Il commissario più amato d'Italia continua a macinare ascolti a ogni replica ma non è solo l'effetto nostalgia il motivo, è la qualità di un prodotto che sa ancora oggi parlare a tutti.
Tratti dai romanzi e racconti di Andrea Camilleri, i film TV di Alberto Sironi con Luca Zingaretti sono riusciti a costruire un'identità inconfondibile, capace di mescolare al giallo un'umanità e una critica sociale tutt'ora attuali in una Sicilia che è insieme letteraria e specchio del reale. Scegliere dieci episodi - su 37 usciti dal 1999 a oggi - non è affatto facile, ma ci abbiamo provato.
La piramide di fango
Un temporale, un cantiere, un cadavere in mutande: l'incipit è uno schiaffo in pieno volto e racconta già tutto l'immaginario dell'episodio. L'indagine su un contabile ucciso - Gerlando Nicotra - porta Montalbano a incrociare una giornalista d'inchiesta, Lucia Gambardella (Teresa Mannino), e a scoprire un intrigo di appalti truccati, corruzione e mafia nel settore dell'edilizia vigatese. Il "fango" del titolo non è solo quello della pioggia, ma quello metaforico di un sistema marcio che il commissario scortica fino all'osso.
È uno degli episodi dove la critica sociale si fa più feroce ed esempio lampante di come Camilleri usi il genere per parlare al Paese intero. Non a caso, alla sua prima messa in onda, fu seguito da oltre 10 milioni di spettatori (40% share).
Come voleva la prassi
Cupo, teso, doloroso. Anche perché si tratta dell'ultimo episodio in cui compare l'amato dottor Pasquano. Un omicidio efferato scoperchia un vaso di Pandora di ricatti, sfruttamento e complicità insospettabili. Una giovane donna viene trovata assassinata con efferata violenza, nuda e avvolta in un asciugamano insanguinato nell'androne di un palazzo. Montalbano sospetta subito un giro di prostituzione dell'Est gestito dalla mafia locale (clan Cuffaro) e si getta in un'indagine che lo porterà a scoprire scenari agghiaccianti e a rischiare lui stesso la vita.
Dietro il "si è sempre fatto così" a cui rimanda il titolo, Montalbano smonta la normalizzazione dell'orrore e interroga la propria idea di giustizia.
La forma dell'acqua
Il primo romanzo di Camilleri diventa il secondo episodio della serie tv con Luca Zingaretti: La vicenda si apre alla "mànnara" dove viene rinvenuto il cadavere dell'ingegner Luparello nella sua auto: tutto farebbe pensare a una morte naturale durante un incontro con una prostituta, e i potenti locali vorrebbero archiviare in fretta lo scandalo. Montalbano però sente puzza di bruciato e, indagando, con l'aiuto dell'affascinante Ingrid Sjöström (qui alla prima apparizione), scopre intrighi politici e personali insospettabili.
Qui Montalbano impara - e insegna al pubblico - che la verità è come la forma dell'acqua: "Piglia la forma che le viene data".
Il ladro di merendine: il commissario Montalbano incontra François
È l'episodio da cui tutto è partito in TV e che fece capire subito che Montalbano era destinato a diventare un cult. Da un lato c'è un ragioniere trovato accoltellato nell'ascensore di casa, dall'altro un misterioso colpo di arma da fuoco su una motonave tunisina. Il punto di contatto è Karima, giovane donna scomparsa di cui resta solo il piccolo François, che Montalbano sorprende a rubare la merenda a scuola. Cercando la madre, il commissario ricostruisce movimenti di denaro, gelosie e interessi che arrivano oltre frontiera, fino a capire chi proteggeva chi.
Il rapporto con François sposta rivela il lato più paterno di Montalbano e sarà fondamentale per i capitoli successivi (specialmente nei libri).
Il giro di boa
Una nuotata all'alba, un cadavere in mare e lo sbarco di migranti sulla spiaggia: il filo conduce Montalbano a un traffico disumano che coinvolge minori, costringendolo a uscire dalla sua crisi personale e a rimettere al centro il senso della divisa. Montalbano attraversa forti dubbi di natura etica che riflettono l'Italia del tempo e ritrova senso proprio mentre indaga sulla morte di una bambina.
Il romanzo è più esplicitamente politico ma anche la TV, pur smussando, conserva l'impatto morale. Uno dei capitoli più coraggiosi.
La vampa d'agosto: Serena Rossi in Il Commissario Montalbano
Durante le ferie a Marinella, un cunicolo nascosto nella casa vacanza rivela un appartamento abusivo e un baule con un corpo di donna: con l'aiuto (e la seduzione) della gemella della vittima (Serena Rossi), Montalbano ricostruisce una verità sepolta dal tempo e dalle passioni. Eros, colpa e giustizia privata si intrecciano in un racconto che si appiccica addosso come l'afa siciliana.
È il Montalbano più vulnerabile, quello che sbaglia per amore e poi ritorna in sé.
La danza del gabbiano
Comincia come un presagio: un gabbiano morente che si contorce sulla spiaggia. Poco dopo, Fazio scompare. Nel cercarlo, Montalbano ricuce una pista di contrabbando che si rivela una trappola e metterà a rischio il suo più fidato collaboratore. È un episodio di pura tensione, un action emotivo in cui i minuti contano e l'amicizia detta il passo. Senza Fazio, Montalbano vacilla: ed è proprio questa fragilità a rendere la caccia ancora più coinvolgente.
L'età del dubbio
Tra i casi che mettono più a nudo l'anima di Montalbano, in cui il commissario affronta in parallelo un intrigo investigativo e una profonda crisi personale. Come spesso accade è un sogno ad aprire le scene: Salvo questa volta sogna il suo funerale e a mancare è solo una persona, Livia. Anche il caso - un morto in uno yacht - non lo aiuta, anzi sarà proprio l'incontro con il ten. Laura Belladonna (Isabella Ragonese) a metterlo in crisi.
Non è solo un giallo: è il momento in cui Salvo guarda allo specchio il tempo che passa.
Il commissario Montalbano: Una lama di luce
Una rapina dai contorni ambigui diventa l'innesco di una pista che porta a traffici ben più ampi, di respiro internazionale. Ma la ferita è soprattutto privata: Livia attraversa un dolore che scuote Montalbano come mai prima d'ora e che si rivelerà premonitore. Nell'adattamento televisivo scompare Marian (centrale nel romanzo) e si sposta il baricentro sull'intimità Salvo-Livia, facendoci comprendere quanto sia profondo il legame che li unisce.
Scritto in piena primavera araba, il romanzo (e l'episodio) contiene tra i finali più emotivi dell'intera saga.
Il campo del vasaio
In una campagna fangosa riaffiora un corpo fatto a pezzi chiuso in alcuni sacchi scoperti per caso da Catarella. La pista mafiosa - il cui rimando biblico è contenuto nel titolo dell'episodio - si intreccia con bugie domestiche e l'indagine tocca da vicino Mimì Augello (Cesare Bocci). Montalbano è costretto, stavolta, a bilanciare verità e lealtà: il commissario infatti deve salvare l'indagine e l'amico, che vive una crisi personale in cui rientra anche la figura di Dolores (Belén Rodríguez), implicata nel caso.