La scuola degli animali magici, la recensione: La risposta tedesca a Harry Potter

La recensione de La scuola degli animali magici, il film d'avventura per ragazzi diretto da Gregor Schnitzler con Emilia Maier, nelle sale dal 28 aprile 2022.

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La scuola degli animali magici: Emilia Maier in un'immagine

C'è un senso di deja-vu nello scrivere le prime righe di questa recensione de La scuola degli animali magici a così poca distanza dal terzo capitolo di Animali fantastici, tornando a parlare di un mondo in cui la magia e l'incanto sono presenti. Tratto dall'omonimo romanzo di Margit Auer, bestseller con cinque milioni di copie vendute solo in patria, il film distribuito da Adler dal 28 aprile si può considerare una sorta di risposta tedesca al mondo di Harry Potter, una storia d'avventura per ragazzi condita da un'abbondante dose di magia e da adorabili animali incantati, magici e parlanti, realizzati con una CGI inferiore agli standard odierni, ma adatta all'intento e il tono del film.

Benvenuti alla Winterstein School

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La scuola degli animali magici: Leonard Conrads in una scena

La storia de La scuola degli animali magici prende il via da Ida, una bambina trasferitasi da poco con la mamma in una cittadina nel cuore della Germania e iscritta alla Winterstein School, con le inevitabili prime difficoltà a integrasi nel nuovo contesto. Non aiuta l'esser presa di mira da Helen, una ragazzina dispettosa della scuola, ma trova conforto nel sedersi accanto a Benni, un altro escluso dell'istituto con cui si trova a suo agio. Il destino però sorride loro, perché i due ragazzi sono i primi a ricevere dalla loro insegnante e il suo bizzarro fratello un animale magico da compagnia, rispettivamente la volpe Rabbat e la tartaruga Henrietta, legati a loro come anime gemelle. Un supporto importante per i ragazzi, che diventa anche un prezioso aiuto pratico quando a scuola iniziano a verificarsi delle misteriose sparizioni di oggetti, sulle quali iniziano a indagare.

Non si parla degli animali magici!

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La scuola degli animali magici: Emilia Maier in una scena del film

Chi non avrebbe desiderato un animale magico e parlante? Chi scrive sicuramente sì ed è forse in questo desidero condiviso da tanti che c'è la principale forza de La scuola degli animali magici, in quel legame speciale che si viene a creare tra Ida e Benni e i rispettivi compagni, che resteranno con loro finché riusciranno a mantenere il segreto sulla loro magia. Un segreto condiviso con gli altri compagni di classe e tenuto con la promessa di dare anche a ognuno degli altri ragazzi un animale magico. Non si parla di loro, quindi, ma ci si diverte ed emoziona insieme. Lo fanno ovviamente Ida e Benni, ma anche gli spettatori coinvolti dalle avventure e vicende dei protagonisti e dalle loro indagine, che li vedrà rafforzare il loro legame di amicizia.

La forza della cooperazione

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La scuola degli animali magici: Loris Sichrovsky e Emilia Maier in una scena

Quel che imparano i protagonisti nel corso de La scuola degli animali magici è la forza e l'importanza della cooperazione e dell'amicizia, che rendono il rapporto tra Ida e Benni più preponderante man mano che la storia prosegue. Un aspetto che avrebbe meritato un maggior spazio per essere indagato in modo compiuto, ma che riesce comunque a comunicare il messaggio che si prefigge, anche perché la leggerezza e semplicità sono la cifra stilistica di un film vivace nell'intento e nel tono, colorato e brillante, che fa ricorso anche a qualche canzone per dare originalità al racconto, sfruttandole per evocare e sottolineare le emozioni del film.

Si nota purtroppo un livello tecnico della CGI non all'altezza delle moderne produzioni, ma la si accetta perché adatta al tono e l'impronta visiva del film, che si affida al cuore e alla genuinità per raggiungere il suo pubblico di più giovani e portarlo in una scuola magica in cui si può avere un animale come compagno di avventura, ma senza trascurare gli amici umani.

Conclusioni

Abbiamo elogiato la semplicità e genuinità del film nella nostra recensione de La scuola degli animali magici, una vivacità di tono che rende la visioni piacevole e fa passar sopra ad alcuni dei suoi difetti: sarebbe forse servito un maggior approfondimento del rapporto di amicizia tra i due protagonisti umani, così come non si può non notare un livello tecnico della CGI inferiore agli standard contemporanei, ma resta in fascino di un mondo in cui si può avere un animale parlante come compagno d’avventura, desiderio di tanti giovani spettatori che si ritroveranno nella storia.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • Il tono del film e la vivacità della messa in scena, tra colori e canzoni per sottolineare le emozioni del racconto.
  • Il messaggio sull’importanza della cooperazione e dell’amicizia.
  • Col procedere della storia, l’amicizia tra i personaggi umani acquisisce maggior importanza…

Cosa non va

  • … ma avrebbe meritato un maggior approfondimento.
  • La CGI, pur efficace per l’intento e il tono del film, è un passo indietro rispetto le produzioni che siamo abituati a vedere negli ultimi anni.