Innanzitutto, una breve (ed insolita) premessa autobiografica: quando, poco meno di cinque anni fa, Il trono di spade venne trasmesso per la prima volta in Italia, il sottoscritto, tolkeniano di ferro fin dalla tenera infanzia, decise di cimentarsi con questa nuova serie, di cui conosceva poco o nulla, spinto da una genuina curiosità e da un debole per il fantasy medievale. Come sarà accaduto però anche a qualche altro spettatore della prima ora, gli entusiasmi iniziali si raffreddarono gradualmente, e giunto al penultimo episodio della prima stagione decisi di accantonare (temporaneamente?) la visione.
Del resto, in un panorama televisivo che all'epoca ancora offriva capolavori quali Mad Men, Breaking Bad, Damages e le prime, gloriose stagioni di Homeland ed American Horror Story, non si poteva certo pretendere di avere il tempo per seguire tutto, e una serie completamente corale come quella di David Benioff e D.B. Weiss richiedeva una certa quantità di tempo - e di attenzione - per coinvolgerci fino in fondo nelle sorti dei suoi numerosissimi personaggi.
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L'inverno sta arrivando... anche d'estate
Facciamo ora un salto di qualche anno e arriviamo all'estate 2015. L'estate, da tradizione, è il periodo più propizio per il cosiddetto binge-watching, grazie ad una maggiore quantità di tempo libero e a temperature che non invitano troppo a mettere piede fuori casa più del dovuto; e nel giugno 2015, come ricorderete senz'altro, il principale argomento di discussione fra gli appassionati di serie TV era il clamoroso finale della quinta stagione de Il trono di spade, nonché la sorte di Jon Snow. Così, stimolato da un buzz soverchiante, dall'incarico di occuparmi della copertura mediatica degli Emmy Award (ricordate come andò a finire l'anno scorso?), dalle esortazioni di qualche amico e collega e dal rimpianto per aver abbandonato la serie con troppa fretta, chi scrive decise di ritentare l'impresa e riprendere Il trono di spade dal principio. Una 'rimonta' non priva di difficoltà, ma che, a quasi un anno di distanza, mi ha portato alla pari con la programmazione originale... giusto in tempo per assistere quasi "in diretta" a Battle of the Bastards e The Winds of Winter, ovvero due fra le più intense ore di spettacolo non solo della serie HBO, ma dell'intera televisione contemporanea.
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E proprio sull'onda del meraviglioso epilogo della sesta stagione, e dovendo riempire i lunghi mesi di attesa per il ritorno de Il trono di spade, molti di voi potrebbero essere tentati dall'idea di colmare finalmente questa lacuna e provare a capire cosa abbia di tanto speciale la serie di cui quasi tutti parlano senza sosta da cinque anni, fra lodi sperticate (e ben meritate), professioni di fede e manifestazioni di disperazione per la morte dei rispettivi personaggi preferiti. Ebbene, avendo recuperato in meno di un anno un totale di ben sessanta episodi, posso assicurarvi che il gioco (dei troni) vale decisamente la candela, ma che si tratta di un viaggio per il quale bisogna essere preparati. Quello che segue, pertanto, è un ideale vademecum per i neofiti de Il trono di spade: tutte le persone che, senza aver mai letto una riga di George R.R. Martin, desiderano comunque esplorare le terre di Westeros ed Essos, e a cui potrebbero risultare utili questi cinque consigli per non 'soccombere' come accaduto (letteralmente) a buona parte degli abitanti dei Sette Regni...
