Ogni generazione ha i suoi miti, spesso incomprensibili o trattati con sufficienza da chi ha vissuto in periodi diversi. Ce ne stiamo accorgendo con l'ondata nostalgica degli anni '80, figlia di una generazione di autori che è cresciuta in quel periodo e con quel cinema, e di un pubblico particolarmente ricettivo per quei cult della propria giovinezza. Ma se i ragazzi degli eighties hanno avuto Ritorno al futuro, I Goonies e i Ghostbusters, chi è cresciuto nel decennio successivo ha miti e ricordi diversi, pronti ad essere saccheggiati dal grande e piccolo schermo per preparare la prossima ondata nostalgica.
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Un primo assaggio arriva nelle sale a Capodanno 2018, quando un nuovo Jumanji debutta nel nostro paese. Come per ogni ritorno che l'ha preceduto, anche Jumanji - Benvenuti nella giungla è stato accolto da reazioni contrastanti sin dall'annuncio, con le solite accuse di lesa maestà nei confronti di un classico che vantava la presenza del compianto e inimitabile Robin Williams. Ma le prime voci e i primi trailer ci avevano lasciati speranzosi, perché era evidente un aspetto: non si era tentato di fare una mera copia dell'originale, piuttosto di andare avanti, guardare al mondo presente per adattare la storia ai tempi in cui viviamo.
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Una nuova generazione di giochi
È su questo che si concentra l'incipit del film, che richiama quello dell'originale mostrandoci il ritrovamento casuale del gioco che già conosciamo, ma fa subito il necessario passo avanti. Jumanji infatti è un gioco furbo, pronto a guardarsi intorno e ad adattarsi per sopravvivere, così muta in quello che va per la maggiore nel 1996, l'anno in cui l'apertura è ambientata: una console per giochi elettronici. Un videogioco in cui si imbattono casualmente, con tanto di familiari tamburi battenti, quattro ragazzi delle superiori mentre in punizione ed al lavoro su un vecchio archivio scolastico da riordinare. Quattro ragazzi molto diversi tra loro, dallo sportivo Fridge al nerd Spencer, dalla bella Bethany alla secchiona Martha, che non rinunciano a provare il vecchio gioco appena scoperto. Quel che i ragazzi non sanno è che in Jumanji tutto è terribilmente vero, pericoloso e letale, che prender parte al gioco vuol dire portarlo avanti fino alla vittoria... o la morte.
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Rimescolare le carte
Ma non sono al corrente anche di un'altra importante informazione: il personaggio scelto nell'entrare nel gioco è quello che dovranno interpretare giocando ed è il primo colpo di genio degli autori di questo remake/reboot, un ulteriore espediente per cambiare le carte in tavola rispetto all'originale. Così il nerd Spencer si ritrova nel corpo muscoloso e tutto action di Dwayne Johnson, lo sportivo in quello ben più goffo di Kevin Hart, la superficiale Bethany in quello robusto di Jack Black e l'intellettuale Martha nel corpo, e gli abiti, da esploratrice di Karen Gillan. È la trovata che assicura il tono e le situazioni da commedia, che dà ai quattro interpreti la possibilità di giocare con i propri personaggi, con se stessi e gli stereotipi.
Allo stesso modo il passaggio da gioco da tavola a videogame rinnova Jumanji in quanto ad approccio, situazioni e riferimenti. Gli autori, infatti, giocano a loro volta con il mondo videoludico moderno, inserendo vite extra e game over, cutscenes e personaggi non giocanti che interagiscono con i protagonisti/giocatori nel loro percorso verso lo scontro finale e la speranza di tornare alla rassicurante realtà. Un percorso nel quale tutti e quattro, trovandosi letteralmente nei panni dell'altro, impareranno qualcosa.
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Dal cult al franchise
Non mancano momenti di tensione, ma il regista Jake Kasdan fa un passo deciso verso la action comedy rispetto a quanto fatto da Joe Johnston nel Jumanji originale, e confeziona un film moderno e piacevole, divertente e pieno di ritmo, che fa il suo dovere da blockbuster e non annoia mai lo spettatore. L'altra faccia della medaglia di tale frenesia è una ovvia superficialità nel trattare situazioni e personaggi, ma siamo nel mondo di un certo tipo di videogiochi, e di film, che ha come punti di forza azione, enigmi da risolvere e adrenalina. Jumanji torna quindi mutato ma in forma, passando da boardgame a videogame ma non solo, facendo il grande salto da vecchio cult a potenziale franchise pronto ad accompagnarci nei prossimi anni, se saprà conquistare il gradimento del pubblico.
Movieplayer.it
3.5/5