Recensione Welcome Home (2012)

I tanti temi affrontati - amore e tradimento, nostalgia e memoria, multiculturalità e perdità di identità di un'intera città - avrebbero meritato un maggiore spazio ed approfondimento anziché questo sforzo di amalgama, la cui artificiosità finisce con il pesare sul risultato finale.

La città che tradisce

Cinque giovani funzionari dell'UE a Bruxelles sono in macchina diretti ad una festa quando investono una ragazza in bicicletta. Si tratta di Lila, vera protagonista di questo Welcome Home dell'esordiente Tom Heene, un videoartista belga che ha rimesso mano al suo progetto 3xLila, tre corti interconnessi dalla protagonista femminile interpretata da Manah De Pauw, e ne ha tirato fuori un unico lungometraggio presentato alla 69° Mostra di Venezia, nella sezione parallela la Settimana della Critica.

Attraverso un flashback torniamo indietro alla mattina, quando Lila è su un autobus che la sta riportando dall'aereoporto verso il centro della capitale belga. Qui incontra Bilal, un uomo di origini iraniane, al suo ritorno a Bruxelles dopo ben quarant'anni e incuriosito dai tanti cambiamenti di una città che fa fatica a riconoscere. Dopo averlo accompagnato per un po', Lila torna finalmente a casa dal fidanzato Benji che sembra stupito nel vederla visto che la ragazza è stata via per tre mesi perché bisognosa di stare da sola e riscoprire se stessa ma nell'ultimo mese non si era fatta proprio sentire. Si litiga, si fa l'amore, e poi si litiga ancora. Lila esce in bicicletta delusa ed arrabbiata ed è in quel momento che il cerchio si chiude con il tragico incontro con i ragazzi in macchina.
Quello di Heene è un film ambizioso, denso nei contenuti ed elegante nello stile, che può inoltre contare su un personaggio femminile forte, reso più affascinante dall'intesa intepretazione della protagonista. L'opera tradisce però troppo la derivazione dai tre corti, e fallisce quando mira troppo alto e cerca di rendere coesa e coerente una narrazione inevitabilmente episodica e frammentaria. Anche i tanti temi affrontati - amore e tradimento, nostalgia e memoria, multiculturalità e perdità di identità di un'intera città - avrebbero meritato un maggiore spazio ed approfondimento anziché questo sforzo di amalgama, la cui artificiosità finisce con il pesare sul risultato finale. Ma facciamo attenzione a questo Heene, che, con maggiore esperienza e un pizzico di umiltà in più, potrebbe davvero trovare la giusta strada.

Movieplayer.it

2.0/5