Il concorso, la recensione: vogliamo il pane, le rose e un titolo da Miss

La recensione de Il concorso, ricostruzione delle proteste che ostacolarono l'edizione di Miss Mondo del 1970 in una pellicola multiforme diretta dalla britannica Philippa Lowthorpe e interpretata da Keira Knightley.

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Il concorso: una scena del film

Il femminismo militante raccontato in una pellicola vivace e variopinta, come rivela la nostra recensione de Il concorso, coproduzione anglo-francese diretta dalla britannica Philippa Lowthorpe che ha all'attivo, tra i suoi lavori, alcuni episodi di The Crown. Il concorso a cui fa riferimento il titolo italiano del film è l'edizione di Miss Mondo del 1970 che si è tenuta presso la Royal Albert Hall di Londra. Descrive meglio la natura corale del film il titolo originale, Misbehaviour, quel "cattivo comportamento" di cui, seppur con le doverose differenze, si macchiano tutti i personaggi.

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Il concorso: una scena del film con Gugu Mbatha-Raw, Suki Waterhouse, Clara Rosager

Bando agli equivoci, Il concorso è un film al femminile sotto ogni punto di vista. Ai pochi uomini presenti nella pellicola viene riservato poco spazio e ritratti ancor meno lusinghieri. La preoccupazione principale di Philippa Lowthorpe è descrivere un'epoca caratterizzata dalla voglia di rivalsa che animava i movimenti femministi anche a costo di forzare la mano, piegando fatti storici e ritratti di personaggi reali secondo necessità. Va detto che l'evento al centro de Il concorso - l'edizione di Miss Mondo del 1970, con le proteste e lo strascico di polemiche scaturite dal verdetto - è sufficientemente gustoso da offrire materiale in abbondanza al racconto.

Un film corale, nel verso senso del termine

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Il concorso: Keira Knightley durante una scena del film

La strategia di marketing applicata all'uscita de Il concorso indicherebbe in Keira Knightley la protagonista principale. La star dei pirati dei Caraibi, in effetti, è una presenza centrale del film e il suo personaggio, la studentessa femminista e madre divorziata Sally Alexander, attraversa un percorso di crescita esemplare nella volontà della regista, ma la Knightley deve spartire il tempo filmico a disposizione con molte altre donne. Il concorso è un'opera corale non solo nel numero di personaggi, ma anche nella capacità di mettere in scena figure femminili diverse, antitetiche per etnia e background, variando di frequente il punto di vista.

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Il concorso: una scena del film con Keeley Hawes, Rhys Ifans

Se da un lato abbiamo la suffragetta Keira Knightley che, secondo la regola per cui gli opposti si attraggono, dimentica l'estrazione borghese per unirsi al Movimento di Liberazione delle Donne guidato dalla ribelle punk Jo (a interpretarla è l'irlandese Jessie Buckley, che si di recente si è fatta notare nel cervellotico Sto pensando di finirla qui), sul versante opposto troviamo le giovani provenienti da ogni parte del mondo per partecipare al concorso di bellezza internazionale. Nella loro rappresentazione, Philippa Lowthorpe non solo abbatte ogni stereotipo, ma offre alcuni ritratti femminili coinvolgenti e appassionanti che denotano una sensibilità rara. Alla regista sta a cuore mettere in luce come il concorso di Miss Mondo rappresenti, per alcune delle partecipanti, la sola possibilità di evadere da un'esistenza ai margini. L'equazione bellezza/stupidità viene scardinata dalla rappresentazione di Miss Grenada, magnificamente interpretata da Gugu Mbatha-Raw che dona vivacità intellettuale, dignità e carisma alla sua hostess in cerca di affermazione. Non sono da meno l'emancipata Miss Svezia (Clara Rosanger), personalità moderna e insofferente ai riti dei concorsi di bellezza, ma non fino al punto di sottrarvisi, e la toccante presenza di Miss Africa South (Lorecee Harrison), affiancata in fretta e furia alla bianchissima Miss South Africa per mettere a tacere le proteste delle Associazioni Anti-Apartheid.

