Una delle consuetudini veneziani degli ultimi anni è l'evento speciale dedicato al lancio del nuovo corto del progetto La Realtà Che Non Esiste, prodotto da One More Pictures con Rai Cinema, subito in catalogo dopo la presentazione al Lido. Il cortometraggio di quest'anno è intitolato (Im)perfetta di Margherita Pezzella ed è il vincitore dell'edizione 2025 del Contest, la settima, con tema relativo all'identità frammentata della realtà in cui viviamo. Un concetto declinato con intelligenza in modalità diverse nel cortometraggio da oggi su RaiPlay e disponibile anche in versione VR, che ha come protagonista Elena, una ragazza di 19 anni che si guarda allo specchio e non si piace, che prova disagio e non riesce a trovare una sua identità.

Le sue insicurezze crollano definitivamente quando il fidanzato la lascia e la ragazza si sente brutta e inadeguata, arrivando a chiudersi in casa per giorni, finché non arriva a consolarla una nuova amica virtuale, Marta Tiberini, un profilo che Elena scopre online e dal quale resta affascinata. La creator è bella, sicura di sé, ma soprattutto ha i trucchi e le strategie giuste per risolvere i problemi di Elena, tra cui le pillole dimagranti dal nome di Perfetta, che sembrano la soluzione per tutto. Marta diventa un modello di perfezione e obiettivo da raggiungere, ma la delusione è dietro l'angolo ed Elena imparerà il valore della propria imperfezione quando la vera identità di Marta verrà svelata dalla Polizia Postale.
La giusta amplificazione per temi importanti

L'obiettivo de La Realtà Che Non Esiste è di portare questi corti, e quindi questi temi, a un pubblico il più ampio possibile, come sottolineato da Carlo Rodomonti di Rai Cinema, che ha ricordato come siano sempre "i corti più visti nelle settimane in cui sono stati lanciati". Tanto che One More è da sempre "innamorata di questo progetto", come spiegato dall'amministratore delegato Gennaro Coppola, "perché l'audiovisivo resta il prodotto di divulgazione di idee più potente, un sistema per veicolare messaggi forti a un pubblico molto ampio".
Ed è importante quindi "continuare a sensibilizzare un mondo che sta subendo un attacco digitale. Passiamo un terzo della nostra esistenza attaccati a uno schermo, una parte importante" ha infatti aggiunto, ricordando come sia "un numero che andrà a crescere", rendendo questo punto un aspetto molto bello, ma anche "una grossa minaccia" visto che è difficile intuire i limiti su cui andremo a operare, essendo una tecnologia così giovane.
Il Contest di One More Pictures e Rai Cinema

Importante ricordare che si tratta di un contest e che il progetto che dà vita al corto pubblicato su RaiPlay è stato selezionato da una giuria, il "modo migliore per dare spazio a giovani talenti", con Rai Cinema che in questo progetto insieme a One More Pictures "fa il servizio pubblico in tutta la sua potenza". Lo sottolinea Paolo Del Brocco: "con questo progetto ci rivolgiamo da diversi anni soprattutto ai giovanissimi, ma è ormai evidente che dobbiamo parlare un po' a tutti" come la recente cronaca ha insegnato e attraverso RaiPlay "possiamo arrivare a pubblici molto diversi" arrivando anche ad avvicinare al cinema quei ragazzi che la piattaforma Rai riesce a raggiungere. "A Venezia possiamo avere quattro film in concorso" ha detto ancora Del Brocco, "ma questo spazio è tra i più significativi anche per il messaggio."
Lo specchio del digitale
Un messaggio che è chiaro sin dal poster e che ha spiegato lo psicoterapeuta Alessandro Raggi: "L'identità come tutti sappiamo è un complesso multifattoriale, ognuno di noi la definisce in base a tanti fattori. Ci sono delle persone che vivono dei disagi in base ai quali l'identità si assottiglia e vive soprattutto attraverso il corpo. Il cibo diventa così un veicolo attraverso cui raggiungere un ideale del corpo." Per questo motivo (Im)perfetta "racconta bene quello che accade a molti adolescenti. È importante sdoganare che sia il canale il problema, il problema è come viene usato. Dobbiamo rendere sempre di più la rete un network e sempre meno un mezzo di realizzazione personale. Se diventa un network è un antidoto, se diventa uno specchio idealizzante ci si può far male."

Suggestioni importanti che fa sue anche Barbara Strappato della Polizia di Stato: "Dobbiamo usare alcune parole senza tirarci indietro. Una è educazione, un'altra è consapevolezza, che dobbiamo far crescere anche negli adulti. Un altro ancora è il dialogo che rappresentano la protagonista e la madre interpretata da Valeria Solarino. Molte ragazze e ragazzi che hanno problemi alimentari si isolano, sono oggetto di reati anche gravi, preferiscono amicizie soltanto virtuali e possono essere vittime di tantissimi reati. Tutti temi che abbiamo raccontato con i corti degli anni scorso e che con questa storia siamo riusciti a raccordare tra loro."
Il tutto con l'amplificazione che la canzone di Francesca Michielin può dare, una nuova versione di Quello che ancora non c'é, (Im)perfetta Edition, che la cantante ha realizzato per supportare questa causa.