Recensione Dracula il vampiro (1958)

La pellicola si contraddistingue per una notevole eleganza nella regia, che alterna piani fissi a sapienti movimenti di macchina atti a costruire il regime di suspence che avvolge lo spettatore fin dal lento ingresso nel castello del vampiro.

Il signore delle tenebre

Trasposizione piuttosto fedele del romanzo di Bram Stoker, questa versione del mito di Dracula girata nel 1958 ha vari meriti: innanzi tutto il grandissimo successo della pellicola permette alla sua casa di produzione inglese, la Hammer Films, di acquisire la leadership nella produzione horror anni '50 superando la concorrenza delle ben più potenti major americane, in più il film stabilisce i canoni che contraddistinguono il moderno vampiro cinematografico.

L'interprete del conte Dracula, il leggendario Christopher Lee, pur essendo presente sullo schermo soltanto 10 minuti, dà vita al vampiro più magnetico e sensuale di tutti i tempi trasferendovi una carica erotica fino ad ora completamente assente. Lo stesso morso del vampiro, sempre mostrato in primo piano, perde la sua carica drammatica per assumerne una più sensuale; le vittime di Dracula, per la maggior parte donne bellissime, sembrano godere di un sottile piacere proibito, seppur doloroso. Gli stessi canini sporgenti sono una geniale invenzione del regista Terence Fisher, ma ben presto si trasformano in una vera e propria icona della figura del vampiro insieme agli abiti scuri ed allo sguardo ipnotico.

Primo di una lunga serie di film diretti ed interpretati dallo stesso cast, al Dracula - Christopher Lee si contrappone un alter ego altrettanto notevole, Peter Cushing, che interpreta il ruolo del dottor Van Helsing, scienziato che ha dedicato la propria esistenza allo studio del vampirismo nel tentativo di localizzare ed eliminare Dracula, origine di tutti i non morti. Al lugubre magnetismo di Lee si affianca così l'elegante e misurata compostezza molto british del grandissimo interprete inglese protagonista di moltissimi film. La pellicola si contraddistingue per una notevole eleganza nella regia, che alterna piani fissi a sapienti movimenti di macchina atti a costruire il regime di suspence che avvolge lo spettatore fin dal lento ingresso nel castello del vampiro che accompagna lo scorrere dei titoli di testa, ad essa occorre aggiungere un suggestivo montaggio creativo ed una colonna sonora d'atmosfera composta da James Bernard, tutto ciò immerso nell'atmosfera dell'Inghilterra vittoriana nella quale è ambientata la pellicola. Il lugubre paesaggio intorno al castello del vampiro e la Londra ottocentesca sono dipinti a tinte forti grazie all'uso di colori intensi, con prevalenza del rosso (il colore del sangue), i quali, contrapposti al bianco e nero della Universal, diventano il marchio caratteristico degli horror targati Hammer contribuendo così al grande successo della sua produzione orrorifica all'interno della quale Dracula il Vampiro può indubbiamente essere considerato il capolavoro assoluto nonché uno dei più bei film realizzati sul mito di Dracula.

Movieplayer.it

3.0/5