L'amico fedele, recensione: come poeticizzare il dolore (condiviso) in una perfetta storia newyorkese

Gli occhi di un alano sono il centro narrativo del film diretto da Scott McGehee e David Siegel, capace di puntellare il senso dell'amore più profondo. Protagonista Naomi Watts. Al cinema dal 5 giugno.

L'artwork de L'amico fedele

Lo skyline iconico di New York visto dal Fulton Ferry District, Bill Murray che corre e una voce fuori campo, quella di Naomi Watts - la incontreremo una scena dopo -, che si chiede: "cosa succederà al cane?". Già, perché il senso de L'amico fedele (The Friend, in originale), diretto da Scott McGehee e David Siegel, è racchiuso già nei primi minuti: una domanda che apre il racconto, seguendo le tracce di un cuore enorme e chiudendo il cerchio di un film che, di diritto, entra nel novero dei migliori dog movies. Un film raffinato, lieve, emotivo eppure composto nel (ri)elaborare l'accettazione di un dolore che, come sempre accade, crolla sulle spalle di chi resta. Uomo, donna o cane che sia.

L'amico fedele: il dramma di chi rimane

L Amico Fedele Naomi Watts Bill Murray Scena
L'amico fedele: Naomi Watts con Bill Murray in una scena

Ispirato all'omonimo romanzo di Sigrid Nunez - uno dei migliori libri del XXI Secolo secondo il New York Times -, L'amico fedele racconta di Iris (Naomi Watts) scrittrice in crisi affranta dalla scomparsa del mentore Walter (Bill Murray), morto suicida. Vive in un appartamento newyorkese in affitto agevolato, è in ritardo con la consegna del libro e, come se non bastasse, Barbara (Noma Dumezweni), vedova di Walter, le affida l'affetto più grande di suo marito, l'alano Apollo. In fondo, "I cani non si suicidano, ma possono avere il cuore spezzato".

L Amico Fedele Naomi Watts
Naomi Watts e l'alano protagonista

La scrittrice, da prima restia, stordita dalla perdita, intimorita dal dolore lancinante dell'animale e, per di più, inceppata in un condominio borghese che non accetta quattro zampe (oltre al fatto che Apollo si è pure impossessato del letto), Iris si legherà al cane, affrontando con lui la vita che hanno davanti.

Come si spiega la morte ad un cane?

L Amico Fedele Naomi Watts Bill Murray Sequenzaa
Una scena de L'amica fedele

L'amico fedele ha la capacità di riflettere su cosa sia l'amore, e quanto l'amore non possa essere scisso da una certa fisicità (per questo diventa essenziale la grandezza scenica di un alano, goffo eppure maestoso, che Scott McGehee e David Siegel sembrano accarezzare, sequenza dopo sequenza). L'amore assoluto, puro, disinteressato, infinito. L'amore, ripetiamo, che resta addosso anche quando qualcuno non c'è più, sintetizzato negli occhi smarriti di un cane depresso. C'è qualcosa di più profondo e misterioso, di uno sguardo che non ha bisogno di inutili parole? Roba da far intrecciare le budella, lo sappiamo. Perché, come ci dice il film, lasciando una traccia nell'anima scoperta, "come si spiega la morte ad un cane?". Appunto. I registi sanno quanto il materiale a disposizione si presti ad essere declinato in cinema, e sanno anche che un cane in scena - così tanto protagonista, "interpretato" da Wilder e Bing, provenienti da un rinomato allevamento - ha la capacità immediata di instaurare un immediato dialogo con lo spettatore.

L Amico Fedele Naomi Watts Apollo
A spasso per New York

Certo, potremmo riflettere sulla durata: due ore sembrano eccessive, come sembra forse eccessivo il corollario di personaggi contrari e indispettiti dal molosso, in quanto New York City è una delle città più dog friendly che ci siano. Tuttavia, citando Un uomo da marciapiede con una cover targata Iggy Pop di Everybod's talkin' (come nella pellicola del 1969 anche qui ci sono due personaggi che devono ritrovarsi), e agganciandosi al miglior storytelling newyorkese, L'amico fedele ha la lucidità di allungare la sua lettura, illuminando le responsabilità della letteratura (e del cinema) nel declinare un cane nel contesto narrativo.

Anche per questo il destino di Apollo e Iris è immediatamente intrecciato, indistricabile e meravigliosamente sbilanciato. Di più, L'amico fedele tra i dettagli inevitabili, una vecchia maglietta e l'odore di New York, è l'esaltazione di quel disordine propedeutico alla vita. Una vita che non può essere esente dalle emozioni, anche quelle più difficili da ingoiare, anche quelle senza un nome. È nel disordine che il senso dell'esistenza trova il definitivo compimento. Nel disordine, e nei cani. Ovvio.

Conclusioni

Raffinato ed elegante, nella miglior tradizione del cinema newyorkese, L'amico fedele affronta con poetica fermezza il dolore di coloro che restano. Una donna ed un cane - anzi, un alano - condividono un tratto di vita scoprendosi a vicenda. Un trattato sull'amore più puro, riflettendo sul senso della perdita e sulla narrazione legata ai cani. Commovente ma mai ricattatorio.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Gli occhi dell'alano sono il film.
  • L'interpretazione composta di Naomi Watts.
  • L'incontro tra Bill Murray e il cane.
  • Il finale.

Cosa non va

  • Dura troppo.
  • Forse, troppi personaggi negativi.