Il bacio della donna ragno: i 40 anni del film cult con William Hurt

La coscienza politica e il potere evocativo del cinema sono i temi al cuore dell'acclamato dramma carcerario di Héctor Babenco del 1985, un cult da Oscar interpretato da William Hurt e Raul Julia.

Il bacio della donna ragno: un'immagine di Raul Julia e William Hurt

Che c'è di male a essere come una donna? Perché solo le donne dovrebbero essere sensibili? Perché non un uomo? O un cane? O un frocio? Se ci fossero più uomini a comportarsi come donne, non ci sarebbe tanta violenza come quella!

Il 26 luglio 1985, in un singolo cinema di New York fa il suo debutto Il bacio della donna ragno. Si tratta di un progetto a basso costo, realizzato con un budget di appena un milione e mezzo di dollari dal produttore indipendente David Weisman (ex-collaboratore della Factory di Andy Warhol) e dal regista Héctor Babenco, ma attorno al quale si va addensando una notevole curiosità: poco più di due mesi prima, infatti, il film era stato presentato in concorso al Festival di Cannes, dove aveva ricevuto gli elogi della critica e aveva fatto guadagnare a William Hurt il premio come miglior attore. Tanto basta a far sì che nel weekend d'apertura la pellicola registri in un'unica sala più di cinquantamila dollari: il primo indizio di un entusiasmo crescente che, nei mesi a venire, porterà il film di Babenco a totalizzare oltre quattro milioni e mezzo di spettatori nei soli Stati Uniti e ad approdare fin sul palco degli Oscar.

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Un'immagine di William Hurt nel ruolo di Luis Molina

È un successo tutt'altro che scontato quello raccolto da Il bacio della donna ragno, già a partire dalle premesse: un dramma carcerario ambientato quasi interamente fra le pareti di una cella di un imprecisato paese del Sud America e costruito sul rapporto fra un dissidente marxista, Valentin Arregui, e Luis Molina, un omosessuale condannato per reati legati al suo orientamento. Ma la peculiarità della materia narrativa non allontana il grande pubblico: al contrario, Il bacio della donna ragno incasserà cifre inaspettatamente alte e sarà in assoluto la prima pellicola prodotta e distribuita da compagnie indipendenti ad aggiudicarsi la nomination all'Oscar come miglior film, nonché la prima co-produzione brasiliana insignita del prestigioso riconoscimento da parte dell'Academy; mentre Héctor Babenco diventerà il primo cineasta sudamericano ad essere candidato all'Oscar come miglior regista.

Il romanzo di Manuel Puig fra letteratura, teatro e cinema

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William Hurt con il premio Oscar come miglior attore per Il bacio della donna ragno

Alla rapida consacrazione de Il bacio della donna ragno si accompagna un'eredità alquanto significativa. Fra il 1992 e il 1993 arriva sui palcoscenici di Londra e di Broadway il musical Kiss of the Spider Woman, con un libretto del drammaturgo Terrence McNally e canzoni composte da John Kander e Fred Ebb, la coppia di autori delle musiche di Cabaret e Chicago. Premiato con sette Tony Award, Kiss of the Spider Woman verrà adattato per il grande schermo nel 2025 da Bill Condon, a quarant'anni esatti dal film originale di Babenco: in uscita il prossimo autunno dopo la presentazione al Sundance, il musical cinematografico è interpretato da Diego Luna, Tonatiuh e Jennifer Lopez, e promette di rinverdire l'interesse nei confronti di una storia la cui forza ha saputo travalicare i confini dei diversi medium, dalla letteratura al teatro al cinema.

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Kiss of the Spider Woman: un'immagine di Jennifer Lopez e Tonatiuh

Alla base dell'opera c'è infatti l'omonimo romanzo di uno dei più stimati autori argentini del ventesimo secolo, Manuel Puig, pubblicato nel 1976 ma censurato nel paese natio dello scrittore, dove nel frattempo era salita al potere la dittatura militare di Jorge Videla. La strada di Puig, espatriato in Messico, si incrocerà a breve con quella del suo connazionale Héctor Babenco, nato a Buenos Aires in una famiglia originaria dell'Europa dell'Est ma trasferitosi in Brasile, dove nel 1975 aveva avviato una fortunata carriera da regista e sceneggiatore. Reduce dall'ottimo riscontro internazionale di Pixote - La legge del più debole, docudrama del 1980 sul sottobosco criminale delle periferie brasiliane, Babenco rivolge la propria attenzione sull'opera di Manuel Puig, beneficiando dell'apporto essenziale di due persone: una è David Weisman, che riesce non senza fatica a convincere Puig a vendergli i diritti sul suo libro; l'altra è Burt Lancaster.

