Chiamatelo pure signor nessuno, ma lui non lo è. Io sono nessuno (Nobody, in originale) è il nuovo film con Bob Odenkirk, in arrivo al cinema il 1 luglio distribuito da Universal. L'attore americano è perfetto per interpretare un uomo qualunque che in realtà rivelerà parecchie sorprese. Se il suo aspetto fisico lo rende adatto al ruolo, ovviamente Bob Odenkirk è tutto tranne che un signor nessuno, ma uno degli attori americani più versatili in circolazione, partito dal Saturday Night Live per arrivare alle serie cult Breaking Bad e Better Call Saul. È uno di quegli attori che lavorano da una vita e che si rivelano tardi. Ma, quando lo fanno, vuol dire che sono qui per restare.
In Io sono nessuno Bod Odenkirk è Hutch Mansell. È un marito e un padre che tutti sottovalutano. Credono che sia un debole, uno che, ogni volta, ingoia un rospo e lo manda giù, senza reagire, senza farsi rispettare. Un nessuno, un uomo invisibile, una nullità. Però accade qualcosa. Quando due ladri irrompono a casa sua, nella notte, Hutch rinuncia a reagire, per non peggiorare le cose, e non creare ulteriore violenza. Il figlio e la moglie (Connie Nielsen) sono delusi, e sembrano allontanarsi da lui. La rabbia, in Hutch, però comincia a montare. E tirerà fuori dei lati nascosti di un uomo che, forse, proprio un signor nessuno non lo è...
Dal Saturday Night Live a The Office, anzi no...
Ma chi è Bob Odenkirk? Nato nell'Illinois, con origini tedesche e irlandesi, il protagonista di Io sono nessuno nasce come autore e attore comico. Ha iniziato a scrivere sketch comici già all'università, per le radio dei college. I suoi modelli erano il Monty Python's Flying Circus, serie televisiva inglese andata in onda a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, Let's Get Small, un programma di Steve Martin. E poi Woody Allen. Tutto questo lo ha portato a diventare uno degli autori del famoso Saturday Night Live, dove ha scritto degli sketch dal 1987 al 1991. E dove è andato anche in scena, in piccole apparizioni. Qui ha lavorato, tra gli altri, con Adam Sandler e Chris Rock. Ma il suo futuro era accanto a loro, davanti alla macchina da presa e non dietro. Così Odenkirk ha lasciato il SNL per recitare. Avrebbe iniziato a scrivere e a recitare con Ben Stiller, nel Ben Stiller Show. Sul piccolo schermo lo avremmo visto anche in alcune puntate della sitcom Roseanne, da noi conosciuta come Pappa e ciccia. Nella sua storia di attore ci sono state tante false partenze, tanti episodi pilota di serie tv poi non partite. I ruoli televisivi poi sono arrivati, ma sono stati spesso ruoli secondari, in serie come Seinfeld e How I Met Your Mother, E alla fine arriva mamma. Bob Odenkirk ha rischiato di essere anche uno dei protagonisti di The Office: aveva addirittura girato l'episodio pilota, nella parte di Michael Scott. Ma poi accadde che Steve Carell, che era la prima scelta per il ruolo ma non era disponibile, tornò sui suoi passi, e il ruolo fu suo. E Odenkirk girò comunque alcune puntate in un altro ruolo. Riuscire a far ridere è difficile. E proprio per questo alcuni comici poi diventano dei grandi attori. E Bob Odenkirk è uno di questi.
Perché Better Call Saul è meglio di Breaking Bad
Breaking Bad: entra in scena Saul Goodman
Anche il suo ingresso nel cast della serie cult Breaking Bad, nella parte di Saul Goodman, è avvenuta in realtà in sordina. Odenkirk girò tre episodi della seconda stagione. E dalla terza in poi divenne uno dei protagonisti della serie, per restare fino alla fine. Bob Odenkirk entra in scena nell'episodio 8 della stagione 2, che si chiama proprio Better Call Saul, Conviene chiamare Saul. Sono passati poco più di quattro minuti quando va in onda un grossolano spot televisivo che pubblicizza i servizi dell'avvocato Saul Goodman. In video appaiono due persone che sono state arrestate e che dicono la frase chiave: "mi conviene chiamare Saul". E Saul entra in scena alla fine dello spot, a metà tra un avvocato e un imbonitore televisivo. Nella storia di Breaking Bad il Saul di Bod Odenrkirk entra in scena mentre Badger, che è stato arrestato, è interrogato da un detective. Saul, caffè in una mano e il fascicolo nell'altra, parte subito in quarta. "L'accademia vi recluta direttamente nel reparto neonatale? Siete sempre più giovani" dice al poliziotto. "Quella è la porta. Ci sono delle leggi, la maestra dell'asilo non te l'ha insegnato?". Tono affabile, sorriso suadente, Saul crea subito empatia con il suo assistito, benché creda che sia stato arrestato per masturbazione in luogo pubblico invece che per spaccio di metanfetamine. Poco dopo incontra degli agenti federali. "Il suo spot televisivo è spazzatura" gli dicono. "I protagonisti li ha trovati un bordello?" "Sì, quello in cui lavora tua madre", risponde Saul, che sa tenere a bada tutti. E con questo inizio, Bob Odenrkirk non poteva non rimanere nel cast per tutte le altre stagioni, fino alla fine.
