Yellowstone. 1923. 1883. Mayor of Kingstown. Lioness. Tulsa King. Lawmen: Bass Reeves. Non è un elenco di titoli casuale ma sono tutte le produzioni di Taylor Sheridan per Paramount+, che ha trovato la propria casa nello streaming e nella serialità dopo essersi distinto al cinema. Non solo: si è ricordato di una fetta di pubblico importante e fondamentale per gli inserzionisti di cui l'America progressista sembrava essersi "dimenticata", ovvero i maschi bianchi etero-cis, e spesso repubblicani.
Sembrerà una sciocchezza ma pur targettizzando così specificatamente si riesce a creare un proprio "impero", anche perché a volte si ha la capacità di ampliarlo con personaggi e storyline più aperte alla modernità. Alla lunga lista possiamo aggiungere anche Landman, nuova serie disponibile con appuntamento settimanale sulla piattaforma. In questo caso, la serie, rimane in quel range specifico di pubblico. E forse un po' troppo.
Landman: moderni proprietari terrieri
Quello che la serie Paramount+ fa è attualizzare il western in modo ancora diverso rispetto all'universo narrativo di Yellowstone. Basata sul famoso podcast in 11 puntate Boomtown di Imperative Entertainment e Texas Monthly, adattato per la tv da Sheridan insieme a Christian Wallace, vede al centro Tommy Norris (il Premio Oscar Billy Bob Thornton), un risolutore di crisi nelle proverbiali "boom town" del Texas occidentale. L'obiettivo? La ricerca di fortuna nel mondo delle piattaforme petrolifere, una storia di manovali e miliardari selvaggi che alimentano un fenomeno così grande da modificare clima, economia e geopolitica.
L'uomo deve essere un problem solver anche tra le mura domestiche, districandosi tra un'ex moglie senza peli sulla lingua, Angela (Ali Larter di Heroes); una figlia femmina fin troppo esplicita, Ainsley (Michelle Randolph, già vista in 1923); infine un figlio maschio, Cooper (Jacob Lofland, il famoso detenuto del finale di Joker 2) che vorrebbe proseguire l'"eredità di famiglia" senza rendersi conto davvero dei rischi che questo lavoro e questo mondo comportano. Questo è l'aspetto più sorprendente del racconto, in cui nessuno è al sicuro: si denuncia anche il lato meno affascinante del petrolio 4.0.
Una serie "per uomini veri"
Potremmo definire Landman la serie "per l'uomo che non deve chiedere mai" come recitava un vecchio spot pubblicitario. Questo perché fin dalla caratterizzazione iniziale dei personaggi mostra proprio il lato (coerente) con l'attualità e la storia del Texas: un certo tipo di mentalità del rapporto tra uomini e donne, anche dove si prova a rimodernarlo. Un certo tipo di "regole del branco" come la squadra di estrattori in cui Cooper si getta a capofitto per imparare il mestiere dal basso. In questo tipo di rappresentazione maschile non poteva mancare Jon Hamm, l'ex Don Draper di Mad Men che ha saputo portare in scena tutte le sfaccettature della mascolità, e lo fa ancora una volta, dopo Fargo, accanto a Demi Moore, moglie e madre che deve gestire a proprio modo un impero e la propria sicurezza economica.
I rapporti tra questi protagonisti sono di lunga data e mostrano un'evoluzione fatta di rivalità e invidie, di bisogno di marcare il proprio territorio e di combattimenti all'ultima goccia del cosiddetto "oro nero". Forse un Territory più riuscito, o forse no, se consideriamo che si delimita davvero, almeno dai primi episodi visti, al proprio pubblico di riferimento. Senza lasciare spazio alla curiosità di altri, come ad esempio ha saputo fare Lioness per citare l'esempio più recente, ma anche Yellowstone creando una grande saga familiare moderna e allo stesso tempo d'altri tempi.
Cast stellare... che non fa più notizia
Oramai i nomi altisonanti di Hollywood che si "prestano" alla serialità non sono più una novità che fa clamore e questo vale anche per la serie tv di Taylor Sheridan. Tra gli interpreti che impreziosiscono il racconto troviamo Michael Peña e Andy Garcia, oltre a qualche ritorno dalla scuderia dello showrunner come James Jordan. Il risultato è un prodotto sicuramente impeccabile tecnicamente - una regia che sfrutta ovviamente le panoramiche del Texas e una fotografia che parte dal rosso e nero - ma che punta troppo direttamente al target del mondo che racconta, dimenticandosi di tutto il resto.
Conclusioni
Landman è una serie fatta ad immagine e somiglianza dei fan di Taylor Sheridan. Il che non è necessariamente un male e forse nell’offerta bulimica di adesso riesce a trovare un proprio spazio puntando ad un pubblico specifico. È però anche vero che, almeno dai primi episodi visti, non riesce a guardare al di là del proprio naso come altri suoi prodotti recenti hanno saputo fare. Uno su tutti: Lioness. Rimane un titolo non perdere per i fan del prolifico showrunner, sicuramente.
Perché ci piace
- Billy Bob Thornton che riesce ad incarnare lo stereotipo del texano senza renderlo troppo macchiettistico.
- L’industria del petrolio come pericolo e non solo come fascino.
- La caratterizzazione dei personaggi e la regia panoramica.
- Il cast stellare…
Cosa non va
- …che però non fa più notizia.
- Il ritmo compassato: non tutti apprezzeranno.
- Nemmeno ci prova ad intrigare chi non è interessato a questo tipo di storie e personaggi.