Quella de Il Conte di Montecristo è una storia senza tempo. Viene da chiedersi se, prima della serie Rai con Sam Claflin e del film con Pierre Niney disponibile su Mediaset Infinity - ovvero i due adattamenti più recenti - lo stesso Alexandre Dumas col proprio romanzo omonimo da cui tutto è partito, si sia ispirato a qualcuno in particolare.
La risposta è sì: si dice che si tratti di François (o Pierre) Picaud, un sarto (oppure un calzolaio, ma quindi comunque un povero artigiano) francese vissuto all'inizio del XIX Secolo. Anche lui come il nostro protagonista fu accusato ingiustamente di essere bonapartista da coloro che credeva fossero suoi amici; finì per essere arrestato nel 1807 e per venire rinchiuso in una prigione per 7 anni - il Conte per ben 15 come sappiamo, il che acuisce il suo bisogno di vendicarsi e gli dà anche modo di essere profondamente cambiato rispetto a quando tutti l'avevano visto per l'ultima volta.
Pare che anche Picaud durante la sua prigionia conobbe un uomo, anch'egli in catene (nella storia l'Abate Faria), che gli rivelò l'esistenza di un tesoro nascosto e che riuscì miracolosamente a recuperare una volta fuggito. Grazie a questa ricchezza, poté orchestrare una vendetta lenta e stratificata verso tutti coloro che lo avevano tradito. Ma il Conte di Claflin sarà riuscito nell'intento? Scopriamolo nel nostro speciale: ovviamente, attenzione agli spoiler se non conoscete l'esito degli eventi narrati.
Le vendette del Conte di Montecristo
Il finale della miniserie Rai chiude le fila di tutte le storyline secondarie (tante) che hanno arricchito il racconto seriale lungo gli otto episodi (quattro serate) che la compongono. Edmond riesce ad attuare tutte le sue vendette, pagandole a caro prezzo. Haydée (Karla-Simone Spence), la sua "protetta" che si è portato dietro a vari eventi mondani tra i nobili di Parigi, è una principessa albanese, figlia di Alì-Tebelen, Pascià di Giannina, venduta come schiava insieme alla madre a causa del tradimento di Fernand Mondego (ora conosciuto come Conte de Morcerf e interpretato da Harry Taurasi).
Durante il processo a quest'ultimo, rivela la propria vera identità sbugiardando l'uomo di fronte alla Legge e a tutta la nobiltà cittadina. Questo però provoca la disperazione della famiglia de Morcerf, soprattutto Mercédès (Ana Girardot) e il figlio Albert (Nicolas Maupas). Quest'ultimo sfida a duello Dantes per difendere l'onore familiare e i due si danno appuntamento all'alba. La sera Mercédès fa visita all'ex amante che finalmente le confessa - anzi, conferma, lei aveva intuito ma lo negava a se stessa - +chi è veramente*.
A quel punto lei gli chiede di risparmiare Albert e lui accetta ma così dovrà essere egli stesso a morire, non c'è altra via d'uscita. L'unico caso in cui la vendetta non si compie fino in fondo, per l'amore della sua vita. A quel punto la donna confessa tutta la verità al figlio e questi ritira la sfida, salvando entrambe le vite. Eccetto quella del padre, che si suicida con un colpo di pistole per la vergogna subita. A differenza del romanzo, il ragazzo sarà pronto a partire insieme alla madre lontano da tutto e tutti. Nell'originale cartaceo si arruola come soldato degli Spahis diretti in Africa utilizzando il cognome materno.
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Il destino dei Danglars nella fiction Rai
Il Barone Danglars (Blake Ritson) è lo scrivano di bordo della nave mercantile Pharaon dove lavora Edmond e lo vede come un rivale da quando l'armatore Pierre Morrel lo vuole nominare capitano al suo posto. Decide quindi di incastrarlo con la finta lettera insieme a Mondego, innamorato di Mercédès. Il Conte di Montecristo lo porta al tracollo finanziario attraverso una serie di investimenti in borsa, facendogli avere informazioni sbagliate e sbugiardando pubblicamente la truffa perpetrata ai danni della banca dalla moglie Hermine, che intrattiene una relazione con Lucien Debray in cambio di informazioni in borsa.
