Da Cats a Jar Jar Binks: le 10 peggiori decisioni nella storia del cinema

Da Hollywood che si censura adottando il codice Hays al personaggio di Jar Jar Binks nella trilogia prequel di Star Wars, fino al "massacro" di Sergio Leone da parte degli Studios americani. Abbiamo selezionato le 10 peggiori decisioni nella storia del cinema.

Il 'mitico' Jar Jar Binks

Attori supponenti, arroganza in cabina di regia e le più epiche imprese di stupidità. Per ogni classico del cinema come Quarto potere, Il Mago di Oz o Titanic ci sono centinaia e centinaia di disastri come Il conquistatore, Showgirls, Battaglia per la Terra, Cats e via dicendo. L'unica cosa che tutti questi pessimi film hanno in comune è che, durante la lavorazione, qualcuno ha preso una decisione tragicamente sbagliata. Vedi Howard e il destino del mondo, il papero alieno che rischiava di disintegrare il Marvel Cinematic Universe prima ancora che vedesse la luce.

Cats
Cats, una delle peggiori scelte di Hollywood

Dato che la prima pellicola fu proiettata davanti a un pubblico più di un secolo fa (L'uscita dalle officine Lumière), anche noi ci siamo fatti carico di una serie di decisioni difficili selezionando le 10 peggiori nella storia del cinema. Non volendo riempire questa lista di brutti sequel, casting sbagliati o per di più razzisti, abbiamo preferito virare sulle cattive scelte operate a livello produttivo e aziendale. Da Hollywood che si censura adottando il codice Hays fino a Jar Jar Binks di Star Wars. Preparate i popcorn per un viaggio alternativo nella storia della celluloide.

I rifiuti di Burt Reynolds

Burt Reynolds ne La corsa più pazza d'America
Burt Reynolds in La corsa più pazza d'America

Burt Reynolds è stato uno dei divi più contesi di Hollywood. Ha interpretato film culto come Un tranquillo weekend di paura di John Boorman e Quella sporca ultima meta di Robert Aldrich ma ne ha, anche, rifiutati troppi di iconici. A partire dal ruolo di James Bond. L'attore originario del Michigan ha preferito non raccogliere l'eredità Sean Connery, per timore che il pubblico non accettasse uno 007 americano. Ha detto, stupidamente, "No" al Michael Corleone della saga de Il Padrino. Ha regalato il primo Oscar a Jack Nicholson, rifiutando la parte da protagonista nel capolavoro Qualcuno volò sul nido del cuculo e ha fatto la fortuna di Harrison Ford passandogli il mitico ruolo di Han Solo in Star Wars. Anni dopo, ha declinato persino l'offerta di calarsi nei panni che saranno di Richard Gere nella commedia d'oro Pretty Woman.

Michael Bay decide di raccontare l'attacco di Pearl Harbor

Pearl Harbor Ben Affleck Film
Ben Affleck in Pearl Harbor

Col senno di poi, trasformare l'attacco di Pearl Harbor in una storia d'amore diretta da Michael Bay con Ben Affleck, Josh Hartnett e Kate Beckinsale sembra una decisione davvero folle. Ma questo era il 2001; James Cameron aveva trasformato il disastro del Titanic in un epico dramma sentimentale da record e Bay, forte del successo di Armageddon (love story+asteroide+Aerosmith), sembrava l'uomo perfetto per raccontare una liaison tormentata durante l'attacco giapponese.

Hollywood si censura adottando il codice Hays

Dal 1934 al 1968, Hollywood applicò un codice di auto-censura: linee guida morali che limitarono la produzione cinematografica americana per oltre trent'anni. Dal nome del magnate e politico repubblicano William Harrison Hays, il Codice Hays conteneva principi etici e indicazioni specifiche che regolavano ciò che si poteva far vedere, dire e raccontare sul grande schermo.

George Lucas introduce Jar Jar Binks

Jar Jar Binks Star Wars Episode I The Phantom Menace
Jar Jar Binks in Episodio I

Quando il papà di Star Wars rilasciò la trilogia prequel decise di regalare ai piccoli fan della saga un nuovo personaggio a cui potessero affezionarsi, il suo nome era Jar Jar Binks. Peccato, che il dinoccolato Gungan si rivelò il character più fastidioso dell'intera space opera e il merchandising a lui dedicato rimase sugli scaffali degli store. Nemmeno la cover su Rolling Stone è servita a spingerlo nei cuori dei warsie.

