Dopo aver vinto tutto il vincibile, il 9 febbraio Renée Zellweger si porterà a casa, quasi sicuramente, l'Oscar per la miglior attrice protagonista grazie alla sua interpretazione di Judy Garland in Judy, biopic sugli ultimi anni della cantante e attrice, nelle sale italiane dal 30 gennaio.
Abbiamo incontrato il regista di Judy, Rupert Goold, a Roma, alla Festa del Cinema, dove abbiamo scoperto che il suo rapporto con Judy Garland ha radici profonde: "Ho visto Il mago di Oz quando ero davvero molto giovane: a 3-4 anni" ci ha detto, proseguendo: "Mi ha fatto venire gli incubi per un anno! Al punto che ho pensato fosse un sogno che avevo fatto, non un film. L'ho rivisto a 6-7 anni e ho capito che era un film. Ha avuto un impatto molto profondo su di me. Amo molto il suo lato fantastico. Inoltre mio figlio ha recitato in una produzione di Il mago di Oz 9 anni fa."
Judy, la recensione: Dietro il mito
In Judy assistiamo alla parabola discendente di una star che per molti anni è stata in cima al mondo, ma che ora deve scendere a patti con il fatto che non è più una stella di prima grandezza. Come ci si può reinventare? Secondo Rupert Goold: "È difficile. Trasformiamo le persone in star in un'ora e le buttiamo giù ancora più velocemente: penso che si debba avere compassione. Succede a tutti: capita a tutti di avere periodi di alterna fortuna. Invecchiando possiamo avere 2 o 3 carriere diverse. Succede anche agli attori: un artista non sa mai cosa c'è dietro l'angolo. Quando ti sembra che non stia accadendo nulla, la tua faccia cambia e diventi un altro tipo di performer. È stato così per Garland: quando pensavi che fosse sparita, faceva un'esibizione che ti faceva dire: è tornata!. È ciò che rende la sua storia un esempio."
La vide intervista a Rupert Goold
Judy, il regista Rupert Goold: "Judy Garland? Una farfalla che non è mai stata bambina"
Il ritorno in grande stile di Renée Zellweger
Nel film Judy dice di essere Judy Garland soltanto per due ore al giorno, mentre canta. Il problema sono le altre 22 ore della giornata. Quanto è difficile per gli artisti tornare a essere dei semplici esseri umani una volta scesi dal palco?
Il regista, parlando dell'attrice Renée Zellweger: "Renée direbbe che bisogna avere degli amici che non fanno parte dell'industria: come i cani, lei li adora. Per me non è così difficile, nessuno mi riconosce per strada. Per qualcuno come Renée invece credo sia molto difficile: lei si è presa una pausa di qualche anno dalla recitazione, per ritrovare se stessa. Poi è tornata e tutti hanno detto: Renée è cambiata! Certo, è invecchiata di 6 anni! È quello che succede alle persone. Penso sia stressante. Dipende anche a che età diventi famoso: Renée lo è diventata a 20 anni, a quell'età sei troppo giovane per capire quali saranno le conseguenze. Forse invidiamo ingiustamente star del cinema e cantanti: scendere a patti con la fama è complesso."