Questo è un buon momento per Vittoria Schisano: è da poco stato pubblicato il libro Siamo stelle che brillano, scritto a quattro mani con l'amico di una vita, Alessio Piccirillo, anche suo ufficio stampa, ed è in streaming su Netflix dal 29 maggio La vita che volevi, miniserie diretta da Ivan Cotroneo.
A metà tra Pedro Almodóvar e Ryan Murphy, è la storia di una donna transgender, Gloria, la cui vita viene sconvolta da una rivelazione: Marina (Pina Turco), amica dai tempi dell'università, che non vede da prima della transizione, le rivela che il suo primogenito, Andrea, è nato dalla loro unione, avvenuta 15 anni prima.
Composta da sei episodi, La vita che volevi è la prima serie italiana con protagonista un'attrice transgender. Nel cast anche Alessio Lapice e Giuseppe Zeno, che interpretano gli uomini della vita di Marina, con cui Gloria si scontra. Nella nostra intervista Schisano e Cotroneo ci raccontano come la loro amicizia sia stata fondamentale nella lavorazione del progetto.
La vita che volevi: intervista a Vittoria Schisano e Ivan Cotroneo
È interessante come Gloria, che si è trasferita a Lecce da Napoli, utilizzi il prete quasi come uno psicologo. Gli autori (Cotroneo insieme alla sceneggiatrice Monica Rametta) stanno riabilitando la Chiesa cattolica? Il regista: "Una parte della Chiesa cattolica, almeno per quanto riguarda certe dichiarazioni, si è riabilitata da sola. Il papa, accogliendo in Vaticano, con affetto, delle donne transgender e sex worker, ha dato un messaggio importante. È accaduto mentre noi scrivevamo. Poi noi volevamo raccontare una cosa che non si vede spesso, ma è possibile: una donna transgender con un rapporto con la fede, che vuole confessarsi e fare la comunione. E pretende che il prete faccia il suo mestiere. C'è anche una parte buffa in questo rapporto".
Chi serve di più? Il prete o lo psicologo? Per Schisano: "Forse entrambi, o forse nessuno dei due. Tanto quando devi passare un guaio lo passi e nessuno ti può aiutare. Sicuramente questo rapporto con il prete mi ha divertito molto: Gloria lo tratta quasi come un amico. A volte anche in modo spiccio e pratico. Quindi, fra tutti i rapporti che lei ha con i vari personaggi, forse questo è uno di quelli che preferisco".
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Vittoria Schisano e i selfie
I dialoghi di Gloria sono uno degli elementi migliori della serie, perché i personaggi parlano in modo diretto, vero, come faremmo nella vita di tutti i giorni. Tra le varie battute memorabili della protagonista c'è anche: "Io per etica sono contraria ai selfie!". Lo è anche l'attrice? "Vogliamo parlare delle fotografie pazzesche che ho fatto a Ivan nei momenti di pausa?! Ho una passione per la fotografia, intesa come arte fotografica. Quindi, quando lui era fermo, gli rubavo all'improvviso dei ritratti. Anche io non faccio selfie, nemmeno per il mio Instagram. Ho il lusso di avere un fidanzato che è diventato fotografo per amore, perché non sopportava più i fotografi intorno, e ha studiato. Quindi oggi mi porto direttamente il fotografo dietro!".
Ivan Cotroneo è d'accordo: "Io non sono appassionato di selfie. Mi viene sempre l'angoscia. E, siccome Gloria nella serie è anche una fotografa, mi piaceva che avesse un rispetto dell'immagine e che quindi rifiutasse i selfie, con la loro idea molto calda, partecipativa, ma inevitabilmente sciatta".
Il potere dell'amicizia
Una parte toccante della storia di La vita che volevi è vedere come - anche se non si vedono da 15 anni - tra Gloria e Marina il tempo sembri non essere passato. La confidenza di una volta riaffiora immediatamente. È davvero così? Quando si vuole davvero bene a qualcuno è sempre come se ci si fosse visti ieri? Il regista lo pensa: "Io e Monica, che ha scritto la serie con me, ci crediamo moltissimo. Volevamo raccontare proprio questo amore assoluto e impossibile per definizione. Quando le protagoniste si conoscono, e sono entrambe ventenni, Marina è una donna cisgender, l'altra è una donna, però non ha ancora fatto la transizione. Una donna eterosessuale, quindi non le piacciono le donne, le piacciono i maschi. Un amore impossibile, sia per identità di genere che per orientamento sessuale. E però Marina è profondamente innamorata: quindi ci sembrava molto bello raccontare che c'è una connessione molto profonda fra di loro. Ovviamente, quando scopre di avere un figlio, la reazione istintiva di Gloria è di rifiuto, ma ciò che cambia tutto, oltre alla presenza fisica di Andrea, è il fatto che questo ragazzo sia nato da un amore vero fra loro due, un amore speciale. Sia Vittoria che Pina Turco hanno fatto un lavoro straordinario: quando le vedi insieme sono un'unità".
Per Vittoria Schisano: "C'è una canzone che dice: ci sono degli amori che fanno dei giri immensi e poi ritornano. In parte non sono d'accordo, perché secondo me in realtà non se ne sono mai andati. Quando ami una persona puoi non vederla, non sentirla, ma in un pezzettino del cuore c'è. Gloria, inizialmente, è vittima forse di una bugia: crede che Marina l'abbia tradita e quindi che non la ami. In realtà poi scopre che questo tradimento è la dichiarazione d'amore più bella che potesse fare. Perché attraverso quell'addio permette a Gloria di essere se stessa. Di essere libera. È la conferma di un amore che non ha mai smesso di esserci".
Per Ivan Cotroneo questa storia è più di un semplice racconto: "C'è anche una parte autobiografica: conosco Vittoria da venti anni, quindi anche il nostro incontro sul set è stato un rincontro. Io l'ho conosciuta come Marina ha conosciuto Gloria, in un'altra stagione della sua vita e quando ci siamo ritrovati tutto quello che era passato in mezzo era come se non ci fosse. I sentimenti reciproci erano rimasti gli stessi".