Quattro candidature agli Oscar del 2020 (tra cui miglior film) e tre statuette portate a casa (tra cui il miglior montaggio). Valore tecnico artistico assoluto, e il paradigma di quanto il cinema sportivo sia tra i generi più potenti di tutti. Sportivo, e automobilistico, in questo caso. Adrenalina a mille, azione, rombo di motori. E poi gli Anni Sessanta, un grande regista e un grande cast. Ecco Le Mans '66 - La grande sfida (titolo originale Ford v Ferrari), divenuto immediatamente un instant cult. Al centro del film, diretto da James Mangold, su sceneggiatura di Jez e John-Henry Butterworth e Jason Killer, la storia di due automobili che hanno segnato un'epoca, la Ford GT40 e la Ferrari. Una storia epica e una storia vera, che prende vita nel film prodotto, tra gli altri, da Michael Mann. Grande successo di critica e di pubblico, Le Mans '66 è arrivato anche su Netflix, pronto per essere visto e rivisto.
Partendo da una prerogativa importante: pur adattata per rendere la sceneggiatura il più cinematografica possibile, la vicenda messa in scena dal bravo Mangold parte dal 1959, quando troviamo Carroll Shelby, interpretato da Matt Damon, vincere la 24 Ore di Le Mans a bordo dell'Aston Martin. Un problema cardiaco lo allontanerà dai circuiti, e lo ritroveremo costruttore nel 1963, per conto del marchio Cobra. Effettivamente, nella realtà, Shelby si ritirò dall'attività avviando diverse imprese, e solo nel 1961 fonda la Shelby-American, che produceva la Cobra. Qui entra in gioco Christian Bale, che interpreta il pilota Ken Miles, della scuderia di Shelby. Aveva un carattere difficile, ma tra lui e Shelby c'era forte intesa, divenendo collaudatore, sviluppatore di auto (la mitica Shelby Cobra 427) e, appunto, pilota per quella che sarà un'epica e drammatica storia di vittorie e sconfitte.
Le Mans '66 - La grande sfida, dal cinema a Netflix: la storia vera dietro il film
Con una curiosità: sapevate che Ken Miles, a bordo di una MG, batté James Dean in una gara a Palm Springs? Almeno prima di essere squalificato. Del resto, il percorso di Le Mans '66 - La grande sfida si sviluppa proprio attorno alle figure cardine che hanno rivoluzionato i motori. Come vediamo, Herny Ford II e il manager Lee Iacocca dovevano dare una svolta al marchio Ford, pesantemente in crisi. Che fare? Gareggiare alle 24 Ore di Le Mans. Serviva però un grande progettista e un grande tecnico. Allora, non senza dubbi, la Ford Motor Company, per superare l'egemonia della Ferrari (Enzo detestava la Ford), ingaggia Carroll Shelby per lavorare sulla Ford GT40. Shelby portò avanti il progetto, supportato da Ken Milles. Nonostante la sintonia, Miles venne estromesso da Leo Beebe, vicepresidente della Ford. Niente Le Mans 1964, con la conseguente vittoria della Ferrari. Nonostante la disfatta, Beepe diventa responsabile corse, bloccando di fatto gli spunti di Shelby.
Velocità massima
Come ogni sfida, quella di Le Mans '66 è segnata dai dettagli, e dalle svolte. Shelby strappa un accordo con Beepe, portando Ken Miles a gareggiare la 24 Ore. Come? Miles riuscì ad imporsi nelle 24 Ore di Daytona, battendo addirittura un'altro team Ford messo in pista da Beepe. Qui arriviamo al fulcro del film: le 24 Ore di Le Mans del 1966. La Ford GT40 era più robusta delle Ferrari, garantendo resistenza e prestazioni. Infatti, le Rosse di Maranello vengono via via eliminate (compresa quella di Lorenzo Bandini, che brucia il motore della sua Ferrari 330 P3), con Miles che ha in pugno la gara. Purtroppo, la Ford chiese a Shelby e Miles di rallentare, puntando ad una doppietta, in quanto in pista c'era anche Denny Hulme.
L'obbiettivo era far arrivare le due Ford insieme al traguardo, ma quando Miles supera la linea di arrivo si rende conto di non aver vinto: Bruce McLaren (che fonderà poi la McLaren), partendo indietro nella griglia, aveva percorso più chilometri. Miles, per un capriccio, non divenne l'unico pilota ad aver vinto nello stesso anno Sebring, Daytona e Le Mans. Anche perché il destino, atroce, si mise di traverso: lavorando sulla GT40, Miles rimase vittima di un grave incidente sul circuito di Riverside. Un problema al retrotreno fece perdere il controllo della macchina, che prese fuoco. Miles morì sul colpo. Oggi riposa all'Hollywood Forever Cemetery di Los Angeles.