1. Who's who: imparare nomi e personaggi
È il primo, vero, grande incubo di tutti i neofiti de Il trono di spade: capire con relativa sicurezza costa stia accadendo, ma soprattutto chi siano quelle decine e decine di personaggi che compaiono e scompaiono dallo schermo, che pronunciano nomi altisonanti, che si lanciano in lunghi dialoghi (o monologhi) relativi ad argomenti di cui, in teoria, noi spettatori alle prime armi dovremmo avere una certa cognizione di causa, mentre in pratica non abbiamo idea di cosa stiano dicendo. In una serie in cui ad ogni episodio sembrano saltar fuori nuove sottotrame, in cui la conta dei personaggi è pressoché infinita e in cui ciascuna puntata contiene più attori di un film di Robert Altman, il primo consiglio che possiamo darvi è questo: cercate di tenere nota il più possibile di "chi è chi" nel mondo creato da Martin. Partendo magari dalla memorizzazione delle grandi dinastie rivali per poi provare a costruirvi una mappa mentale della fitta rete di protagonisti, parenti, congiunti, alleati e nemici (o perlomeno di quelli più importanti).
Per chi tende a confondere le fisionomie, una buona soluzione potrebbe essere mettere in pausa l'episodio e cercare su internet le informazioni essenziali sul personaggio in questione (attenzione però: un'occhiata di troppo, una parola sbagliata e rischiate l'effetto spoiler già dalle prime puntate!). Per chi invece non avesse voglia di "interrompere l'emozione", inutile crucciarsi più di tanto: continuate pure a guardare e ad ascoltare, tenendovi i vostri dubbi, e sappiate che prima o poi imparerete a distinguere con più sicurezza i Lannister dagli Stark. Per quanto riguarda la conoscenza dei nomi, quello è un processo che richiederà ancora più tempo, soprattutto perché ne Il trono di spade nomi, titoli ed epiteti non sono proprio semplicissimi: pensate solo a Daenerys Targaryen, nata dalla tempesta, la prima del suo nome, Regina degli Andali, dei Rhoynar e dei Primi Uomini, Signora dei Sette Regni, protettrice del Regno, Principessa di Roccia del Drago, Khaleesi del Grande Mare d'Erba, la non-bruciata, madre dei draghi, Regina di Meereen, distruttrice di catene... può bastare?
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2. Accettare serenamente di non poter imparare tutti i nomi e i personaggi
Vi siete appuntati il nostro primo consiglio? Bene, ora posate la penna e mettetevi l'anima in pace: salvo interrompere gli episodi della prima stagione a una frequenza media di ogni cinque minuti, guardando la serie con un block notes accanto a voi, e a meno che non possediate una memoria prodigiosa (o abbiate già letto i libri di Martin, ma questa guida non è rivolta certo a tale categoria), non potrete/potremo mai ricordare alla perfezione tutti i nomi, i cognomi e le parentele di ogni singolo volto che comparirà sullo schermo tra una puntata e l'altra. Anche perché, meglio saperlo subito, alcuni personaggi secondari (ma nemmeno troppo) sono destinati a scomparire dall'orizzonte della serie anche per sei o sette episodi di fila, per poi rispuntare all'improvviso trasmettendoci una vaga sensazione di déjà vu: visi già noti, nomi che potrebbero dirci qualcosa ma dei quali lì per lì ci sfugge la precisa collocazione.
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La buona notizia, prima che decidiate di abbandonare la serie ancora prima di averla iniziata, è questa: una conoscenza quanto più possibile precisa dei personaggi è ovviamente auspicabile, ma qualche piccolo, occasionale "buco nero" non comprometterà più di tanto la vostra fruizione di una serie tanto intrigante. Del resto, qualcuno di noi può davvero giurare di aver tenuto a mente tutti i nomi dei personaggi di Fedor Dostoevskij o di Lev Tolstoj? Eppure, lo smarrimento di fronte a certi nomi complicatissimi non ci ha mai impedito di leggere ed apprezzare le oltre mille pagine dei grandi romanzi russi dell'Ottocento... dunque, perché dovremmo aver paura di far fronte alle circa cinquanta ore di visione complessive de Il trono di spade? Considerate inoltre che, al termine di ciascun episodio, potete sempre leggere le recensioni della nostra super-esperta Alessia Starace, che offrono un esauriente riepilogo di tutto ciò che si è verificato, nonché degli innumerevoli dettagli che potrebbero esservi sfuggiti (insieme a retroscena, ipotesi e legami con la fonte letteraria). E in ogni caso, a mali estremi, non va sottovalutato il sublime divertimento nell'affibbiare a questi tizi dai nomi improbabili i nostri soprannomi personali (Honest Trailers docet...).
