Il nostro cuore cinefilo batte di rinnovato vigore mentre scriviamo la recensione de Il principe cerca figlio, perché torna a quel 1988 in cui Eddie Murphy era in una fase d'oro della sua carriera e costruiva sul suo personaggio e la sua comicità un film come Il principe cerca moglie, destinato a diventare un cult della commedia americana di quegli anni. Il suo principe Akeem torna a oltre trent'anni con una nuova storia all'insegna della nostalgia che ne riprende suggestioni, personaggi e situazioni, diretta da Craig Brewer, immaginata per la sala e proposta in esclusiva da Prime Video dal 5 marzo 2021 (e potete guardarlo seguendo questo link).
Una sorpresa per il principe Akeem
Il principe cerca figlio prende le mosse nel rigoglioso regno di Zamunda, dove l'Akeem di Eddie Murphy è appena stato incoronato re e riceve una notizia intuibile sin dal titolo di questo sequel e che lo costringe a partire insieme al suo fidato consigliere Semmi per una nuova ricerca di natura diversa dalla precedente. La destinazione è la stessa in cui oltre trent'anni fa si era recato per trovare una moglie e l'indipendenza, quella "terra delle opportunità" in cui tutto era iniziato: il Queens, il quartiere di New York che Akeem guarderà con occhi nuovi e una diversa consapevolezza di sé e del mondo.
Un gran cast per popolare Zamunda
Anche se il titolo originale ricalca quello del predecessore con un Coming to America 2, in realtà agli USA è dedicata una porzione di storia inferiore al primo storico capitolo, e ci si muove soprattutto in quel di Zamunda. Il paese natale del principe Akeem è rappresentato in modo molto più dettagliato ed esaustivo di quanto visto nel primo film, ma è anche popolato da una serie di volti noti che vanno a comporre un cast ricchissimo: infatti accanto al protagonista Eddie Murphy (che si ritaglia, come ne Il principe cerca moglie, lo spazio per dar vita a una manciata di figure di contorno), torna il padre e sovrano interpretato da James Earl Jones, ritroviamo Arsenio Hall nei panni dell'accompagnatore e consigliere reale Semmi, ma si aggiungono interpreti come Leslie Jones, Tracy Morgan, Wesley Snipes e un paio di sorprese che non citiamo.
È l'occasione per scherzare e riflettere sulle "libertà che esistono fuori da Zamunda", accennando soltanto a cosa e quanto sia cambiato in USA dalla prima visita del principe Akeem ad oggi, tra Uber e altri risvolti della modernità, in un confronto tra due mondi che non si discosta molto da quanto già fatto negli anni '80 e che si affida a una comicità che oggi ha un che di anacronistico. È il problema dei sequel o remake realizzati a tanti anni di distanza dal film a cui si ispirano, tra l'esigenza di ricalcarne lo spirito e la difficoltà di attualizzarne modi e temi.
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All'insegna della nostalgia
Ma è un problema che Il principe cerca figlio sceglie consapevolmente di evitare, perché il film ha il sapore della reunion tra i membri principali del cast base che danno la sensazione di essersi divertiti sul set più di quanto riescano a divertire gli spettatori; un More of the Same che vuole riproporre quel che è stato, puntando soprattutto al pubblico che aveva amato il precedente, piuttosto che inseguire nuovi spettatori, al netto di un paio di cadute di stile che abbassano un po' troppo il livello. Lo fa anche con autoironia, mettendo in bocca ai suoi protagonisti la domanda che tanti si pongono quando si ha a che fare con seguiti, remake o revival: "Se una cosa è bella, perché rovinarla?"
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Non riceviamo una vera risposta, né ne abbiamo una noi da proporre, perché alla fine la forza della nostalgia che anima queste produzioni è superiore a qualsiasi prudenza che inviterebbe a desistere, ed è sufficiente ad alimentare l'onda lunga dei revival che continua a raggiungere le sale, quando possibile, e le piattaforme streaming.
Conclusioni
In chiusura della recensione de Il principe cerca figlio non possiamo che sottolineare quanto sia la nostalgia il motore principale che muove questo sequel e tante operazioni simili che si sono realizzate negli ultimi anni e che si continueranno a produrre. L'approccio è di un rassicurante More of the Same in cui il cast si diverte a ripercorrere i propri personaggi e le suggestioni di quel film che aveva raccolto un ottimo riscontro da parte del pubblico. La sensazione, però, è che gran parte di questo divertimento non riesca a superare i confini del lontano regno di Zamunda per raggiungere il pubblico.
Perché ci piace
- Rivedere insieme la coppia formata dall'Akeem di Eddie Murphy e il Semmi di Anrsenio Hall.
- Un cast di volti noti che arricchisce il mondo di Zamunda.
- Alcune trovate che strappano il sorriso...
Cosa non va
- ...ma la sensazione è che i protagonisti si siano divertiti sul set più di quanto riescano a divertire il pubblico.
- Un paio di cadute di stile che abbassano il livello di una commedia che mira a raggiungere un pubblico ampio.