Arrestato ed imprigionato, solo a quel punto scoprirà la vera identità di Edmond attraverso una lettera, maledicendolo: nella controparte cartacea, invece, di fronte ad un sincero pentimento, gli vengono concessi il perdono e la libertà.
Ben diverso il destino di Hermine (Gabriella Pession), che aveva avuto un figlio illegittimo da Gérard de Villefort, Benedetto, da lei creduto nato morto ma in realtà sepolto vivo dall'uomo e salvato a sua insaputa dalla levatrice (nel libro da Bertuccio). Il denaro raccolto impropriamente e messo da parte le verrà portato via dalla figlia Eugénie (Méghane De Croock), aspirante cantante dal grande talento, prima promessa sposa ad Albert de Morcerf e poi al Conte Spada (Lino Guanciale, alias Luigi Vampa sotto mentite spoglie, nel romanzo Andrea Cavalcanti aka Benedetto, molto più cresciuto rispetto alla fiction dove è un bambino). La ragazza in realtà è innamorata della migliore amica Louise d'Armilly e, con l'aiuto di Dantes e Spada, fugge il giorno della firma del matrimonio, lasciando i genitori senza soldi e in arresto per truffa.
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I Villefort e l'ultima vendetta del Conte
Gérard de Villefort (Mikkel Boe Følsgaard) è prima sostituto, poi procuratore capo del Re. All'anagrafe Nortier, cambia addirittura nome pur di allontanarsi dal bonapartismo del padre - accusa che accetterà nei confronti di Dantes da parte di Mondego e Danglars. La presunta prova? Una lettera scritta in realtà proprio da suo padre e consegnata a Edmond dal capitano della Pharaon. Da un primo matrimonio (che lo lascia vedovo) ha Valentine; da una seconda unione con l'arrampicatrice sociale Héloise (Poppy Corby-Tuech), ha il piccolo Édouard, cagionevole di salute.
Anche qui l'intricato piano del personaggio titolare va a buon fine, pur non con qualche vittima di troppo lungo la strada. Valentine infatti viene inizialmente accusata dell'avvelenamento della madre di lui, per poi venire scagionata alla scoperta che è stata la seconda moglie a farlo, rubando del veleno a casa del Conte, pur di far diventare il figlio l'unico erede della fortuna dei Villefort. Héloise arriva a suicidarsi insieme al bambino, pur di non venire arrestata, e questo porta il procuratore alla pazzia. Per fortuna Valentine (Amaryllis August) riesce a sopravvivere alla strage familiare con la complicità del protagonista, che fa in modo che possa riunirsi all'amato Max Morrel (Robin Greer), ritenuto non degno dal suocero.
Jacopo e Vampa, Edmond e Mercédès
Jacopo (Michele Rondino) è il fedele aiutante del Conte di Montecristo insieme a Vampa. Entrambi ottengono una fortuna ed un futuro, che mai avrebbero potuto sperare da malviventi, attraverso una truffa a cui hanno contribuito per vendetta ma soprattutto per giustizia. Il timoniere saluta Dantes con l'obiettivo di imparare a leggere e scrivere per potersi scambiare delle lettere ed aggiornarsi. Lo stesso vale per il nipote muto, Ettore, che nell'originale cartaceo è Alì, uno schiavo riscattato.
Il finale apre ad una speranza, rispetto al romanzo, per i due protagonisti, durante un dialogo suggestivo di fronte al mare - da dove tutto è iniziato con la nave Pharaon e dove Edmond si è sempre sentito a casa. Lui ammette quanto sia oramai troppo tardi per avere una chance insieme a lei, una volta terminato il proprio piano; allo stesso tempo la donna fa intuire che non sia detta l'ultima parola, mentre è diretta insieme al figlio Albert verso la tenuta di famiglia a Marsiglia.