Incontri ravvicinati con la noia
Diretto dai debuttanti fratelli Strause (ebbene sì, dopo i Coen, i Wachowski e gli Hughes abbiamo pure loro), Alien vs. Predator 2 è un thriller fantascientifico minimalista che scommette sul proprio appeal rivolgendosi sostanzialmente a un pubblico giovane e di bocca buona, amante del brand inaugurato dal primo capitolo della saga, quell'Alien Vs. Predator che annoverava nel cast il nostro miglior Raoul Bova da esportazione. Quello di fronte a cui ci troviamo, di fatto, non è che un prodotto di marketing non prettamente cinematografico. Basti pensare alla genesi della saga, clonata sul modello giapponese del monster movie ibrido - i vari King Kong contro Godzilla, Godzilla contro Megalon e così via - che, fin dalla prima apparizione sul grande schermo, ha immediatamente inaugurato un lucroso commercio di videogiochi sotto il marchio AVP. Se dal punto di vista commerciale questi prodotti, che indubbiamente esercitano un discreto fascino sugli appassionati, si dimostrano vincenti, sul piano strettamente cinematografico la musica cambia decisamente.
Alien vs. Predator 2 si presenta, infatti, come una pellicola costruita sulla filosofia che sta alla base del successo del cinema porno, non nel senso letterale del termine, visto che nel film di scene di sesso non ve n'è neanche l'ombra, ma in quello più prettamente strutturale. Mi spiego meglio. Qualsiasi film hard che si rispetti, e che rispetti l'immaginario collettivo del pubblico, sarà introdotto da un breve prologo dove l'idraulico, il tecnico della caldaia o il garzone della pizzeria si recheranno a casa della casalinga vogliosa di turno per scambiare quelle due battute necessarie all'economia generale della pellicola prima di dare il via a ciò che gli spettatori chiedono veramente. E non è un caso che lo stesso Alien vs. Predator 2, dopo un brevissimo teaser che si riaggancia al precedente capitolo della saga, annoveri tra le prime scene l'arrivo del pizzaiolo che fa le consegne a domicilio. Il film offre una breve cornice più o meno credibile, la classica cittadina americana del Colorado guidata dallo sceriffo ligio al dovere in cui, all'improvviso, le mostruose creature si palesano dal nulla infestando ventri e corpi dei tapini che si trovano sul loro passaggio per poi eliminarli a uno a uno in modo piuttosto sanguinolento. Ovviamente tutti i topoi del genere vengono rigorosamente rispettati: abbiamo il manipolo di cittadini composto dai classici personaggi rappresentativi di un qualsiasi paesello americano di provincia - ragazzo difficile con la tendenza al bullismo, bionda sexy e oca, cameriera del fast food, bambina piangente, duro dal cuore tenero, con in più la variante mamma della bambina reduce dell'Iraq - che si uniscono per far fronte all'orribile minaccia e cercare una via di fuga. Di fatto questi personaggi non sono nient'altro che figurine inconsistenti poste ad occupare le scene di transizione tra un'apparizione dei mostri extraterrestri e l'altra. L'unica ragion d'essere della pellicola è quella di mostrare Alien che esce dalle viscere di un qualsiasi umano o Predator che esplora lo spazio circostante con i suoi raggi infrarossi per poi polverizzare ciò si che trova davanti. L'assedio della cittadina di Gunnison non è altro che un preludio al vero fulcro dei film, lo scontro finale tra i due mostruosi esseri.
Se lo scopo ultimo della pellicola è più che esplicito fin dalle prime battute è anche abbastanza inutile recriminare sull'esilità del plot, sulla totale assenza di ironia, sulla superficialità dello script, infarcito qui e là di battute reazionarie e propagandistiche quali "Il governo non mente mai ai cittadini" (e, se proprio vogliamo dirla tutta, non è un caso neppure il fatto che a portare in salvo i pochi superstiti sia proprio la donna soldato, l'unico tra tutti i personaggi dotato di un minimo spessore). Ciò che purtroppo pesa come un macigno sul film è la totale assenza di suspence: la dimensione del thriller non funziona, i brividi scarseggiano, la tensione cede spesso e volentieri il passo alla noia, e gli effetti speciali, di cui i fratelli Strause, titolari della Hydraulx, sono maestri avendo curato la CG di 300, X-Men: conflitto finale e I fantastici quattro, non sono così mirabolanti come ci si aspetterebbe. Le uniche scene degne di nota si limitano a una mostruosa inseminazione di una donna già abbondantemente incinta e del conseguente parto alieno plurigemellare. Con l'inserimento del nuovo Predalien, ibrido che interviene a scompaginare la lotta tra le due fazioni, diventa anche più complicato distinguere con precisione i singoli mostri nel caotico scontro finale che corona una pellicola dove il finale apertissimo lascia presagire che NON finisce qui. Ennesima trovata che infiammerà di passione i fan della saga, ma che farà rimpiangere la bella Ripley e la sua astronave Nostromo a tutti gli altri spettatori.
Movieplayer.it
1.0/5