Nel corso della promozione de La battaglia di Hawksaw Ridge, suo ultimo film da regista targato 2016, Mel Gibson annunciava ormai sette anni fa l'intenzione di sviluppare un sequel de La Passione di Cristo, ad oggi uno dei titoli commerciali più controversi della storia del cinema. Non il primo progetto biblico marchiato di blasfemia e masochismo, pensando ad esempio a L'ultima tentazione di Cristo di Martin Scorsese, ma sicuramente il più audace e brutale mai confezionato in ambito autoriale o mainstream, con una sua precisa idea cinematografica e la volontà del regista di restituire su schermo tutto il dolore fisico e psicologico vissuto dal Figlio di Dio nel momento del massimo sacrificio cristiano.
Girato in latino, aramaico antico ed ebraico per questioni di maggiore realismo storico, inoltre, il titolo fu accolto da critica e grande pubblico con pareri estremamente divisivi, pur incassando a fine corsa nel 2004 la bellezza di 612 milioni di dollari a fronte di un budget di appena 30 milioni. L'intenzione di procedere con un secondo capitolo è sempre stata accarezzata, in qualche misura e maniera, ma i negoziati non sono mai andati in porto e gli impegni di Gibson lo hanno portato verso altri lidi, soprattutto interpretativi. Alla fine il miracolo è però avvenuto e La Passione di Cristo: Resurrezione è adesso realtà, anche se il film sarà probabilmente molto diverso dal precedente e un'esperienza cinematografica tutta da scoprire. Vediamo insieme perché.
Un trip dantesco
Ciò che identifica con estrema precisione La passione di Cristo è appunto il suo realismo, un feroce e pedissequo attaccamento alle parole dei Vangeli nella loro complementarietà. La figura di Cristo rispecchia nella sua magnificenza l'aspetto umano e religioso della stessa, accennando appena gli elementi più fantasiosi e ultraterreni delle sacre scritture. Il Cristo di Gibson è compassione, sudore, rabbia, sacrificio e sangue; quella Passione che rappresenta insieme tormento e sofferenza ma anche emozione carnale e abnegazione, un salda fede nel proprio fondamento e in quegli ideali che sono poi cardine delle virtù cristiane. Per quanto torturato e massacrato, il corpo di Cristo cede solo nelle vestigia umane ma mai in quelle dell'anima, che pure se ferita cicatrizza con amore e altruismo ogni lesione, sconfiggendo la morte nella ferma credenza di Dio. Il film del 2004 mostra la lunga sofferenza carnale di Cristo fino ad arrivare al momento della liberazione dal corpo in uno dei finali più belli del cinema di Gibson. Va da sé che il sequel supererà fisiologicamente l'aspetto umano del Messia per dedicarsi in toto a quello spirituale, riflettendo probabilmente su conseguenze e significato del sacrificio di Cristo e provando ad andare persino oltre, forse addirittura nel Regno dei Cieli, magari mostrando persino il volto di Dio. Di fatto, della trama effettiva del sequel sappiamo purtroppo ben poco, ma quei piccoli dettagli trapelati dal regista e dall'interprete principale - ancora Jim Caviezel - fanno ben sperare in qualcosa di nuovo e differente, ugualmente ambizioso e apparentemente persino più audace.
La Passione di Cristo 2, annunciato l'inizio delle riprese del sequel
A luglio Mel Gibson parlava infatti del film come "di un trip sotto LSD", rimarcando l'esistenza di due sceneggiatura complete "molto diverse l'una dall'altra": "Una solida e strutturata, vicina alle aspettative. L'altra un viaggio lisergico in altri mondi, tra Paradiso e Inferno". La possibilità di assistere a una sorta di viaggio inter-dimensionale a sfondo biblico quasi fosse un'avventura dantesca è praticamente molto forte, eppure è verosimile che Gibson e lo sceneggiatore Randall Wallace possano diluire questi elementi narrativi soprannaturali in un lungometraggio per l'appunto più strutturato e in tema, raccontando i tre giorni trascorsi tra la Crocifissione e la Resurrezione in questa bolla sotto acidi per poi tornare ancorati a una narrazione più concreta nel dopo, durante il ritorno tra gli uomini e la predicazione del Vecchio Testamento.
Il film più grande di sempre?
C'è sicuramente attesa per La Passione di Cristo: Resurrezione, anche se bisognerà aspettare ancora qualche mese per l'inizio delle riprese. Stando a Gibson, infatti, la fase di shooting dovrebbe cominciare il prossimo gennaio 2024, con lo stesso regista fiducioso in una release "molto vicina". Non è chiara la tabella di marcia della produzione, ma guardando alle tempistiche medie effettive è impossibile sperare nell'uscita del sequel prima dell'inverno 2024 o dei primi mesi del 2025. Sia l'autore che Caviezel non vedono l'ora di iniziare, comunque, nella speranza che almeno questa volta il controverso interprete di Cristo non finisca in ospedale per polmonite e ipotermia come successo vent'anni fa. Ascoltando anzi le parole dell'attore, La Passione di Cristo 2 sarà "il film più grande di sempre", anticipando l'eventuale realizzazione di "un vero capolavoro". Ora, per quanto intenso e cinematograficamente riuscito, già La Passione di Cristo non era - e non è - esattamente un capolavoro della settima arte, per cui è difficilmente immaginabile che lo possa essere un sequel che potrebbe essere ambientato anche tra Paradiso e Inferno. È però giusto crederci e desiderare che lo sia, pure se Caviezel proviene da un'estrazione catto-cristiana quasi fondamentalista che lo rende uno dei più ferventi interpreti religiosi attualmente in circolazione.
La passione di Cristo 2, Jim Caviezel: "Potrebbero esserci due film"
Basti vedere ad esempio la sua recente partecipazione al polemizzato Sound of Freedom, una delle sorprese al boxoffice americano di quest'anno. Ad ogni modo, la star ha confermato di aver ricevuto la terza bozza di sceneggiatura del progetto, il che significa che il lavoro di perfezionamento della stessa è ancora in itinere ma quasi completo. Da vedere inoltre quali nomi del vecchio cast torneranno per questo secondo capitolo e quali invece saranno le new entry del lungometraggio. Al momento alcune informazioni latitano ancora, purtroppo, e l'unica cosa che possiamo fare è credere nella buona riuscita di un film che si preannuncia uno dei più importanti e chiacchierati delle prossime stagioni cinematografiche.