Mads Mikkelsen è uno di noi: a 15 anni ha visto per la prima volta Indiana Jones e i predatori dell'Arca perduta e da allora ha sognato di diventare l'archeologo avventuriero più famoso della storia del cinema. Quando è arrivata la possibilità di entrare a far parte della saga che sognava da ragazzino non ha quindi esitato: ha accettato immediatamente. E, parole, sue avrebbe accettato qualsiasi ruolo pur di recitare accanto al suo mito: Harrison Ford.
Ironia della sorte, in Indiana Jones e il quadrante del destino, in sala dal 28 giugno, Mads Mikkelsen è l'antagonista del professor Jones. Interpreta Jürgen Voller, astrofisico tedesco che affronta per la prima volta Indy nel 1944, nella Germania nazista. Più di 50 anni dopo, i due si ritrovano a New York: l'uomo è sbarcato sulla Luna e Indiana Jones sta per andare in pensione. Ma un reperto archeologico che conoscono molto bene entrambi li riporta in azione. Uno contro l'altro.
Ecco cosa ci ha raccontato l'attore nella nostra intervista: tra sogni, curiosità e addii. Per Mads Mikkelsen essere sul set di Indiana Jones 5, presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2023, è stato come tornare bambino.
Indiana Jones 5: intervista a Mads Mikkelsen
Indiana Jones e il quadrante del destino, recensione: ancora fortuna, meno gloria
Indiana Jones 5: anche Mads Mikkelsen è fan di Harrison Ford
Quando ero piccola dicevo sempre che volevo essere Indiana Jones, ma tutti mi dicevano che non potevo. Ma credo che Indiana Jones incarni lo spirito dell'avventura, che non ha genere. Secondo te cosa ci vuole per essere Indiana Jones?
Harrison Ford! Lui è Indiana Jones. Ma io ero come te: avevo 15 anni quando l'ho visto e volevo essere lui. E avevo tanti amici, maschi e femmine, che avevano lo stesso sogno. Non so chi ti ha detto che non potevi esserlo, perché quando siamo bambini, nella nostra immaginazione, possiamo essere chiunque vogliamo.
Sei un fan, mi puoi capire: ho sempre amato la sua curiosità, penso sia una delle sue qualità migliori. Però non è facile rimanere curiosi quando cresciamo. Secondo te come si fa?
Bella domanda. Alcune persone lo sono, altre no. Certamente può svanire con gli anni, ma, come dici, è interessante che il personaggio di Indiana Jones lo sia sempre. Anche Harrison Ford è così. Facciamo un lavoro fantastico: come attori possiamo diventare qualcun altro. A volte ci dimentichiamo quanto siamo fortunati. Ma Harrison non lo dimentica mai. Quando lavora gli occhi gli brillano. È ciò che ama: torna a essere un ragazzino! È bellissimo osservarlo e ci ricorda di fare lo stesso.
Indiana Jones 5, Harrison Ford: "Non ho mai seguito fortuna e gloria: voglio solo raccontare storie"
Visto che, ormai lo sai, Indiana Jones ha formato il mio codice morale, ho sempre cercato di seguire il sentiero di "fortuna e gloria". Ma, di nuovo, non è facile. Come si fa secondo te?
Non sono sicuro che Indiana Jones sia la persona migliore da prendere a esempio per il codice morale! Mente, tradisce per ottenere ciò che vuole. Ma lo amiamo lo stesso perché è così affascinante! È una persona in cui ci possiamo identificare, perché ha moltissimi difetti. Quando sogniamo tutti speriamo di poter far parte dell'avventura di Indiana Jones.
Nel film dice che, alla fine, la cosa più importante è quando credi. Penso sia una bella battuta perché è vera per il personaggio, per l'attore e per noi spettatori. Secondo te quanto è importante credere davvero in ciò che vediamo, diciamo e facciamo?
Penso dipenda da chi sei e in che cosa credi. Perché c'è anche chi crede in cose folli! Non solo a livello personale, ma globale. Ma penso che tu abbia ragione: più credi in una cosa più ti ci avvicini. Magari non si riesce sempre a farcela, ma così c'è una possibilità.
Indiana Jones 5: non è un'avventura, è un addio
Dice anche che "questa non è un'avventura": penso che voglia dire che questo è un addio. E visto che anche per te, sia da attore che da fan, è un addio, secondo te che tipo di addio è?
È un grande addio. Ha segnato la mia infanzia, ha segnato la mia generazione e quelle successive. Perfino i miei genitori! È nostalgico. Ma abbiamo cercato di non pensarci mentre giravamo il film, perché ci avrebbe tolto concentrazione. Ma all'ultimo ciak dell'ultimo giorno di Harrison, ovviamente eravamo tutti lì ad applaudire, si vedeva che voleva chiudere e allo stesso tempo rimanere lì per altri mille anni. Perché è un franchise davvero speciale, non solo per lui, ma per tutto il mondo.
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Qual è, da fan, il tuo ricordo più prezioso legato alla saga?
Ovviamente, visto che ora sono una piccola parte di questa famiglia, questo sarà il mio ricordo più prezioso. Ma nessuno può portarmi via la sensazione di quando ho visto la prima volta i primi dieci minuti del primo film. Non avevo mai visto niente di simile. E ancora oggi è così.
Lo ami così tanto che hai accettato di essere perfino un nazista!
Assolutamente! Avrei fatto qualsiasi cosa.