Se c'è un genere cinematografico che sa come mettere in scena la realtà contemporanea in cui viviamo, questo è proprio l'horror. Potrebbe sembrare a prima vista un'esagerazione, eppure proprio grazie all'assenza di limiti e alla possibilità di travalicare i confini del reale, i film dell'orrore migliori sono quelli che sanno costruire un legame tra il mondo paranormale rappresentato sullo schermo e il mondo che ci circonda. Mettendo in scena le nostre paure più profonde, i film horror esorcizzano ciò che più ci terrorizza, attraverso narrazioni che vogliono capovolgere il mondo o prevederne gli sviluppi più cupi. Con l'occasione dell'uscita in sala l'8 luglio de La notte del giudizio per sempre, quinto capitolo della saga distopica creata da James DeMonaco che racconta le derive violente dell'America, riscopriamo altri horror che hanno raccontato l'America di oggi: la sua frattura interiore tra società e cultura, tra razzismo, violenza e vendette femminili.
Unfriended (2014)
Una variazione del mockumentary e del found footage, Unfriended è raccontato attraverso un inedito punto di vista: lo schermo del computer della protagonista. Alla base di questo horror diretto da Levan Gabriadze c'è una storia di bullismo e di vendetta. Laura si è suicidata a causa della vergogna e dei troppi insulti scatenati dalla pubblicazione online di un video in cui si mostra ubriaca. Un anno dopo un gruppo di amici decide di ritrovarsi su una chat su Skype quando un utente che sembra proprio Laura decide di sfidarli. Uno di loro è il responsabile della pubblicazione del video e deve ammetterlo. Inizia così un vero e proprio incubo. Accolto da buone recensioni all'epoca dell'uscita, Unfriended riflette sul potere del web e sulle responsabilità di ognuno di noi attraverso i social. Un film che sembra parlare direttamente alle relazioni virtuali del mondo contemporaneo e alle conseguenze delle azioni. Ne è stato realizzato anche un sequel dal titolo Unfriended: Dark Web che mette in luce, come da titolo, il lato oscuro del web.
La notte del giudizio: Election Year (2016)
Non potevamo non citare almeno un film appartenente alla saga de La notte del giudizio. In questo sequel del 2016, la dimensione politica del progetto prende il sopravvento mostrando un conflitto per le presidenziali in cui è inserito lo Sfogo annuale, ovvero quella notte dell'anno in cui nella dimensione narrativa della creatura di James DeMonaco tutti i reati rimangono impuniti. La trama del film prosegue direttamente quella del secondo capitolo della saga, raccontando lo scontro politico tra la giovane Charlie Roan e l'avversario conservatore Edwige Owens. Fa strano rivedere un film che sottolinea la presenza di rivoltosi a Washington mentre si hanno le immagini dell'assalto al Campidoglio del gennaio 2021 ancora fresche nella memoria collettiva. Con La notte del giudizio per sempre, il regista è riuscito addirittura a prevedere alcune dinamiche di quell'assalto in anticipo (il film è stato girato un anno e mezzo prima di quel fatidico 6 gennaio) dimostrando come a volte le paure più profonde possano diventare realtà. Ed è questo che le rende ancora più terrificanti.
Scappa - Get Out (2017)
Premiato con l'Oscar per la Migliore Sceneggiatura, Scappa - Get Out è l'esordio alla regia del comico Jordan Peele, totalmente a suo agio con l'horror. Basterebbe ricordare il prologo del film per dimostrare come l'horror riesca a raccontare un'America il cui razzismo è preponderante. Un giovane afroamericano sta camminando quando un'automobile bianca gli si avvicina. Un uomo coperto da un elmo medievale esce dall'auto e lo rapisce. Il film prosegue raccontando la storia di un altro afroamericano di nome Chris che deve passare un weekend a casa della fidanzata bianca Rose e conoscerne i genitori. Lì troverà una strana atmosfera in cui i genitori e i loro amici sembrano adorare il corpo di Chris e, in generale, la sua etnia. È una satira che spaventa quella costruita da Jordan Peele, che mostra in faccia all'America la realtà razziale dopo solo un anno dall'inizio dell'amministrazione Trump.
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Noi (2019)
Ancora Jordan Peele, stavolta travalicando la denuncia razziale per soffermarsi sulla lotta sociale. Un'idea che sembra uscire direttamente da un classico episodio de Ai confini della realtà, Noi vede la famiglia Wilson alle prese con degli strani individui, incapaci di parlare, che irrompono nella loro casa. Sono loro stessi, dei doppelgänger malvagi che sembrano provenire da un mondo di ombre. Impossibilitati a vivere davvero rispetto a chi vive sulla Terra, i doppelgänger vogliono vendicarsi e appropriarsi di ciò che è stato loro negato. Molto più violento sia nelle immagini che nel messaggio, Noi conferma il talento di Jordan Peele con il genere horror. Da menzionare la prova attoriale di Lupita Nyong'o, sdoppiata eppure intrisa di una vera forza della natura, inquietante nella sua tuta rossa e fragile nei panni della protagonista Adelaide. Noi è un film memorabile che mette in luce la disparità sociale dell'America, attraverso una metafora forte che non lascia indifferenti.
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L'uomo invisibile (2020)
Aggiornare un Mostro Classico della Universal rendendolo perfettamente inserito in un contesto contemporaneo. L'uomo invisibile del 2020 è un piccolo gioiello del cinema horror, capace di adattare il romanzo di H.G. Wells e riproporre il classico del 1933, sotto una chiave nuova: l'uomo invisibile come mostro dello stalking e delle relazioni tossiche. È quello che succede a Cecilia, interpretata da Elisabeth Moss, che fugge da Adrian in piena notte. Riappropriarsi della propria vita non sarà facile, perché sembra che Adrian, pronto a vendicarsi, continui ad osservarla, nascosto. Un film che sa costruire una rara tensione durante la prima ora per poi sfociare nel genere action nella seconda parte. Con un ritmo sempre alto, L'uomo invisibile sa usare il genere per mettere in scena il dolore delle relazioni abusive e un forte, seppur difficile, urlo di liberazione da parte delle vittime.
The Hunt (2020)
Concludiamo il nostro elenco di horror capaci di raccontare l'America di oggi, facendosi metafore del presente, con un titolo davvero provocatorio che ha causato forti polemiche. The Hunt è la storia di un gioco, in cui dodici sconosciuti devono sopravvivere da una vera e propria caccia all'uomo. Il terreno di gioco diventa una lotta politica tra repubblicani e democratici, tra conservatori e liberali. Scritto da Damon Lindelof e diretto da Craig Zobel, The Hunt è un horror che non risparmia i momenti più violenti e gore, capace di rappresentare una divisione apparentemente insanabile tra gli americani, ma che mostra presto il suo carattere satirico ed esagerato. A suo modo figlio della presidenza Trump, The Hunt è un film che colpisce e mette alla berlina l'America nella maniera più violenta possibile.