La Famiglia Addams 2, la recensione: torna la famiglia animata più “spaventosa” che c’è

La recensione de La Famiglia Addams 2, il sequel del film d'animazione che ha riportato in auge il fortunato franchise, parla ancora una volta di identità attraverso il personaggio di Mercoledì.

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La Famiglia Addams 2: un'immagine del film d'animazione

È con un po' di amaro in bocca scriviamo questa recensione de La Famiglia Addams 2, il sequel del film d'animazione che ha riportato in auge il fortunato franchise nato dalle strisce di Charles Addams (prossimamente arriverà anche una serie live action a cura di Tim Burton per Netflix incentrata sul personaggio di Mercoledì) dal 28 ottobre solo al cinema con Eagle Pictures. Questo perché, se il primo capitolo si incentrava sul concetto di identità, viaggiando fra vecchia e nuova animazione, omaggi al passato e sguardo al futuro, questo sequel si trova invischiato nelle stesse dinamiche, risultando un po' ridondante.

Dev'essere mercoledì

Un modo di dire legato a Buffy l'Ammazzavampiri diceva "dev'essere martedì" riferendosi a qualcosa di brutto che stava per accadere. In questo sequel animato ancora una volta motore degli eventi è Mercoledì Addams (con la voce italiana di Eleonora Gaggero), il personaggio forse più iconico e amato della strampalata famiglia, che ancora una volta ha una crisi d'identità, complice forse la crescita adolescenziale. Continua a non sentirsi apprezzata e inserita in famiglia e scopre che forse potrebbe non essere una Addams. Questo è un plot twist che va sradicare proprio le radici genetiche e familiari del personaggio e della storia, generando una ricerca di se stessa vera e propria. La pubertà colpisce anche Pugsley (Luciano Spinelli), che inizia ad avere i primi innamoramenti e vorrebbe imparare ad approcciarsi alle ragazze, e prova a chiedere consigli allo Zio Fester, rimasto adolescente (se non bambino) nella testa.

La Famiglia Addams, recensione: un ritorno macabro (ma non troppo)

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La Famiglia Addams 2: una scena del film animato

Facendo il verso a Hotel Transylvania 3 - Una vacanza mostruosa, che portava gli spettatori in crociera insieme ai mostri, ne La famiglia Addams 2 Gomez (Pino Insegno) decide di fare un viaggio di famiglia on the road con un camper sgangherato e malandato per ristabilire il rapporto padre-figlia. Sarà un momento di confronto per tutti i protagonisti, e un escamotage per mostrare nuove mirabolanti e orribili disavventure per la famiglia nei luoghi più spaventosi d'America, facendo il verso agli horror tour che tanto vanno di moda. Ancora una volta si cerca di edulcorare però certe svolte narrative, come già successo nel primo film: ad esempio il farli finire alle Cascate del Niagara, meta turistica molto più classica, per volontà dello Zio Fester (un nuovamente sorprendente Raoul Bova). Se però Hotel Transylvania ben giocava sulle abitudini e caratteristiche da crociera trasposte in salsa mostruosa, qui il passaggio risulta meno efficace. Regia da parte di Greg Tiernan e Conrad Vernon (riconfermati dietro la macchina da presa) e animazione sono nuovamente un mix fra CGI, omaggio ai film live action degli anni '90 e la sitcom anni '60. Una strada già percorsa nel primo film e qui riproposta in modo più o meno uguale, ma meno ispirato.

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Questione di identità

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La Famiglia Addams 2: una scena

In generale questo franchise è rivolto più ai bambini che a un target anche adulto, salvo qualche riferimento cinematografico come lo scontro finale che ricorda quello di Godzilla e King Kong, la scena iniziale che rimarca Frankenstein, o ancora qualche citazione dai prodotti precedenti legati agli Addams o alla cultura americana (come quella dei concorsi di bellezza per bambine che sembrano inquietanti bambole, con un motivetto che ricorda quello sull'omologazione del primo film, o ancora le fiere della scienza a scuola). Si tratta di una saga animata che non ha un'identità ben precisa, se non l'essere un mix di ciò che si è visto in precedenza tra cinema e tv, che utilizza un'animazione "imbruttita" tendente al bidimensionale, specchio del personaggi che racconta. Tutte le battute e le gag meta-testuali giocano sull'essere "orribili" dei familiari protagonisti, ma allo stesso tempo sono edulcorate per rendere il film non troppo "cattivo" per i più piccini, come già faceva il primo capitolo.

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La Famiglia Addams 2: una sequenza del film animato

Il viaggio di Mercoledì e degli Addams è tanto fisico quanto metaforico, e come spesso capita troveranno se stessi molto più vicino a casa di quanto pensino. C'è un senso generale di quiete pacifica più che di divertito orrore nella storia raccontata, che si concentra troppo su Mercoledì lasciando gli altri personaggi preda della sua storyline, eccezion fatta per Bugsley. Gioca ancor più del primo film coi corpi dei personaggi, quasi di matrice burtoniana coi corpi o estremamente sinuosi (come la Morticia di Virginia Raffaele) o fin troppo tondeggianti (come Nonna Addams che ha la voce di Loredana Bertè, l'unica a rimanere a tenere d'occhio la casa finché la famiglia è in viaggio) o ancora statuari (c'è una new entry che farà concorrenza a Lurch). Senza dimenticare il capelluto cugino IT. Speriamo che in un eventuale terzo capitolo valga maggiormente il concetto che è alla base della storica sigla, qui inserita quasi come un surplus invece che come parte integrante del racconto.

Conclusioni

Concludiamo la recensione de La Famiglia Addams 2, delusi dall’operazione-ripetizione fatta con questo secondo capitolo, troppo incentrato ancora una volta sulla ricerca della propria identità da parte di Mercoledì Addams, tralasciando il resto del cast, che vive indirettamente della sua storyline, eccezion fatta per Pugsley, che porta avanti comunque una storiella debole. Anche il mix di animazione vecchia e nuova, riferimenti e citazioni cinematografiche e non solo, risulta ridondante rispetto al primo capitolo.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
2.2/5

Perché ci piace

  • L’idea del viaggio di famiglia on the road tra i luoghi più spaventosi d’America.
  • Il mix tra vecchia e nuova animazione, insieme alle citazioni e riferimenti al cinema e alla cultura americana…

Cosa non va

  • … anche se ridondante e un po’ “edulcorata”.
  • Per l’ennesima volta si parla di identità.
  • La storia è troppo incentrata su Mercoledì e lascia poco spazio agli altri personaggi che gravitano sulla sua storyline.