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Valentin e Molina nei ritratti di Raul Julia e William Hurt

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Raul Julia nel ruolo di Valentin Arregui

Icona hollywoodiana appena rilanciata dal trionfo di Atlantic City di Louis Malle, Burt Lancaster è determinato a interpretare il ruolo di Luis Molina, nonostante la distanza anagrafica rispetto al personaggio (Molina viene descritto come un quarantenne, mentre Lancaster ha appena compiuto settant'anni). La sceneggiatura è affidata a Leonard Schrader, ma a un certo punto le divergenze creative con Lancaster portano all'abbandono da parte dell'attore; senza un grande nome hollywoodiano il progetto rischierebbe di naufragare, se non fosse che per la parte di Molina si ripropone William Hurt, giovane star sulla cresta dell'onda grazie a Brivido caldo e Il grande freddo. Per il ruolo di Valentin Arregui, invece, non ci sono dubbi: fin dall'inizio viene ingaggiato il portoricano Raul Julia, ancora poco noto al cinema ma fra i più apprezzati interpreti teatrali dell'ultimo decennio.

Kiss Of The Spider Woman 1985
Un primo piano di William Hurt

In un racconto la cui natura aderisce sostanzialmente ai canoni del Kammerspiel, il film risulta imperniato essenzialmente sul duetto fra i due protagonisti, costretti nello scenario angusto e claustrofobico della prigione. Il Valentin di Raul Julia è un uomo dalla personalità impetuosa e dall'etica intransigente, che ha votato la propria esistenza all'impegno civile e non esita a condividere il proprio fervore con il compagno di cella, a cui spesso rivolge parole aspe e severe. Molina, al contrario, appare disinteressato alla politica, talvolta sfodera una frivolezza dai toni maliziosi e cerca rifugio nell'escapismo offerto dall'immaginario del cinema: come una moderna Sherazade, respinge la sofferenza mediante le proprie capacità affabulatorie, rievocando film romantici che prendono forma attraverso le sue parole e, in qualche modo, esercitano un influsso salvifico anche su Valentin.

William Hurt, una carriera da Oscar e il fascino discreto degli anni Ottanta William Hurt, una carriera da Oscar e il fascino discreto degli anni Ottanta

Due compagni di cella tra realtà e finzione

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Un'immagine di Sônia Braga e Raul Julia

Nell'eterno presente della vita carceraria trovano dunque posto le scene, virate in tinte color seppia, del melodramma narrato da Molina: la storia d'amore e di spionaggio di una fantomatica pellicola di propaganda nazista, dominata dalla figura dell'eroina Leni Lamaison, a cui presta volto e voce la più popolare diva brasiliana dell'epoca, Sonia Braga (che compare anche nei flashback di Valentin e nelle fattezze della fascinosa donna ragno del titolo). La sovrapposizione dei due piani, la realtà e la finzione, costituisce del resto l'elemento-chiave de Il bacio della donna ragno, ripreso con efficacia da Héctor Babenco e dal suo sceneggiatore Leonard Schrader da un romanzo già di per sé fortemente influenzato dal linguaggio del cinema: nel libro di Manuel Puig non c'è alcuna sezione descrittiva, ma si fa leva soltanto sui dialoghi fra i due personaggi, inframmezzati dai verbali della polizia carceraria.

Il Bacio Della Donna Ragno
Un'immagine di Raul Julia e William Hurt

Due personaggi agli antipodi, ma che in virtù delle rispettive differenze accetteranno di far luce sui propri lati più intimi e inesplorati: la sprezzante superiorità morale di Valentin cede gradualmente il posto all'affetto e alla fiducia, mentre Molina lascia trapelare il senso di vuoto e di solitudine che sente gravare su di sé, affrontando il dilemma fra i propri interessi individuali e l'opportunità di aiutare il suo amico. Un dilemma che, nella prova di William Hurt, è espresso dal sorprendente connubio fra una teatralità spiccata, a tratti perfino provocatoria, e una sensibilità inquieta, destinata a prendere il sopravvento in prossimità del finale. Dopo il trofeo a Cannes, Hurt otterrà anche il BAFTA Award e il premio Oscar come miglior attore (la prima statuetta assegnata per un ruolo apertamente omosessuale), a coronamento del suo memorabile ritratto di uno dei protagonisti più ambigui, complessi e magnetici del cinema degli ultimi quarant'anni.