3. "You know nothing, Jon Snow" (figurati noi!): evitare le distrazioni
È l'indiscutibile punto di forza, ma in alcuni casi pure il principale handicap delle serie TV rispetto al cinema: i ritmi dilatati. Se infatti un film ha la necessità di condensare un numero più o meno alto di eventi nelle circa due ore d'ordinanza, una serie TV può prendersi i propri tempi, senza puntare necessariamente all'essenziale, ma diluendo la narrazione in maniera più calma e distesa. La controindicazione, però, è rischiare di perdere l'attenzione dello spettatore. Ora, a prescindere dai gusti, Il trono di spade non è certo una serie che si possa definire 'lenta' o prolissa: al contrario, ogni puntata ci regala qualche sequenza clou e i colpi di scena non mancano. Tuttavia, dal momento che ogni stagione si sviluppa nell'arco di dieci episodi per quasi nove ore totali, la tensione non può mantenersi sempre a livelli alti, e bisogna ammettere che ogni tanto le puntate meno ispirate incappano in qualche lungaggine; a questo si aggiungano le preferenze individuali per l'una o l'altra storyline, ed ecco che chi scrive, ad esempio, è spesso caduto nella tentazione di sfruttare gli interminabili vagabondaggi di Daenerys e del suo seguito da un regno all'altro per andare a controllare la lavastoviglie, prendere la vaschetta del gelato dal freezer e dare un'occhiata alla posta elettronica.
Tutto è lecito, naturalmente, e in fondo perfino William Shakespeare, ai suoi tempi, era consapevole che il proprio pubblico si sentiva autorizzato a distrarsi in ogni maniera possibile e a fare confusione durante i suoi spettacoli... ma per esperienza personale, la raccomandazione è quella di ridurre al minimo le possibili perdite di concentrazione. Anche considerando che, specialmente per i neofiti, la situazione di partenza già non è fra le più semplici, quindi è bene mantenere gli occhi aperti e tenere duro pure durante le storyline meno avvincenti: perché se è vero che il povero Jon Snow non sa niente, noi spettatori alle prime armi non stiamo messi poi tanto meglio...
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4. "Ricordati che devi morire!": non affezionarsi a nessuno
È la croce e delizia di tutti gli amanti delle serie TV: la morte, spesso inaspettata, di uno dei personaggi principali, a volte di beniamini del pubblico. Quasi tutte le serie di lunga durata (talvolta addirittura le sit com!) prima o poi hanno dovuto "far fuori" uno dei loro protagonisti: ma mentre questi sono generalmente eventi eccezionali nella storia di una serie, per Il trono di spade la "signora con la falce" è invece una habituée. George R.R. Martin, infatti, è famoso (o dovremmo dire famigerato?) anche al di fuori della cerchia dei propri lettori come il serial killer per eccellenza della letteratura fantasy. E dunque, ad ogni stagione un cospicuo numero di personaggi finisce sotto la mannaia (in senso sia metaforico che letterale), con una morìa particolarmente feroce negli ultimi due episodi di ciascuna stagione: proverbialmente efferata rimane a tal proposito The Rains of Castamere, nona puntata della terza stagione, con una carneficina che fece versare fiumi di lacrime ai fan. Cosa consigliamo ai neofiti, perciò? Semplice: non affezionatevi ad alcun personaggio... o perlomeno, non affezionatevi troppo. E ve lo dice uno spettatore che, fin dalla prima stagione, è stato un fiero membro del Team Stark, inconsapevole di cosa lo attendeva...
