoperare il cinema per distruggere ogni differenza di classe sociale, lo adopera per esaltarla, creando un microcosmo gerarchico dal punto di vista economico ed etnico.
La nostra sex worker ha il compito di lottare per rovesciare la realtà che contrasta il destino e una delle scene che meglio lo rappresenta è quella che la vede avere un'aspra colluttazione con gli scagnozzi della ricca famiglia russa che la rigetta. Ce n'è è pero un'altra che ci mostra con il destino esuli da qualsiasi tipo di logica sociale ed economica e come alla fine esso trovi sempre il modo mostrarsi. Abbiamo scelto quest'ultima.
Il gladiatore 2
Last but not list un altro sequel, anche questo attesissimo e anche questo molto discusso, ma indubbiamente a fuoco nell'inquadrare i tempi che corrono. Il gladiatore 2 è il film in cui Ridley Scott riprende in mano il peplum e lo utilizza per raccontare il millenial trentenne di oggi, orfano del maschio del Novecento che è morto per un futuro che ha lasciato a lui, volente o nolente.
La scena che abbiamo scelto è però quella che è divenuta per tutti, suo malgrado, iconica, perché racchiude in sé il grande equivoco di una pellicola del genere: l'accuratezza storica. Per la precisione la possibilità che i romani avrebbero potuto portare degli squali al Colosseo (tesi che Scott sottolinea). Una scena già cult.