Recensione Mr. Vendetta - Sympathy for Mr. Vengeance (2002)

La macchina da presa s'inchioda su cadaveri e ferite, anche solo suggerite, con la stessa accuratezza con la quale racconta dettagli architettonici e controluce da premi fotografici. Regia scarna su dialoghi essenziali, a evidenziare emozioni che travolgono il quotidiano e conducono a morte certa i protagonisti

La vendetta ha inizio

Salito alla ribalta internazionale col poliziesco Joint Security Area, campione d'incasso nel 2000 in Corea del Sud, Park Chan-wook s'impone definitivamente come cineasta di talento due anni piu' tardi, con questo noir. Primo film della trilogia sulla vendetta, Mr. Vendetta - Sympathy for Mr. Vengeance è una parabola estrema sull'ineluttabilità della violenza con al centro Ryu, un sordomuto pronto a qualsiasi cosa pur di salvare la sorella in continua dialisi. Ceduto un rene ai dei loschi venditori di organi, per ottenerne un equivalente compatibile con la sorella, Ryu verrà ingannato, derubato e perfino privato del suo lavoro. La necessità di soldi per l'operazione della sorella lo spingerà quindi al rapimento con riscatto della figlia di un ricco industriale. Ma la tragica morte della bambina, innescherà una spirale di violenza che lo schiaccerà irrisolubilmente.

Come Tarantino col suo Kill Bill anche Park Chan-wook si concentra sul tema del riscatto per una vita distrutta, ma in modo piu'cruento e spietato. Mai arido di colpi allo stomaco, il regista coreano tortura lo spettatore con efferatezze fisiche e psicologiche, per sprofondarlo nel dramma dei personaggi. Famiglie distrutte, morti inattese; violenza che scatena violenza in una sete di vendetta che trasforma chiunque in un giustiziere impietoso. Tanto Ryu, quanto il ricco industriale, in un domino senza soluzione di continuita'.

La macchina da presa s'inchioda su cadaveri e ferite, anche solo suggerite, con la stessa accuratezza con la quale racconta dettagli architettonici e controluce da premi fotografici. Regia scarna su dialoghi essenziali, a evidenziare emozioni che travolgono il quotidiano e conducono a morte certa i protagonisti. L'orrore portato sullo schermo, è quello del non visto, di sentimenti feriti, della disperazione di uomini comuni tramutati in macchine da guerra in cerca di rivincita. Azioni consumate con la glaciale determinazione di macchine assassine. Mostri che si sfamano con l'ultraviolenza, laddove fallisce la vendetta ideologica.
Chan-wook mette tutti sullo stesso piano, dall'operaio all'industriale, ridotti a belve col solo istinto di uccidere. Cani che s'inseguono in un loop costellato da azioni mute, piene di dolore, estirpato con pugnali che incidono carni e anime. Coagulante di immagini cosi'dure, la musica di Pae Hyun-jin, incostante e asfittica.

Primo episodio della trilogia della vendetta, Sympathy for Mr. Vengeance apre una finestra sul panorama del cinema coreano. A seguire, altre due pellicole sorprendenti: Old Boy, tratto dal manga di Tsuchiya Garon, adorato a Cannes nel 2004 e Lady Vendetta presentato nel concorso di Venezia 2005, nei quali il focus si sposta prima sul riscatto della propria esistenza rubata, poi sul tradimento subito. Opere immediate, che hanno definitivamente consacrato la Corea del Sud come nuova frontiera del cinema orientale.