La mia banda suona il pop: Il ritorno di Fausto Brizzi agli anni ‘80

Il regista romano presenta insieme al cast la commedia che lo riporta in sala dopo Se mi vuoi bene: al centro la reunion in terra russa di un'immaginaria band degli anni '80.

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La mia banda suona il pop: Massimo Ghini, Angela Finocchiaro, Christian De Sica e Paolo Rossi in una scena del film

Lo avevamo lasciato al più agrodolce Se mi vuoi bene, lo ritroviamo in sala solo pochi mesi dopo ma questa volta con la comicità sboccata de La mia banda suona il pop, divertito omaggio alla reunion di gruppi anni '80, che a colpi di "nostalgia canaglia" hanno conquistato il pubblico dell'est Europa. Dal 20 febbraio Fausto Brizzi torna al cinema con un film comico che, come potete leggere nella nostra recensione di La mia banda suona il pop, è pieno di scene d'azione e questa volta la voglia di divertirsi era tanta da aver voluto un cast di vecchi amici: Christian De Sica, Massimo Ghini, Angela Finocchiaro e Paolo Rossi sono infatti gli scalmanati membri dei Popcorn, una band che nei primi anni '80 ha conosciuto il successo grazie al brano Semplicemente complicata. Sul viale del tramonto e finiti a sbarcare il lunario suonando ai matrimoni o per strada, i quattro si ritroveranno ad accettare la proposta del loro ex manager (Diego Abatantuono): un concerto a San Pietroburgo per celebrare il compleanno del magnate russo Ivanov, che ancora oggi li adora. Il loro gancio è Olga (Natasha Stefanenko), ma non sanno che cercherà di usarli come cavallo di troia per svaligiare il caveau di Ivanov.

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La mia banda suona il pop: Angela Finocchiaro e Paolo Rossi in una scena del film

L'idea de La mia banda suona il pop viene da lontano: "Nasce dall'onda lunga delle reunion - spiega Fausto Brizzi durante la presentazione del film alla stampa - a partire da quella dei Pooh, ma il nostro punto di riferimento erano i Ricchi e poveri. Da lì abbiamo iniziato a strutturare il copione del film e, parlando di un gruppo immaginario degli anni '80, bisognava pensare una colonna sonora. All'inizio avevamo in mente un'operazione alla Mamma mia con delle canzoni già edite, ma poi ho capito che il riferimento sarebbe stato troppo grande. Per questo ho chiesto al maestro Zambrini di inventare un Lp immaginario dei Popcorn e scrivere delle finte hit anni '80 a metà tra Umberto Tozzi e i Ricchi e poveri". Le musiche dei Popcorn sono infatti tutti pezzi originali realizzati da Bruno Zambrini, storico compositore di molti brani di successo di Gianni Morandi e Patty Pravo.

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La mia banda suona il pop: Massimo Ghini, Christian De Sica in una scena del film

Nella seconda parte la commedia vira sull'heist movie con molte scene d'azione: inseguimenti su moto ad acqua, fughe tra le fogne e rocamboleschi travestimenti. "In ogni mio film in genere inserisco delle scene action perché sono quelle che mi diverto di più a fare e qui ho esagerato: la seconda parte è James Bond. - racconta - Per girarla ho chiamato come seconda unità un amico che lavora negli Stati Uniti, c'erano anche delle controfigure". Gli unici a non averne usate sono stati invece Angela Finocchiaro e Paolo Rossi: "Siamo dei sopravvissuti", scherza la comica. Insieme ai colleghi non ci ha pensato due volte ad accettare la proposta del regista: "Quando mi hanno detto sì, non c'era ancora un copione. - svela Brizzi - Nei primi incontri gli dissi: 'Facciamo una finta reunion dei Ricchi e poveri che poi diventano dei criminali?'. Massimo e Christian sono saliti subito a bordo, dopo sono arrivati anche Angela e Paolo. Quando poi ci siamo ritrovati a cercare Olga, una russa alta due metri ed ex KGB, non ho potuto non pensare a Natasha".

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La mia banda suona il pop: Christian De Sica e Diego Abatantuono in una scena del film

Tocca infatti a Natasha Stefanenko interpretare la russa che userà il gruppo come esca per rubare le fortune di Ivanov. Il perché alcuni cantanti italiani degli anni '80 siano così famosi e amati in Russia, ce lo spiega proprio lei: "Tutt'ora questi gruppi sono strafamosi in Russia, dove li aspettano sempre con ansia. Amiamo tutta la musica italiana di quegli anni come Totò Cutugno, Al Bano e Romina, Celentano e i Ricchi e Poveri". "Abbiamo iniziato a vedere Sanremo nel 1982 - continua - anche se la censura ci faceva ascoltare solo quello che faceva comodo a loro. Avevamo bisogno di spensieratezza perché stavamo attraversando un momento difficile, era appena morto Brenev. Non capivamo neanche una parola di quelle canzoni, ma ci piaceva l'allegria di fondo; erano molto diverse da quelle sovietiche, tutte guerra e patriottismo. Mi ricordo che registravamo dalla TV e andavamo in giro a sentirle con uno stereo scassato. Le ascoltiamo tuttora con tanta nostalgia".

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La mia banda suona il pop: Natasha Stefanenko e Christian De Sica in una scena del film

Per evocare le atmosfere dell'epoca i protagonisti del film indossano vistose parrucche e abiti sgargianti. I riferimenti? Angelo dei Ricchi e poveri per Ghini, I cugini di campagna per De Sica, Cyndi Lauper per Angela Finocchiaro che dice: "Micky incarna un passaggio storico fondamentale: dal non darla a darla felicemente, le nostre mamme si comportavano in un modo, noi abbiamo cambiato tutto. Incarna un po' l'idea della liberazione sessuale".

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La mia banda suona il pop: Paolo Rossi, Christian De Sica, Massimo Ghini e Angela Finocchiaro in una scena del film

Per Paolo Rossi non deve essere stato invece facile calarsi nelle vesti pop di Jerry: "Ascoltavo i Clash, i Ramones e i Sex Pistols quindi ho fatto molta fatica a entrare nel personaggio", rivela. E a non sentirsi molto pop è anche Ghini: "Vengo da altre esperienze musicali. In quegli anni non sentivo la musica, ma la vedevo. Era l'epoca dei video, li guardavamo tutti", ricorda. Mentre per De Sica la musica di quegli anni erano i dischi di Frank Sinatra "che mi faceva ascoltare mio padre". L'attore romano, che torna a lavorare con Brizzi dopo l'esperienza di Poveri ma ricchi, aggiunge poi: "Fausto è un amico, raramente mi diverto sui set come con lui. Girare La mia banda suona il pop è stata per me una passeggiata, oltre ad essere uno dei pochi film italiani in cui si ride. Di recente sono andato a vedere Tolo Tolo di Checco Zalone e non ho riso per niente. Lo stesso è successo con Aldo, Giovanni e Giacomo che hanno fatto un melò, ma non un film comico".