Recensione Il mistero della casa del tempo: Sulle ali della magia e della diversità

La recensione de Il mistero della casa del tempo, il film di Eli Roth presentato a Roma 2018 con Jack Black e Cate Blanchett tra commedia e magia.

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Il mistero della casa del tempo: Cate Blanchett e Jack Black in un momento del film

Il mistero della casa del tempo è cinema per ragazzi, vivace e piacevole, che sorprende in primo luogo per il nome dell'autore dietro la macchina da presa, quell'Eli Roth che si è fatto conoscere per un tipo di cinema molto più forte, spaventoso ed estremo. Il regista di Hostel si cimenta qui con qualcosa di diverso, ovvero l'adattamento, firmato dall'Eric Kripke di Supernatural, del classico per ragazzi del 1973 di John Bellaris, affidandosi a un cast di attori che comprende due nomi di altissimo profilo, il mattatore Jack Black e la carismatica Cate Blanchett.

Niente terrore ma atmosfera, quasi nessuna violenza ma tanta magia, per un film che di fatto non si allontana molto da un altro in uscita per questo Halloween 2018, quel Piccoli brividi 2 che con il lavoro di Eli Roth ha in comune approccio e protagonista, e che ci porta a fare per la nostra recensione de Il mistero della casa del tempo un ragionamento non troppo diverso da quello fatto per il film tratto da un'autorità del campo come R.L. Stine: anche in questo caso è palesemente un film che si rivolge al pubblico più giovane, ma se Roth è abile nella fase di costruzione delle atmosfere, lo è meno nel gestire un intreccio che nella seconda parte appare frettoloso.

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Il mistero della casa del tempo: Cate Blanchett, Owen Vaccaro e Jack Black in un momento del film

La magia della storia de Il mistero della casa del tempo

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Il mistero della casa del tempo: Owen Vaccaro e Sunny Suljic in un momento del film

Tutto parte dal piccolo Lewis Barnavelt, dieci anni e orfano, spedito nella cittadina di New Zebedee in Michigan per vivere con il bizzarro zio Jonathan dopo la morte dei genitori. Lo zio di Lewis lo accoglie in una casa che definire peculiare è poco e che condivide con un'altra figura ugualmente fascinosa, la signora Zimmerman: imponente nella costruzione e nell'arredo, viva in qualche modo e intrisa di una magia che non è soltanto positiva, la casa nasconde tanti segreti e un passato al servizio di un mago malvagio che ha cercato di creare un meccanismo capace di incasinare il tempo. Guai casalinghi che fanno da contraltare a quelli pubblici, dove tutto il disagio del piccolo Lewis emerge nel difficile rapporto con i coetanei e con il complicato ambiente scolastico.

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L'elogio della diversità e i personaggi della casa del tempo

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Il mistero della casa del tempo: Owen Vaccaro in un momento del film

Sono infatti la stranezza e la diversità il comun denominatore del nucleo familiare che abita la bizzarra casa che dà il titolo al film di Eli Roth: se da una parte lo zio Jonathan è un uomo sopra le righe, che indossa un eccentrico kimono e si esibisce in pronunce bizzarre per alcune parole, la signora Zimmerman, che ci viene presentata come una vicina ma sembra condividere la stessa dimora, è elegante e altezzosa, oltre che coinvolta in un costante e creativo battibeccare con Jonathan. Un contesto di eccentrica diversità in cui poco per volta trova i suoi spazi il giovanissimo Lewis, ragazzino che infatti fa fatica a integrarsi nella vita quotidiana della nuova scuola che frequenta, risultando sempre l'ultimo scelto per le partite di basket e finendo per causare guai con la sua voglia di essere accettato dai ragazzi più popolari. Ma è tra le magiche mura domestiche che Lewis può trovare quell'accettazione e spirito familiare che desidera e gli manca, facendo finalmente gruppo con altre emarginati come lui, in quella che può diventare, suo malgrado, la sua vera famiglia.

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L'atmosfera giusta per Halloween

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Il mistero della casa del tempo: Jack Black in una scena del film

Quel che colpisce de Il mistero della casa del tempo è l'atmosfera, quell'alone di magia che aleggia tra le sequenze così come tra le stanze della dimora di zio Jonathan di un fantastico Jack Black, capace di catalizzare l'attenzione con uno sguardo o caricando d'enfasi una sola parola. È un'atmosfera che monta pian piano, mentre Eli Roth, con abilità e buona gestione dei tempi narrativi, ci introduce assieme a Lewis nel nuovo ambiente: come il piccolo protagonista, siamo incuriositi e affascinati dai misteri nascosti nella casa, intrigati e pronti a conoscere gli sviluppi della storia che ci viene raccontata. Ma è una magia di breve durata, che si smonta e mostra tutti i suoi limiti quando entra nel vivo, quando lo script fallisce nel mantenere le promesse di quel lungo incipit: la storia scivola pian piano nel prevedibile, si sviluppa frettolosa e poco incisiva, si lascia andare persino a un paio di cadute di stile di troppo. È un peccato, un'occasione mancata di realizzare un potenziale classico per ragazzi e che si rivela un film godibile da guardare senza pensieri. Ma nulla di più.

Movieplayer.it

3.0/5