Il lato orientale di Carpenter
Grosso Guaio a Chinatown è il più curioso, il più bizzarro, e senza alcun dubbio il più divertente film che John Carpenter annoveri nella sua strepitosa carriera. Uscito dalla disfatta commerciale del fantascientifico Starman, il maestro dell' horror venne subito attratto dalla singolarità della sceneggiatura scritta a quattro mani da Gary Goldman e David Z. Weinstein, tanto da decidere di avvalersene per realizzare il suo nuovo film, che avrebbe previsto la partecipazione del collaudato Kurt Russell nei panni del camionista Jack Burton. Grosso Guaio a Chinatown non ottenne però il successo sperato. Ebbe maggiore fortuna nel mercato home-video e venne rivalutato negli anni, fino a meritarsi l'etichetta di cult-movie.
La capacità di miscelare generi diversi è la caratteristica principale di questo film, che è insieme una movimentata commedia, un chiassoso kung fu movie di evidente stampo orientale, con combattimenti ottimamente girati, un fanta - horror pieno di stregoni dai poteri magici, uno spassosissimo action-movie, di cui è soprattutto una riuscita parodia, una vera e propria presa in giro a tutti quegli eroi imbattibili e dallo scarso senso dell'umorismo, che verrà affrontata anni più tardi, in modo ancor più efficace, da James Cameron nel memorabile True Lies. L'antieroe in questione è Jack Burton, camionista rozzo e muscoloso, che tenta di prendere in mano la situazione nei momenti di pericolo con scarsi esiti, in quanto riuscirà a rimediare magre figure in ogni occasione. Esteriormente, il vecchio Jack si presenta con una buffa canottiera caratterizzata da un disegno, comodi jeans e lunghi stivali che celano la presenza di un fido coltellino. Insomma, un personaggio assai riuscito, grazie anche all'incredibile interpretazione del perfetto Kurt Russel, che riesce a rendere credibile un personaggio non facile. La componente fantastica del film è avvalorata dalla presenza di ottime scenografie, di colori molto vivaci, che riescono ad introdurti in un mondo fatto di miti e leggende, dominato dall'incontrastato potere del malvagio Lo Pan. Viene dunque esibita allo spettatore una Chinatown insolita e completamente dissimile da come appare. La colonna sonora, composta da John Carpenter, si lega in modo eccellente alle vicende narrate.
Il film è divertentissimo, ironico, il ritmo è altissimo grazie alla sapiente regia di Carpenter e ad una sceneggiatura che prevede tante situazioni movimentate e che mette in bocca a Jack Burton parecchie battute mitiche (Jack, sei pronto? Io sono nato pronto). Massiccio l'uso degli effetti speciali, belli ma un po' eccessivi. L'esito del film ribadisce la particolarità del personaggio di Jack Burton e, nell'ultima sorprendente scena finale, fa pensare ad un possibile seguito. Che non ci sarà.