È su Sky dal 18 marzo Il Re, serie originale con protagonista Luca Zingaretti nel ruolo di Bruno Testori, direttore di un carcere in cui viene ucciso uno dei responsabili e scatta una caccia all'uomo. Nel cast anche Anna Bonaiuto, che interpreta il pubblico ministero Laura Lombardo, e Barbora Bobulova, moglie del protagonista, Gloria, in odore di separazione.
Scritta da Stefano Bises, Peppe Fiore, Bernardo Pellegrini, Davide Serino, Il Re esplora il microcosmo del carcere in 8 episodi, con dinamiche che ricordano la serie americana The Shield, ma rese attuali. Si parla per esempio di cellule terroristiche all'interno della prigione.
Abbiamo parlato di Il Re con le attrici Anna Bonaiuto e Barbora Bobulova, che hanno amato la natura più dark della serie originale Sky, in particolare la prima, che per il suo personaggio si è ispirato a donne di legge che ha davvero conosciuto,
Il re: la video intervista ad Anna Bonaiuto e Barbora Bobulova
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Quanto è divertente recitare in una serie in cui i personaggi non solo sono attratti dall'oscurità, la amano?
Anna Bonaiuto: Molto interessante. Partecipare a una storia dove non troviamo soltanto la moglie, il marito, i bambini, magari con atteggiamenti anche consolatori, è bellissimo. Questa è una storia anche feroce. Molto realistica, anche se girata con un senso estetico. È una storia in cui non si fanno sconti. Il mio personaggio, fin dal momento in cui ho letto la sceneggiatura, ha anche degli aspetti irritanti. È molto sarcastica e dura. Questi personaggi hanno tutti personalità molto forti.
Barbora Bobulova: Questa storia è piena di tenebre. Il mio personaggio forse è l'unico che riesce a portare la storia al di fuori di queste tenebre, porta un po' di luce. È un raggio di sole.
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Il pubblico ministero Laura Lombardo sembra una fusione tra Crudelia De Mon e il personaggio di Glenn Close in Damages. Quali sono state le fonti di ispirazione?
Anna Bonaiuto: Spero di non essere arrivata alla ferocia di Crudelia De Mon. In realtà mi sono ispirata anche a conoscenze personali. Già in sceneggiatura era un personaggio molto estremo, tranchant, sarcastica, priva di dolcezze. Questo a me è piaciuto moltissimo. Ho conosciuto dei giudici donna che sono di una serietà e di una moralità terribili. Donne che, se vogliamo, hanno anche rinunciato alla propria vita privata per potersi dedicare completamente a questo senso della giustizia. Facendo ovviamente tre volte la fatica che fa un uomo nel suo lavoro. Soprattutto un lavoro così. Probabilmente bisogna essere tre volte più duri per poter resistere.
Nella serie viene rappresentata la rabbia sociale: che è comprensibile ci sia in un carcere, ma rispecchia anche quello che sta accadendo fuori in questi ultimi anni, in cui si sente sempre di più. Come è stato esplorarla?
Barbora Bobulova: In questa serie tutti sono aggressivi e hanno bisogno di qualcuno che li aiuti a superare questa rabbia. Forse il mio personaggio è l'unico che cerca un po' di calmare queste acque. Di calmare soprattutto il protagonista, Bruno, di riportarlo a ragionare e vedere le cose da un'altra prospettiva.