Killing Eve 2x08, la recensione: il finale della più perversa love story della TV

Killing Eve 2x08, la recensione del finale della stagione 2: la missione di Eve Polastri e Villanelle termina con un bagno di sangue e un drammatico colpo di scena.

"Volevo che sapessi cosa si prova... come ti sei sentita?" "Bagnata."

Killing Eve Stagione 2 Episodio 8 You Re Mine 3
Killing Eve: Jodie Comer in una scena del finale della seconda stagione

È un percorso circolare, in un emblematico riflesso del finale della prima stagione, quello che porta alla conclusione di Killing Eve 2, con un analogo cliffhanger nella scena di chiusura. Nella nostra recensione di Killing Eve 2x08, You're Mine, provvederemo dunque a prendere in considerazione non solo questa puntata finale, affidata alla regia di Damon Thomas e alla penna del nuovo showrunner, Emerald Fennell (il quale è subentrato alla creatrice Phoebe Waller-Bridge), ma anche gli elementi costitutivi di una stagione che nel complesso, e al netto di un paio di forzature, si è rivelata decisamente all'altezza dell'apprezzatissimo capitolo d'esordio, mantenendo inalterato lo spirito irriverente al cuore della serie.

Vacanze romane: un finale di sangue per Eve e Villanelle

Fin dal suo debutto, nell'aprile 2018 su BBC America, la sorprendente dark comedy ispirata ai libri di Luke Jennings si è imposta con pieno merito come uno dei prodotti più interessanti del panorama televisivo, risultando fra gli show preferiti da critica e pubblico e conquistando cinque BAFTA Award, fra cui miglior serie TV, miglior attrice per Jodie Comer e miglior attrice supporter per Fiona Shaw, mentre la strepitosa Sandra Oh è stata ricompensata con il Golden Globe e lo Screen Actors Guild Award come miglior attrice. Un successo derivante in buona misura all'originale amalgama fra una materia narrativa da thriller, l'umorismo sferzante che caratterizza ogni episodio e le affascinanti dinamiche nel rapporto fra le due protagoniste, legate l'una all'altra in un gioco fra gatto e topo.

Killing Eve
Killing Eve: Jodie Comer nel finale della stagione 2
Killing Eve Stagione 2 Episodio 8 You Re Mine 2
Killing Eve: Henry Lloyd-Hughes in una scena del finale della seconda stagione

Perché tutto il resto, in Killing Eve, fa da mero contorno alla dicotomia fra l'agente dell'MI6 Eve Polastri e la killer professionista Villanelle. È il motivo per cui già nei primi minuti di You're Mine cala frettolosamente il sipario sulla principale storyline poliziesca della stagione, la 'caccia' all'ambiguo e spietato Aaron Peel (Henry Lloyd-Hughes): la sua uccisione, con Villanelle che gli trapassa la gola da parte a parte al cospetto di un'attonita Eve, darà inizio a un effetto-domino che vedrà le due donne una accanto all'altra nello scenario del centro di Roma, fra alberghi di lusso e suggestive rovine. Non è l'unico momento di tensione della puntata: il picco della suspense si avrà infatti in seguito, con il furioso corpo a corpo fra Villanelle e il sicario Raymond (Adrian Scarborough) e il provvidenziale intervento di Eve, in uno scontro risolto a colpi d'ascia.

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'You're mine': la tentazione del lato oscuro

Se il finale di stagione preme ovviamente sui pedali del ritmo e della suspense, un tema di fondo dell'intero episodio può essere individuato nella fiducia tradita: quella di Eve rispetto a Carolyn Martens (una Fiona Shaw di serafico machiavellismo), quando la detective si rende conto che Carolyn è il vero burattinaio dietro la morte di Peel; e, in maniera speculare, la disillusione di Villanelle verso Konstantin Vasiliev (Kim Bodnia), con un faccia a faccia fra i due che ha il sapore di un malinconico addio. È in momenti come questi, quando lascia trapelare accenni di sofferenza dietro la maschera di giocosa imperturbabilità, che Villanelle si rivela ancora di più un personaggio magnifico, diversissimo da qualunque altra villainess del piccolo schermo; e Jodie Comer è davvero perfetta nel dare corpo e anima ad una psicopatica in cui convivono freddezza, ironia, sadismo e, in filigrana, una disperata solitudine (da tale punto di vista, l'episodio Desperate Times è spettacolare).

Killing Eve Stagione 2 Episodio 8 You Re Mine 6
Killing Eve: Sandra Oh in una scena del finale della seconda stagione

Killing Eve, in fondo, è soprattutto questo: la più perversa love story della TV, l'ultimo tango fra due acerrime rivali unite da una sotterranea sintonia e da un sentimento indefinibile; un sentimento che assume connotati erotici (il loro "amplesso virtuale" in Wide Awake, lo sguardo carico di desiderio di Villanelle mentre Eve si adopera a salvarle la vita) e la dimensione di un confronto con il proprio lato oscuro. Un confronto che, nella scena conclusiva, Eve riuscirà a superare, con il suo deciso rifiuto in risposta all'affermazione - "Tu sei mia!" - che dà il titolo alla puntata. Subito dopo, un colpo di pistola provocherà un sinistro déjà-vu (a parti rovesciate) del finale di un anno fa, in attesa del terzo atto di questa torbida, irresistibile storia d'amore e di morte.

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Conclusioni

Con la recensione di Killing Eve 2x08 giunge al termine la nostra analisi del secondo capitolo di una delle migliori serie degli ultimi anni: un crime drama imperniato sulle contraddizioni morali e i turbamenti emotivi dei suoi personaggi, alternando la focalizzazione narrativa fra due donne dotate di un carisma particolarissimo. E l’anno prossimo spetterà alla nuova showrunner, Suzanne Heathcote, il non facile compito di riprendere le fila del racconto per tornare ad esplorare la “relazione pericolosa” fra Eve e Villanelle.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • Le splendide performance di Sandra Oh e Jodie Comer, capaci di rendere i rispettivi personaggi unici e credibili in ogni sequenza dell’episodio.
  • L’ottima gestione del ritmo e della suspense, con almeno una scena – lo scontro con Raymond – da annoverare fra i momenti cult della serie.
  • Un potente cliffhanger conclusivo, che apre a diversi possibili sviluppi per la prossima stagione.

Cosa non va

  • La chiusura un po’ sbrigativa della storyline legata al subdolo milionario Aaron Peel.