Inversion Intégrale, inversione integrale. Questo il titolo, a suo modo geniale, della nuova versione di Irréversible, presentata alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia 2019 come evento speciale fuori concorso, nello slot di mezzanotte. Un film controverso, come gran parte dell'opera di Gaspar Noé, che sulla fascetta del DVD francese si vanta addirittura delle reazioni forti del pubblico a Cannes, dove questa violenta storia di vendetta fu selezionata in concorso nel 2002: su quasi 3000 persone presenti alla proiezione di gala nel Grand Théâtre Lumière, poco più di 200 uscirono dalla sala, risposta comprensibile a un'opera molto provocatoria sia per i contenuti forti - la famigerata scena dello stupro, che dura dodici minuti - che per la struttura, essendo il tutto raccontato a ritroso, partendo dalla brutale rivalsa di Marcus (Vincent Cassel) in seguito all'aggressione subita dalla compagna Alex (Monica Bellucci) e arrivando all'antefatto. Un approccio coerente con la filosofia del progetto: tutto è già scritto, e non può essere modificato. A suo modo, quindi, la nuova versione tradisce quel pensiero, e lo esplicita tramite l'unica vera modifica sostanziosa: la scritta finale non è più "Il tempo distrugge ogni cosa", bensì "Il tempo rivela ogni cosa".
Diciassette anni dopo
Il nuovo montaggio di Irréversible è accompagnato a Venezia da Gaspar Noé, Monica Bellucci e Vincent Cassel. Il regista ha spiegato la genesi della riedizione: "Stavo lavorando al materiale d'origine per la versione 4K che uscirà a breve, e mi sono detto che per l'occasione avrei potuto rimontarlo in ordine cronologico, che è una cosa che mi hanno chiesto più volte sia i fan che il produttore. Poteva essere un bonus del Blu-ray, invece uscirà proprio in sala, almeno in Francia." Com'è paragonare le due versioni? "Quando Alberto Barbera mi ha confermato l'invito alla Mostra gli ho chiesto se fosse possibile proiettare entrambi i montaggi, e mi ha risposto che era troppo. Al cinema però ci sarà il modo di vederli tutti e due, e trovo interessante il confronto perché l'empatia dello spettatore varia a seconda della versione." Ha aggiunto del materiale? "No. C'è una scena che avevo tagliato già ai tempi, con il personaggio di Monica in ospedale dopo l'aggressione. Ho preso in considerazione l'idea di reintegrarla, ma penso che sia importante quell'incertezza, il non sapere che cosa le sia successo dopo. In compenso ho tagliato alcune parti, senza dialoghi, che rallentavano il film, quindi la versione cronologica dura sei minuti di meno, è più concisa."
Trovo che il nuovo montaggio metta ancora più in evidenza il contrasto tra la bellezza e la violenza.
Come ricordano l'esperienza i due interpreti principali? "È stato il film più faticoso a cui io abbia mai lavorato", dice Vincent Cassel. "Non c'era una vera e propria sceneggiatura, i dialoghi sono tutti improvvisati. Per la prima scena, dove io e Monica siamo nel nostro appartamento, ho chiesto a Gaspar quanto dovesse durare, e lui mi ha detto 'Tra i due e i venti minuti'. Perché venti? Perché era la durata massima della pellicola. Dopo il primo ciak di venti minuti avevo già dimenticato tutto quello che ci eravamo detti, e al decimo ero stremato." Aggiunge Noé: "Non li ho veramente diretti in quella scena, ho dato delle indicazioni all'inizio, sia a loro che all'operatore della steadicam, e poi mi sono appartato in cucina, a osservare il tutto sul monitor. Il film ha preso forma davanti ai miei occhi." Monica Bellucci ricorda con piacere il metodo a base di improvvisazione: "È stata una vera lezione di cinema, poter recitare ininterrottamente per venti minuti consecutivi. Non succede spesso nei film, ed è stato molto liberatorio, per me, per Vincent, per Albert Dupontel." Hanno visto il nuovo montaggio? "No", dice Cassel. "Amo il film, ma non è facile vederlo due volte. Ho avuto una figlia pochi mesi fa, non ero in vena. Lo rivedrò qui a Venezia con il pubblico." La Bellucci invece l'ha rivisto: "Trovo che il nuovo montaggio metta ancora più in evidenza il contrasto tra la bellezza e la violenza."
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Un tema forte
Com'è rivisitare il film, e il suo tema forte, a distanza di quasi due decenni? "È importante parlare di argomenti forti, scomodi", dice Monica Bellucci. "Se un'opera provocatoria serve anche a questo, come già accaduto per esempio con Arancia meccanica, non ci vedo nulla di male. E poi, come dice Gaspar, niente è più violento della realtà stessa." Aggiunge il regista: "È un film francese, ma la storia potrebbe svolgersi ovunque. È un ritratto della violenza a livello mondiale, non esclusivamente della Francia."
Con tutti e tre riuniti per l'occasione, ci sono idee per una nuova collaborazione insieme? Risponde Noé: "Idee precise no, ma mi piacerebbe molto lavorare di nuovo sia con Monica che con Vincent." Cos'è cambiato maggiormente dall'uscita del film? "Ho due figlie", afferma la Bellucci. "Non so se farei di nuovo un film così estremo, perché potrebbe avere un impatto sulle loro vite, soprattutto a scuola. Come minimo ne parlerei con loro prima." Come si colloca questa esperienza nella filmografia condivisa di Bellucci e Cassel, che all'epoca erano sposati e hanno recitato insieme in otto occasioni? "Questo è il film più importante che abbiamo fatto insieme", risponde lui, "e non avrei potuto farlo con nessun'altra attrice. La nostra complicità facilitò le cose sul set."