Il pubblico l'ha conosciuto grazie al ruolo di Richard Harrow, l'ex soldato sfigurato protagonista della serie tv HBO Boardwalk Empire - L'impero del crimine, scritta da Terence Winter e prodotta da Martin Scorsese. In realtà il rapporto di Jack Huston con il piccolo e (soprattutto) il grande schermo parte da molto lontano. Il nonno era quel meraviglioso regista di nome John Huston, maestro del cinema hollywoodiano (tra i suoi capolavori The Maltese Falcon e Giungla d'asfalto), sua zia Angelica (due nomination agli Oscar per Rischiose Abitudini e Nemici - una storia d'amore), il padre Tony di professione sceneggiatore.
Abbiamo incontrato Jack qualche tempo fa a Ischia. Con l'Italia ha un rapporto speciale, come ci racconta, dopo averla vissuta per circa sei mesi nel corso delle riprese del remake di Ben-Hur, girato tra Cinecittà e Matera. Il coraggio non gli manca e, nonostante il colossale flop del film negli USA, Huston difende con forza il film ed elenca le ragioni che l'hanno spinto a cimentarsi nel ruolo che fu di Charlton Heston nella leggendaria versione di William Wyler.
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Sul set di un film epico
Che ricordo ha dell'esperienza sul set di Ben Hur?
Jack Huston: È stato incredibile, una bellissima esperienza, la più grande produzione a cui abbia preso parte e, necessariamente, anche quella più istruttiva. La vera fortuna è stata avere la possibilità di girare il film a Cinecittà e Matera, dove ci hanno accolto delle persone meravigliose.
Qual'è stata la parte più impegnativa?
La lavorazione è stata molto dispendiosa dal punto di vista fisico perché per tutte le scene con i cavalli non era possibile avvalersi del CGI e quindi mi sono allenato parecchio. Le riprese sono durate quasi sei mesi e sono state decisamente impegnative. Per fortuna ero in compagnia della mia famiglia che si è innamorata di Roma e abbiamo deciso che magari in futuro potremmo anche trasferirci da voi per un periodo.
Il paragone con l'originale
Non era intimidito dalla possibilità di un confronto con l'originale e quindi dal giudizio severo del pubblico e della critica che avrebbe potuto conseguirne?
Le critiche ci sono sempre. Non dimentichiamoci che anche l'originale era tratto da un romanzo storico di grandissimo successo scritto da Lew Wallace. Il nostro non è il secondo ma il quinto adattamento. È come se quel testo sia un grande paesaggio da cui è possibile creare un gran numero di dipinti. Si presta a moltissime interpretazioni.
Perché il pubblico dovrebbe sentirsi incuriosito dalla vostra?
Non c'è paragone tra i mezzi che abbiamo a disposizione oggi rispetto a quelli di cinquant'anni fa. E questo è il motivo per cui vado al cinema a vedere film epici come Ben-Hur. Ho un grandissimo rispetto per il lavoro di Charlton Heston, la sua famiglia ci ha dato l'autorizzazione per procedere con il remake ed è un film che non avrei girato se non avessi avuto l'impressione che avremmo realizzato qualcosa di speciale.
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Un affare di famiglia
Sente mai il peso dell'eredità che le ha lasciato la sua famiglia?
No, non l'ho mai considerato un impedimento ma un grande orgoglio e un onore. La mia famiglia fa parte dell'industria del cinema da ben quattro generazioni. La settima arte per noi è come un affare di famiglia. Personalmente nessuno mi ha mai fatto pressioni a riguardo. Il mio percorso è stata una progressione naturale. Guardo all'eredità che mi hanno lasciato i miei parenti e spero che un giorno possano essere altrettanto orgogliosi della mia.
Nuove sfide
Sarebbe pronto ad una nuova esperienza televisiva dopo Boardwalk Empire?
Certo, assolutamente! In questo momento sono pieno di impegni legati al cinema ma tutto dipende dal personaggio e dalla parte. Credo che la televisione stia offrendo il meglio. È la famosa Golden Age della tv e non puoi non volerne far parte. Al momento sono felice dei film che ho realizzato e non affretterei i tempi per prendere parte ad una serie tv, visto l'impegno che richiede. Detto questo al progetto giusto non potrei dire di no.
Il prossimo film in cui la rivedremo?
The Yellow Birds con Jennifer Aniston, il film di cui vado più orgoglioso. Ho avuto modo di vederne la versione finale da poco ed è uno dei più bei film recenti. Tratto gli orrori della guerra in Iraq, è diretto da Alexandre Moors, scritto da David Lowery e basato sull'omonimo romanzo di Kevin Powers. È un film speciale diretto da un regista visionario (in Italia sarà distribuito il prossimo anno da Barter Multimedia, ndr).