Il Nibbio, la vera storia che ha ispirato il film

Venti anni fa l'agente del SISMI Nicola Calipari morì mentre stava per riportare a casa la giornalista de Il manifesto Giuliana Sgrena, rapita a Baghdad il 4 febbraio 2005. Oggi quella storia viene raccontata da Alessandro Tonda.

Claudio Santamaria è Nicola Calipari in una scena del film

Novecento sono i metri che separavano la Toyota Corolla con a bordo la giornalista italiana Giuliana Sgrena e gli agenti del SISMI Nicola Calipari e Andrea Carpani, dall'aereo che li avrebbe dovuti riportare in Italia. Il 4 marzo 2005, l'inviata de Il Manifesto, a Baghdad per realizzare un servizio sui profughi di Falluja, era stata appena liberata dai servizi segreti italiani dopo un mese di prigionia nelle mani di un gruppo di jihadisti, ma sulla strada verso l'aeroporto l'auto si imbatte in un posto di blocco statunitense che gli scaraventa addosso una raffica di colpi da mitragliatrice. Calipari muore sul colpo nel tentativo di fare da scudo a Sgrena che rimane ferita insieme all'agente Carpani. A vent'anni dalla sua scomparsa, Alessandro Tonda decide di celebrarne la figura in un film, Il Nibbio, profondamente umano e rigoroso.

Il Nibbio Sonia Bergamasco Immagine Credits Riccardo Ghilardi
Sonia Bergamasco in una scena del film

E questi sono solo alcuni dei fatti che portarono alla morte di Calipari, rimasta ancora oggi senza un colpevole. La commissione d'inchiesta infatti, italiana e americana, istituita due mesi e mezzo dopo gli eventi per accertare dinamiche e responsabilità avrebbe prodotto conclusioni divergenti. Secondo gli Stati Uniti la macchina su cui viaggiavano Sgrena e Calipari procedeva a una velocità di 100 km/h e non avrebbe rallentato all' "Alt"; "un tragico incidente" dovuto a una mancanza di comunicazione tra gli italiani e i soldati Usa al checkpoint che non sarebbero stati avvisati dell'operazione. Mario Lozano invece, il mitragliere che aveva sparato i colpi mortali, avrebbe semplicemente eseguito gli ordini.

La magistratura italiana dal canto suo aprì un'inchiesta per incriminare Lozano come colpevole di omicidio volontario, ma un processo non ci sarebbe mai stato: una sentenza della Corte di Cassazione italiana a giugno 2008 ritenne che l'Italia non avesse giurisdizione in merito. Negli anni successivi si sarebbero fatte strada diverse ipotesi e ricostruzioni, tra cui anche quella avvalorata da Wikileaks, secondo la quale il governo italiano aveva assicurato a quello americano di frenare qualsiasi tipo di inchiesta pur di salvaguardare i rapporti tra i due paesi.

Il rapimento di Giuliana Sgrena

Il Nibbio Claudio Santamaria Sonia Bergamasco Credits Riccardo Ghilardi
Claudio Santamaria e Sonia Bergamasco in una scena del film

Giuliana Sgrena fu rapita il 4 febbraio 2005 in pieno giorno mentre si trovava a bordo di un'auto nella zona universitaria di Baghdad, davanti alla Moschea di al-Mustafa dove aveva appena terminato alcune interviste ai profughi di Falluja. A rivendicare il rapimento via web è il gruppo Organizzazione per la Jihad islamica che invia al governo italiano un primo ultimatum di settantadue ore per ritirare le truppe dall'Iraq; il 10 febbraio ne arriva un secondo, questa volta di 48 ore. Sei giorni dopo la tv Al Arabiya trasmette un video in cui Giuliana Sgrena parlando in italiano e in francese si rivolge al suo compagno Pier Scolari e agli italiani: "Aiutatemi, la mia vita dipende da voi, fate pressione sul governo italiano perché ritiri le truppe".

Sullo sfondo una scritta: "Mujaheddin senza confini". Saranno giorni convulsi durante i quali si susseguiranno gli appelli per chiedere la liberazione della giornalista e sollecitare l'azione del governo, mentre il 19 febbraio si svolge a Roma una manifestazione con circa cinquecentomila persone che ne invocano il rilascio. Il 24 dello stesso mese inizia a circolare la notizia di una sua prossima liberazione, ma bisognerà aspettare il 4 marzo per avere una conferma ufficiale: ad annunciarlo sarà l'emittente araba Al Jazeera.

Il nibbio, recensione: le prospettive di un eroe per un film capace di ispirare Il nibbio, recensione: le prospettive di un eroe per un film capace di ispirare

Chi era Nicola Calipari

Il Nibbio Claudio Santamaria Foto Credits Riccardo Ghilardi
Claudio Santamaria in una scena del film

L'uomo che avrebbe reso possibile tutto questo si chiamava Nicola Calipari (nel film interpretato da Claudio Santamaria), era un agente del SISMI e per quasi un mese aveva portato avanti un incessante lavoro di mediazione. Era nato a Reggio Calabria nel 1953 e dopo essersi arruolato in Polizia nel 1979, dove sarebbe rimasto per circa venti anni, nel 2002 era entrato nel SISMI occupandosi di varie trattative per il rilascio di ostaggi italiani in zone di guerra. Lo aveva fatto per le cooperanti italiane dell'ONG "Un ponte per..." Simona Pari e Simona Torretta, rapite a Baghdad il 7 settembre 2004 e rilasciate ventuno giorni dopo, e per gli addetti alla sicurezza Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefio che rimasero nelle mani dei rapitori per ben due mesi, dal 13 aprile all'8 giugno dello stesso anno.

Il Nibbio Sonia Bergamasco Frame Credits Riccardo Ghilardi
Sonia Bergamasco in una scena del film

Avrebbe provato a liberare anche Fabrizio Quattrocchi, addetto alla sicurezza rapito con Cupertino, Agliana e Stefio, e il giornalista Enzo Baldoni, ma purtroppo senza alcun esito: i due furono uccisi rispettivamente il 14 aprile e il 26 agosto 2004. Così nel 2005 era arrivato a fare da mediatore anche nel rapimento di Sgrena; la sera del 4 marzo, dopo aver partecipato allo scambio per il suo rilascio, sale insieme alla giornalista e al collega Carpani a bordo della Toyota che li avrebbe portati in aeroporto. Non sapeva che su quella strada avrebbe trovato invece la morte facendo da scudo al corpo della giornalista, mentre un posto di blocco statunitense gli scaricava addosso una raffica di colpi. Calipari morì sul colpo, mentre Sgrena e il secondo agente rimasero feriti.