La vita che volevi: Alessio Lapice tra selfie e cantanti neomelodici

"Il valore aggiunto di questa serie sono i dialoghi": intervista ad Alessio Lapice, Pina Turco e Giuseppe Zeno, protagonisti di La vita che volevi, miniserie Netflix scritta e diretta da Ivan Cotroneo.

Alessio Lapice presenta La vita che volevi

La vita che volevi è la miniserie di Ivan Cotroneo con protagonista Vittoria Schisano, in streaming su Netflix dal 29 maggio. È la storia di Gloria, donna trans che scopre di avere un figlio adolescente, Andrea, avuto inconsapevolmente con Marina, sua migliore amica che non vede da quando si è sottoposta alla transizione 15 anni prima.

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Pina Turco in La vita che volevi

Dopo tutti questi anni Marina ritrova Gloria, che nel frattempo da Napoli si è trasferita a Lecce, proprio per dirle del figlio. La reazione iniziale è di rifiuto, poi, a poco a poco, si affeziona sempre di più al ragazzo, riscoprendo anche l'affetto per l'amica ritrovata, che pensava l'avesse abbandonata e invece l'aveva lasciata andare proprio per permetterle di affrontare la transizione senza pensieri.

A interpretare Marina è Pina Turco. Accanto a lei troviamo anche gli uomini che ruotano attorno al personaggio, Sergio (Giuseppe Zeno), padre della sua secondogenita, e Pietro (Alessio Lapice), da cui aspetta il terzo figlio. Come ci spiegano gli attori nella nostra intervista, quelli di La vita che volevi sono tutti personaggi che hanno un approccio molto emotivo alla loro esistenza.

La vita che volevi: intervista ad Alessio Lapice, Pina Turco e Giuseppe Zeno

Una caratteristica distintiva di La vita che volevi, che il regista Ivan Cotroneo ha scritto insieme a Monica Rametta, sono i dialoghi: i personaggi utilizzano un linguaggio vero, spesso anche brusco, come si usa nel quotidiano.

Per Pina Turco è stato uno dei maggiori punti di interesse del ruolo: "Sono personaggi tutti molto urgenti questi, che hanno tanto da fare, da risolvere, da sbrogliare, da snodare. Quindi hanno un'immediatezza nel dialogo. Un bisogno, esigenze terrene molto reali. Nonostante poi siano folli tutti, a modo loro. Anche Sergio, pur nella sua rigidità, cela comunque un malessere. Poi ovviamente ognuno vive questo malessere secondo le sue caratteristiche. Questi sono personaggi molto interessanti, molto vivi: sento un grande fuoco sotto di loro".

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Giuseppe Zeno conferma sul malessere del suo personaggio: "È lì che si fonda la drammaturgia, nel malessere del personaggio. Se un personaggio non ha una conflittualità crolla tutta l'impalcatura. E anche l'interesse del pubblico. I dialoghi sono proprio la bellezza di questo progetto: quando da interprete trovi delle battute dirette, non romanzate, piene già di azione, pronte per essere recitate, non hai bisogno di fare fatica. È questa la differenza tra una sceneggiatura scritta bene e tra chi, come Ivan, sapeva esattamente quello che voleva".

Alessio Lapice e i selfie

Il personaggio di Alessio Lapice all'inizio è il più misterioso e minaccioso. Gloria gli dice che parla come un cantante neomelodico! L'attore: "Non sarei capace di cantare una canzone neomelodica! Però è vero che i dialoghi della serie sono un valore aggiunto, perché ci hanno permesso di dedicarci alla recitazione e basta".

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Pina Turco e Giuseppe Zeno in La vita che volevi

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Tra le battute fulminanti di Gloria c'è: "Sono eticamente contraria ai selfie". Lapice è d'accordo? "Facciamo gli attori, non fare i selfie diventa difficile. Poi è chiaro, dipende dal gusto personale. È sicuramente un linguaggio nuovo. Personalmente mi preoccupa in chi ha oggi 10-11 anni: perché penso che noi abbiamo gli strumenti per poter capire l'uso e l'utilizzo di questo dispositivo. Per quanto riguarda invece chi chiede di fare i selfie, quelle interessanti sono le persone che si mettono lì e ti osservano. Poi guardano l'amico a fianco, si mettono a cercare sul cellulare. Quindi tu a un certo punto, disperato, fai: sì, sono io, ci facciamo una foto? Quello è un momento quasi di imbarazzo. Poi diventa divertentissimo quando ti scambiano per qualcun altro".