C'era una volta in America orrendamente amputato per il mercato statunitense

Una delle scene simbolo di C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA
La scena simbolo di C'era una volta in America

A Hollywood, gli Studios hanno l'ultima parola sul risultato finale di un film. Nel 1984, l'epopea criminale di Sergio Leone fu vittima di questa dittatura. Scontenta dell'eccessiva durata della pellicola (236 minuti, poco meno di Via col vento) e dalla frammentazione temporale della storia, Warner decise di operare di taglio e di montaggio. C'era una volta in America fu, così, ridotto per il mercato statunitense a una versione minimal di 140 minuti. Il risultato fu un film "messo in ordine" cronologico, del tutto incomprensibile e irriconoscibile, e perciò un autentico flop al botteghino.

Gus Van Sant gira il remake di Psycho

Anne Heche nel remake di Psycho
Anne Heche nel remake di Psycho

Cosa hanno in comune Il Mago di Oz, Scarface e La Mosca? Sono tutti remake. Ebbene, alcuni fra i migliori film della storia di Hollywood lo sono. Quando un grande regista vuole rimaneggiare un'opera deve assicurarsi di farlo in modo innovativo e convincente. Peccato che, nel 1998, Gus Van Sant preso da un delirio di onnipotenza decise di rifare Psycho di Alfred Hitchcock, girandolo inquadratura per inquadratura con un esperimento cinematografico di cui nessuno aveva bisogno.

Francis Ford Coppola scrittura la figlia Sofia per il ruolo chiave ne Il Padrino parte III

Padrino3 Scena B
Il padrino - Parte terza: una scena con Sofia Coppola e Andy Garcia

Il Padrino - Parte III è noto come uno dei sequel peggiori di sempre. Erano passati ben sedici anni dal secondo atto della trilogia: il capitolo due più bello della storia del cinema e primo seguito a vincere l'Oscar principale (l'altro è il Signore degli Anelli: Il ritorno del Re). Pressato dagli Studios, Coppola fu costretto a scriverlo e girarlo in tempi record, rimpiazzando Winona Ryder (che abbandonò le riprese per un esaurimento nervoso) con la figlia 18enne Sofia nel ruolo cruciale di Mary Corleone. Peccato che l'esordiente Sofia Coppola si rivelò l'elemento peggiorativo del film. La recitazione non era proprio il suo forte ma si è riscattata in cabina di regia, regalando alcuni dei film più interessanti degli ultimi venticinque anni.

Un papero rischia di disintegrare l'MCU prima ancora che venga creato

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Il mitico Howard

Altro che Thanos. Chissà cosa passò nella testa di George Lucas, quando decise di adattare il fumetto Marvel Howard il Papero nel 1986. Arrivato in Italia come Howard e il destino del mondo, la cringe comedy racconta la storia di un pennuto alieno che sbarca a Cleveland, fa (quasi) sesso con la giovane Lea Thompson in uno dei momenti più disturbanti della storia di Hollywood e combatte il Signore Oscuro dell'Universo. Primo personaggio Marvel trasposto al cinema, l'inquietante anatra animatronica si rivelerà un autentico disastro al botteghino e piovono Razzie come meteoriti. Ci sono voluti altri 22 anni prima che l'MCU vedesse la luce con il primo Iron Man.

La pelliccia digitale in Cats

Taylor Swift Cats
Taylor Swift nell'imbarazzante Cats

L'adattamento dal glorioso musical di Andrew Lloyd Webber, diretto da Tom Hooper (Il discorso del Re), resterà nella memoria come film più brutto del decennio già dalla diffusione del primo trailer, 18 luglio 2019. Il motivo? La raccapricciante pelliccia digitale dei felini antropomorfi (interpretati da un cast stellare) che il team creativo ha dovuto realizzare in tempi strettissimi. Un disastroso flop che la Universal ritira dalle sale e dalla corsa agli Oscar.

Warner Bros si fa soffiare Mamma, ho perso l'aereo dalla Fox per 8 milioni di dollari

Macaulay Culkin interpreta Kevin in Mamma, ho perso l'aereo
Macaulay Culkin interpreta Kevin in Mamma, ho perso l'aereo

Fin dalla suo rilascio, il family-movie con Macaulay Culkin "solo in casa" polverizzò qualsiasi record, generando un franchise e tanta nostalgia Anni 90. Il classico natalizio scritto da John Hughes e diretto da Chris Columbus ha, però, rischiato di non vedere la luce quando il budget di produzione lievitò, considerevolmente, passando dai circa 10 milioni previsti a 18 milioni di dollari. Questo causò grossi problemi, al punto tale che la Warner sospese la produzione, salvo poi essere ripresa quando i diritti del film passarono alla Fox. Non sarà stato un gran Natale per Warner (ormai da 35 anni).