A quasi vent'anni dalla conclusione dell'originale, Penny Proud e i suoi parenti sono di nuovo tra noi, questa volta su Disney+. La famiglia Proud: Più forte e orgogliosa, disponibile sulla piattaforma con un episodio a settimana, è un revival palesemente ancorato nei giorni nostri ma con la stessa impostazione drammaturgica e visiva dell'originale, anche dietro le quinte: insieme al cast vocale sono tornati i due creatori, Bruce W. Smith e Ralph Farquhar (in origine solo produttore esecutivo), e abbiamo avuto modo di chiacchierare con loro via Zoom per parlare del ritorno della celebre famiglia. Tra le domande, una legata a Disney+: mette soggezione sapere che la serie è disponibile in contemporanea globale, in varie lingue, invece del sistema tradizionale in base a cui andava su Disney Channel negli altri paesi un po' di tempo dopo la messa in onda americana? Risponde Farquhar: "Ti dirò, io sono curioso di sentire Suga Mama, la nonna, doppiata in italiano, perché all'epoca ci dissero che sarebbe stata impossibile da adattare per gli altri mercati. Un'idiozia: ogni famiglia ha la sua Suga Mama."
I crossover che non ti aspetti
Prima di arrivare a La famiglia Proud: Più forte e orgogliosa, ci sono stati altri tentativi di riportare la serie sugli schermi, a detta di Ralph Farquhar: "Ho proposto varie idee nel corso degli anni, prima che la Disney accettasse." Tra queste c'era per caso la proposta di un crossover con Black-ish, il cui protagonista Anthony Anderson è tra le guest star del revival? "No! Ma è un'idea geniale. Perché non ci abbiamo pensato?" Bruce W. Smith aggiunge: "Sto già immaginando la sigla, sarebbe divertentissimo." A Smith facciamo una domanda simile, ma legata al suo rapporto con la Disney, essendo lui stato animatore per diversi progetti della major dalla fine degli anni Ottanta: quale personaggio a cui ha lavorato vorrebbe vedere in un episodio della serie? "Mi piace questa domanda, perché ci sono diversi personaggi con cui mi divertirei, a cominciare dal Dottor Facilier [il cattivo de La principessa e il ranocchio, n.d.r.]. E nella serie Penny si confida con un panda parlante; quindi, me la posso immaginare a interagire con personaggi come Kerchak [il leader dei gorilla in Tarzan, n.d.r.], per esempio. Siamo agevolati dal tono dello show, che è per famiglie: ognuno può trarne qualcosa a livello di intrattenimento, e quindi possiamo inventarci di tutto." Tra l'altro c'è il precedente della serie originale, che fece un crossover con il franchise di Lilo & Stitch...
La famiglia Proud: Più forte e orgogliosa, la recensione: un grande ritorno su Disney+
Una famiglia dall'appeal globale
Tornando alla questione dello streaming, Farquhar ne abbraccia le possibilità molto apertamente: "Sappiamo che c'è interesse, a livello internazionale, per quello che fa la comunità afroamericana. Quindi siamo felici di portare la famiglia Proud nel mondo intero." Su questo interviene anche Smith: "Il fascino dello show sta anche nel fatto che abbiamo diverse tipologie di personaggi afroamericani, anche solo a livello generazionale, da Suga Mama a Oscar a Penny. È un'ampia gamma di personalità legate a quella cultura." Inoltre, svela il produttore, ci sarà qualcosa in più per il pubblico globale, perché in alcuni episodi la famiglia andrà all'estero: Francia, Inghilterra, Brasile, e altre destinazioni. Per chiudere, siccome va di moda parlare delle divergenze creative con i piani alti, ci sono mai state lamentele o perplessità da parte della Disney ai tempi della serie originale? Farquhar ha la risposta pronta: "Come mai le sorelle Perfidia hanno la carnagione grigia? Se non erro, parlandone con Bruce, era una gag legata ai prodotti per la pelle." Smith concorda: "Sì, c'è tutto un universo per quanto riguarda l'uso di quei prodotti da parte degli afroamericani, e non credo che la Disney fosse al corrente di tutto ciò. Le tre sorelle sono grigie perché hanno la pelle color cenere [in inglese ashy, termine gergale afroamericano per indicare la pelle secca, n.d.r.]. In realtà siamo passati a una tonalità più vicina al blu, per rendere la cosa più umoristica, ma il senso rimane quello."