L'arte della gioia, intervista a Valeria Golino: "In questa serie ci sono sensualità e cazzimma"

Regista e attrice parlano del lavoro fatto sul corpo e soprattutto sulla percezione del proprio corpo. E di quanto la cazzimma, o la tigna, come diceva Vittorio Gassman, sia importante. Su Sky e NOW.

Valeria Golino e Tecla Insolia sono regista e protagonista di L'arte della gioia

"A noi piace molto il nostro film: ce la cantiamo e ce la suoniamo da sole!": tra Valeria Golino e Tecla Insolia si è creata un'alchimia magica. Eppure, come ha raccontato al Festival di Cannes, dove la serie è stata presentata in anteprima mondiale, la regista non voleva scegliere l'attrice e cantante come protagonista. Per fortuna ha cambiato idea: oggi è impossibile pensare al personaggio di Modesta senza avere il suo volto in mente. Si vede che sono complici e orgogliose del loro lavoro. Fanno bene: L'arte della gioia è una delle serie più belle mai prodotte in Italia.

Arte Della Gioia Valeria Golino
Valeria Golino sul set di L'arte della gioia

Su Sky e NOW, adattamento dell'omonimo romanzo di Goliarda Sapienza (che nome straordinario!), si poggia moltissimo sull'interpretazione, sul carisma e sul corpo di Insolia. Ecco, il corpo: oggi, insieme a quello sull'ambiente, il discorso sul corpo è forse quello più importante. In un'epoca in cui diamo per scontato di poter decidere per noi stessi, i governi sembrano sempre più intenzionati a farci fare dei passi indietro.

Golino sul tema ha riflettuto tantissimo: grazie appunto a questo personaggio indimenticabile, una ragazza che ha subito violenza fin da piccola, ma decide di non essere una vittima e, anzi, di trovare il proprio posto nel mondo anche usando la forza, la serie ci mostra molte esperienze umane. Quella di chi il corpo lo nasconde e lo rinnega, come la madre superiora Lenora (Jasmine Trinca), o chi invece lo guarda con sfida, perché sta cominciando a mostrare i segni del tempo, come la Principessa Gaia Brandiforti (Valeria Bruni Tedeschi). Nella nostra intervista siamo partiti proprio da qui: dal lavoro sulla fisicità degli interpreti. Ecco cosa ci hanno raccontato, più un consiglio detto da Vittorio Gassman a Golino.

L'arte della gioia: intervista a Valeria Golino e Tecla Insolia

Quindi, come hanno lavorato sul corpo in L'Arte della Gioia (recensione qui)?

Tecla Insolia: "Più che sul corpo, mi sono concentrata sulla percezione del proprio corpo, che in questa storia offre un ventaglio di possibilità. Modesta è desiderabile e in qualche modo consapevole del piacere che può trarre dal suo corpo e dalla sua mente. È un personaggio che, attraverso il corpo, si muove sugli eccessi, anche nell'ottenere ciò di cui ha bisogno e vuole. Per lei è anche uno strumento di necessità. E comunque parliamo di un'assassina, di una stratega, di una manipolatrice e, allo stesso tempo, di una persona che ha bisogno di amare e di essere amata. Di comandare, ma di essere guidata. Quindi la gestione del corpo è un punto fondamentale anche nell'interpretazione. È stata essenziale la figura di Valeria: non solo in quanto regista, ma in quanto modello per me, in quanto attrice, e di sensualità, erotismo e portamento del femminile".

Per Valeria Golino invece: "Il corpo in questo romanzo è sovrano: l'arte della gioia passa dal corpo. Secondo Goliarda Sapienza la gioia è il corpo. L'amore è il corpo. Non è solo l'anima: il corpo è il veicolo. Quindi il corpo bellissimo di questa bambina, piuttosto che il bellissimo corpo della principessa, che sta diventando altro, quello negato del personaggio di Jasmine, che fa la suora, il corpo meraviglioso di Cavallina, che è una specie di visione. Il corpo degli uomini e delle donne. Penso che il piacere che passa attraverso il corpo sia la gioia: era molto importante che questa cosa si sentisse. Nell'erotismo dei corpi, nel desiderio dei corpi, che però non volevo fosse provocatorio. Non volevo fosse contro lo spettatore, come uno slogan di qualcosa. Volevo che fosse insito nella storia".

Modesta e "la cazzimma"

Arte Della Gioia Tecla Insolia 2
Tecla Insolia è Modesta

Modesta è un personaggio straordinario: complesso, ambiguo, moralmente spiazzante. Un'avventuriera, nel bene e nel male. Ci rendiamo conto che dire questo nel 2025 forse suoni un po' datato, perché per fortuna molto è cambiato, ma personaggi femminili così in passato sono stati una rarità. Una donna che è la quintessenza della "cazzimma", come dicono i napoletani, è sempre un piacere da vedere e da leggere. Il concetto di cazzimma comprende infatti un'idea di intelligenza e cinismo, di risolutezza e anche un po' di cattiveria. In ogni caso si tratta di una personalità forte, che si impone e non passa inosservata.

Arte Della Gioia Tecla Insolia Valeria Golino Giuseppe Spata
Golino e Insolia sul set di L'arte della gioia

Quanto è importante la cazzimma nella vita? Per Insolia: "A me piacerebbe molto averla, ma ci combatto. So che è un requisito fondamentale: nel mondo, nel mestiere che faccio. Ma sento di dover tutelare la fragilità che sono. Perché ci muoviamo per antipodi, per contrari. Penso che la cazzimma sia importante tanto quanto l'accesso che dai agli altri alla tua vulnerabilità. Trovo molta più cazzimma in questa cosa che nella sfrontatezza. Che comunque è stupenda e mi piacerebbe avere!".

Secondo Valeria Golino: "Una volta Vittorio Gassman, che ho avuto la fortuna di conoscere, ero piccola, mi disse, visto che io gli avevo chiesto come era riuscito a diventare un attore: pe' tigna. Che è uguale a cazzimma, ma è più romano. Tigna e cazzimma sono parole sorelle. È questa cosa che ti porta ad andare avanti. Forse, dentro alla cazzinmma e alla tigna, c'è anche un piccolo senso di rivalsa. Le cui motivazioni cambiano per ognuno di noi. Per le persone che ce l'hanno questa cosa è una benzina per arrivare al loro desiderio".