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Il concorso: Gugu Mbatha-Raw in una scena del film

Il concorso di bellezza di miss Mondo 1970 fu un evento seguito in televisione da oltre 100 milioni di spettatori, paragonabile quasi allo sbarco sulla Luna. Philippa Lowthorpe è abile nel raccontare con passo deciso i retroscena dell'evento, dal coinvolgimento del comico americano Bob Hope, campione del patriarcato incarnato da un irriconoscibile Greg Kinnear, al caos organizzativo che circonda il patron del concorso Eric Morley (Rhys Ifans), sottoposto alle pressioni più disparate. Ma basta osservare Keira Knightley che si muove per le vie di Londra coi suoi occhialoni, i gilet di lana e i libri sotto il braccio per respirare il vento del cambiamento.

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Il concorso: una scena del film con Keira Knightley

Philippa Lowthorpe fotografa con abilità quell'epoca attraverso una ricostruzione attenta di ambienti, acconciature e costumi. La regista ci restituisce un patchwork di tradizione e modernità, di scontri violenti tra manifestanti e polizia e madri preoccupate per l'eccessiva indipendenza delle proprie figlie. La regista si fa perdonare la scelta di calcare la mano su personaggi come Bob Hope, che maschera (malamente) il suo maschilismo dietro la battuta facile, o come il compagno di Sally Alexander, troppo perfetto per essere vero, con un film in grado di coinvolgere lo spettatore rendendolo partecipe nel passaggio da un mondo all'altro. Dalle riunioni fumose delle suffragette del Movimento di Liberazione, che sognano di cambiare il mondo stravaccate su divani sfondati, alla trepidazione delle Miss, che attendono la sera del concorso dedicandosi a sognanti riti di bellezza passando per il salotto di Keira Knightley che pare uscito da una rivista di interior design anni '70, ogni luogo ha un sapore e un calore caratteristico.

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Il concorso: un'immagine del film

Il climax viene raggiunto con la ricostruzione della contestazione durante la finale del concorso nella Royal Albert Hall che, grazie alla maestria con cui è girata, ci precipita nel cuore dell'azione tra donne urlanti, miss perplesse e poliziotti inglesi che intervengono un po' troppo energicamente (niente di nuovo). Se la morale de Il concorso si rivela formulaica e il messaggio veicolato dal film si uniforma a quello di opere che lo hanno preceduto, come Suffragette e We Want Sex, il film si distingue per calore, passione e per una galleria di ritratti femminili che travalica il tempo e il luogo anche grazie alle ottime interpretazioni. Vale la pena sentirsi ripetere ancora una volta un messaggio che conosciamo già se questo ci insegna a non fermarci alla prima impressione, perché la realtà è molto più sfaccettata di come la si dipinge.

Conclusioni

La recensione de Il concorso sottolinea i pregi di un'opera femminista che unisce impegno militante a una messa in scena vivace presentandoci una galleria di personaggi femminili tutti diversi, ma ugualmente significativi. Le contestazioni della finale di Miss Mondo del 1970 vengono narrate con un'attenta ricostruzione da una regista che, a tratti, forza la mano per veicolare un messaggio di liberazione ed emancipazione.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
2.9/5

Perché ci piace

  • Lo stile e la messa in scena rendono una storia dal messaggio non eccessivamente originale degna di nota.
  • Keira Knightley, Jessie Buckley e le altre interpreti danno vita a una galleria di personaggi femminili di valore.
  • La regista combatte i pregiudizi variando punto di vista e facendoci entrare in contatto con tutti i retroscena della vicenda.

Cosa non va

  • La morale del film non è delle più originali, il messaggio militante che sottende la storia è già stato proposto in storie simili.
  • Alcune rappresentazioni, soprattutto dei personaggi maschili, soffrono per un eccesso di stereotipizzazione funzionale agli intenti dell'autrice.