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5. Sopportare l'insostenibile leggerezza dell'essere spoilerati
Direttamente correlato al paragrafo precedente è il quinto e più rilevante aspetto di cui vogliamo parlare ai futuri spettatori de Il trono di spade, il peggiore spauracchio di tutti gli amanti delle serie TV, la kryptonite senza antidoto di chi non ha né tempo né forze per farsi le maratone notturne in contemporanea con la programmazione americana: lo spoiler. E come avrete già intuito, in un racconto in cui sovrabbondano i colpi di scena, le morti dei personaggi e addirittura le loro resurrezioni (ops!), e in una serie con un seguito enorme ed estremamente attivo sui social network, lo spoiler non è solo un rischio altissimo: è una realtà tragica e ineluttabile, di cui prendere atto con stoica fermezza e rassegnata pazienza. Una realtà che si abbatte impietosa perfino su chi conta di recuperare i singoli episodi entro le ventiquattro ore dalla messa in onda originale (dopo le ventiquattro ore, qualunque speranza di riservatezza si tramuta in pura utopia), figuriamoci per chi è indietro di sei stagioni!
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Ma per i neofiti, a sorpresa esiste un risvolto positivo: e cioè che, proprio in virtù della distanza di tempo dalla programmazione delle prime stagioni, e della naturale difficoltà a tenere a mente nomi e fisionomie, il novantanove percento degli spoiler che vi sarà capitato - involontariamente - di leggere sui siti di spettacolo o sui social media non vi faranno alcun effetto... perché, molto semplicemente, li avrete già belli che dimenticati! Impossibile infatti mantenere un preciso body count de Il trono di spade (si parla di numeri a tre cifre), quindi figuriamoci se uno spoiler letto per caso un anno fa, su un personaggio che allora vi risultava un completo estraneo, può compromettere la vostra visione de Il trono di spade oggi. Ciò detto, purtroppo ci sono almeno un paio di illustri eccezioni in merito a spoiler che ormai sono entrati a far parte dell'immaginario collettivo: per carità, non vogliamo rovinarvi nulla, ma tutti sappiamo della nomea che circola sui personaggi interpretati dal povero Sean Bean, o del fatto che un certo guerriero impersonato dal riccioluto Kit Harington ha dimostrato una refrattarietà al trapasso da far invidia agli highlander di Beautiful...
Post scriptum: stay alive and enjoy the show!
Abbiamo provato, basandoci sulla nostra esperienza di spettatori, a fornirvi qualche suggerimento utile per muovere i primi passi nel suggestivo universo de Il trono di spade. Ma forse la verità è che non esiste una singola maniera 'giusta' per vedere ed apprezzare una serie TV: per alcuni Il trono di spade diventerà un'ossessione con la quale emozionarsi, piangere e imparare a menadito ogni singolo nome di ogni singola comparsa, per altri sarà solo un piacevole passatempo per le serate estive, per altri ancora - la maggioranza - una delle infinite vie di mezzo fra i due estremi. A parte tutto, e a prescindere dalla quantità di spoiler a cui riuscirete a resistere, il nostro augurio è che possiate godervi quanto più possibile, ciascuno a proprio modo, una delle serie più coinvolgenti e innovative dei nostri tempi: magari scatterà un irresistibile colpo di fulmine, o forse sarà un amore che, dopo le prime incertezze, crescerà un po' alla volta, fino a cementificarsi in un rapporto solido e duraturo, oppure rimarrà una passione effimera interrotta prima del tempo, lasciando però (speriamo) un piacevole ricordo.
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In ogni caso, per chi vorrà intraprendere questa avventura tra i Sette Regni, le sorprese, le risate e i brividi non si faranno attendere, senza contare che la capacità drammaturgica e di messa in scena della serie costituisce comunque un motivo di ammirazione per chiunque sappia apprezzare il valore di una narrazione ben costruita e rappresentata (e non a caso diversi episodi si attestano come autentici capolavori televisivi). Detto questo, ci limitiamo a ricordarvi che l'inverno sta arrivando (stavolta per davvero), Jon Snow continua a sapere poco e niente e, da parte nostra, non vediamo l'ora che il "gioco dei troni" ci regali un nuovo, strepitoso round, più agguerrito che mai. Che altro aggiungere? Enjoy the show, and (è proprio il caso di dirlo)... stay alive!
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