Better Call Saul: la storia continua
I panni dell'avvocato Saul Goodman, evidentemente, gli calzavano a pennello. E così, terminata Breaking Bad, Bob Odenkirk li ha indossati ancora. In Better Call Saul, fortunato spin-off di Breaking Bad, è in realtà un prequel, e racconta la storia di Goodman prima del suo incontro con Walter White, il protagonista di Breaking Bad. Guardate l'incipit di Better Call Saul. Bob Odenkirk, nelle immagini in bianco e nero (siamo ai giorni nostri, prima che un flashback ci riporti nel passato), è un Saul che non fa più l'avvocato e si nasconde: è ancora una volta un signor nessuno. Un uomo invisibile, un addetto al banco in un fast food. Il suo volto è nascosto da un cappello da baseball, da occhiali e da un paio di baffi. L'attore americano è uno di quei volti versatili, capaci ogni volta o di scomparire nei suoi personaggi. Quel volto è in grado davvero di essere un viso anonimo, come tanti. E poi di uscire in tutta la sua espressività. Gli zigomi alti, il volto allungato e quegli occhi azzurri che, insieme al suo sorriso, sembrano ridere anch'essi. Quando, poco dopo, veniamo trasportati indietro nel tempo, in aula - a colori - vediamo Saul Goodman in azione, nella sua appassionata e creativa arringa. Uomo qualunque e poi showman, istrione, la qualità di Bod Odenkirk è questa, sapersi accendere e spegnere, scomparire e apparire. E poi colpire, sorprendere, spiazzare. In Io sono nessuno assisteremo proprio a qualcosa di simile. Il suo è un volto che sa essere piatto e poi terribilmente espressivo. Quel modo di increspare le labbra sottili, e le sopracciglia, sono alcuni dei suoi tratti distintivi. E quelle rughe intorno agli occhi sono di quelle rughe che sembrano ogni volta raccontare una storia.
Da Nebraska a Piccole donne
Questa sua capacità di scomparire nei personaggi ha fatto sì che, senza quasi che ce ne accorgessimo, Bob Odenkirk abbia partecipato ad alcuni film importanti, accanto ai suoi successi televisivi. Ha lavorato con Alexander Payne in Nebraska, è stato il presidente Chambers in Non succede... ma se succede, è stato Ben Bagdikian in The Post di Steven Spielberg e l'insegnante del metodo Stanislavsky in The Disaster Artist. Ha prestato la voce al personaggio di Winston Deavor ne Gli Incredibili 2. Ed è stato anche il Signor March in Piccole Donne, diretto da Greta Gerwig.
Io sono nessuno: il volto perfetto
In Io sono nessuno il volto di Bob Odenkirk è perfetto. In realtà è diverso da come ce lo ricordavamo. Tolta ogni espressione di istrionismo, il suo Hutch è in scena con un'espressione attonita, quasi assente, gli occhi sbarrati. I tratti regolari del suo volto sono un po' sporcati dalla barba di qualche giorno, e dalle occhiaie che avvolgono il suo sguardo. Sono quei dettagli che sembrano volerci dire qualcosa del personaggio, quelli su cui un bravo attore sa lavorare. Ma è solo l'inizio di una storia sorprendente, che vogliamo lasciarvi scoprire. Quegli occhi sapranno assumere presto un'altra espressione, quelle labbra sottili e serrate si trasformeranno in un ghigno. "Io sono nessuno", risponde Hutch a chi gli chiede chi sia. Ma chi è davvero Hutch, e cosa sarà in grado di fare Bob Odenkirk, vi invitiamo a scoprirlo andando a vedere Io sono nessuno. Al cinema.