Come sarà il mondo del futuro? Se lo chiede David Lynch nel video di introduzione alla cerimonia di premiazione di Isabella Rossellini, a cui il Torino Film Festival 2020 ha tributato il Premio Stella della Mole per l'innovazione artistica, al debutto in quest'anno davvero diverso dal solito. Isabella Rossellini si racconta rivelando dettagli più o meno noti sulle sue propensioni artistiche e sulle sue passioni, mentre in sottofondo scorrono le immagini della fattoria di Bellport, Long Island, dove l'ex musa di Lynch passa il tempo curando galline, capre, pecore e api e che le manca più di ogni cosa quando è in viaggio per lavoro.
"Non sono mai stata brava a scuola, infatti ho abbandonato il liceo" ricorda la figlia di Roberto Rossellini e Ingrid Bergman. "Da piccola amavo gli animali e volevo far film su di essi, ma negli anni '60 non c'era l'attenzione sul comportamento animale di oggi. Così, non avendo molte opzioni, mi sono scritta a un accademia d'arte e ho studiato per diventare costumista. Quando ho iniziato a fare la modella ho capito che non era poi così diverso, in quel caso gli abiti li indossavo, ma ero comunque nel mondo della moda. Anche da regista, l'importanza dei costumi per me è sempre stata una costante".
Da Velluto Blu alla vita in una fattoria
David Lynch e Isabella Rossellini, amici, collaboratori e per un periodo anche compagni di vita, si sono incontrati a Los Angeles, nel ristorante Alo Alo di proprietà di Dino De Laurentiis. Lynch notò la Rossellini insieme ad altre due ragazze e rimase colpito dalla sua bellezza tanto da decidere di recarsi al suo tavolo per salutare. "'Potresti essere la figlia di Ingrid Bergman' le ho detto, e subito la sua amica mi ha redarguito 'Stupido, ma è lei'. All'epoca stavo preparando il casting di Velluto Blu, ho iniziato a pensare che lei sarebbe stata perfetta e alla fine l'ho scelta. Lavorare con isabella è un'esperienza meravigliosa, il problema è stato che ho finito per innamorarmi di lei e la amo ancora oggi".
Assieme a Lynch, anche i coprotagonisti di Velluto Blu, Laura Dern e Kyle MacLachlan, hanno solo belle parole per Isabella Rossellini che, per Laura Dern, ha dimostrato un coraggio assoluto e radicale nell'interpretare il film. "Non ho mai visto niente di simile. Oggi per me Isabella è una sorella e un'eroina. Una vera donna del Rinascimento che evolve artisticamente nel tempo".
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In ogni circostanza, l'importante è creare
Spirito libero, indipendente e creativo, Isabella Rossellini si considera un perfetto mix tra l'estro artistico del padre e il senso pratico nordico ereditato dalla madre: "La mia creatività la devo ai miei genitori, soprattutto a mio padre che in tempo di guerra ha vissuto un periodo forse perfino più difficile di quello che stiamo attraversando ora. Ha visto due guerre, ma ha realizzato tanti film che appartengono al Neorealismo, cinema povero fatto coi mezzi che c'erano perché sentiva l'urgenza di dire qualcosa. Ho preso da lui, in questo periodo ho fatto uno spettacolo teatrale su Zoom. Non mi scoraggio, anche io cerco di sfruttare quello che ho. L'importante è avere qualcosa da dire, il modo si trova".
Isabella Rossellini non teme le sfide né i salti nel buio. Lo dimostra la sua carriera artistica prima come attrice e poi come regista di cinema e teatro: "Mi sono sempre trovata a mio agio a lavorare con l'avanguardia. Oggi David Lynch e Guy Maddin sono notissimi, ma 35 anni fa, quando ho iniziato a lavorare con loro non lo erano affatto. Ma io amavo il loro spirito pionieristico, mi sembrava di lavorare con mio padre". Coraggiosa e anticonformista, Isabella Rossellini sembra inarrestabile, ma anche lei ammette di avere dei limiti. Il principale? L'avversione per la tecnologia.
"Sono vecchia e faccio fatica a vedere i film in streaming" confessa l'attrice. "Amo andare al cinema, sedermi nella sala buia senza niente che mi distragga. A casa faccio fatica a trovare quella concentrazione col telefono che suona e i cani che abbaiano. Oggi è davvero straordinario potermi connettere con il mondo da casa mia, ma devo ammettere di non saper usare molto bene il pc, quindi devo farmi aiutare da mia figlia. Sono ammirata, ma mi sento un po' persa. Quando faccio un film so che tutto contribuisce alla storia, luci, musiche, suoni, ma io amo andare alle origini. Il mio modello è Georges Melies, che realizzava film fantastici usando una tecnologia elementare. Ecco, quella riesco a capirla".