L'amore, alcune volte, può diventare odio e insofferenza reciproca. Due facce della stessa medaglia. Sicuramente è un caso, ma ce lo ricorda sia Ed Sheeran con il brano A Little More, sia Benedict Cumberbatch e Olivia Colman ne I Roses.

Una rilettura moderna del romanzo La guerra dei Roses di Warren Adler, già divenuto un film nel 1989 per mano di Danny DeVito con protagonisti Michael Douglas e Kathleen Turner. Se lì eravamo di fronte ad un dramma familiare e sentimentale che si trasformava presto in tragicommedia, Jay Roach destruttura e ricostruisce la storia originaria attraverso la lente della commedia (romantica) intrisa di umorismo british, pur essendo profondamente americano.
I Roses: quando il matrimonio si trasforma in guerra

In questa nuova versione, Theo e Ivy sono rispettivamente un architetto dotato che si sta costruendo la propria posizione, e una cuoca di talento ma senza troppe ambizioni. Dopo un breve preambolo capiamo subito il tono della pellicola: la loro unione è destinata a naufragare. Torniamo allora indietro alla fase "luna di miele" del loro rapporto, quando tutto sembrava possibile. Sono entrambi ironici, si punzecchiano, si corteggiano, mettono su famiglia, hanno il proprio gruppo di amici.
Lui è l'artefice di un importante edificio, lei riesce ad aprire un piccolo ristorante sul mare. Ironia nella sorte - frequente in questa storia - proprio quando lui tocca il punto più basso della sua carriera, lei inizia a splendere e farsi notare, senza volerlo. Inizialmente riescono a bilanciare le proprie vite ma ben presto la loro unione si trasforma in una discesa nell'abisso del loro matrimonio, fatto di ripicche, rinfacci, rimorsi, rimpianti. Una guerra senza esclusione di colpi che non risparmierà nessuno.
La battaglia dei sessi

I Roses è un'interessante riflessione sul ruolo dell'uomo e della donna nella società contemporanea. In generale, si riflette su quanto sia complicato bilanciare lavoro e famiglia, tra compromessi e rinunce. Viene fuori l'acredine, creata tra due persone che erano convinte di provare il sentimento più puro al mondo.

Senza dimenticare una buona dose di cinismo all'umorismo, vera forza della pellicola, che traina una storia ritmata insieme ad una regia e ad un montaggio che lasciano poco respiro; se non nei momenti di riflessione, tra primi piani e dettagli. Sappiamo tutti che ogni battuta nasconde sempre un fondo di verità, e gli inglesi sono i migliori nel partire da una cattiveria di fondo per far emergere la tristezza e la lucidità che si nascondono tra le battute.
Un ottimo ensemble di interpreti

Ancora una volta sono i due protagonisti a tenere banco per la maggior parte di questi nuovi Roses. Benedict Cumberbatch e Olivia Colman sono due grandi interpreti che avevano già dimostrato in passato una propria verve comica ma che non era scontato funzionassero insieme. Fanno faville e sono ancora più scoppiettanti in un botta e risposta senza sosta e senza esclusione di colpi. Anche nella loro estetica Jay Roach ha fatto una scelta agli opposti optando per due bellezze non convenzionali rispetto alla coppia di fuoco Douglas-Turner. Tanto che anche le scene erotiche divengono tragicomiche e non un fulcro del desiderio.

Non delude nemmeno il cast di contorno, da Andy Samberg e Kate McKinnon come coppia improbabile eppure perfetta. O ancora l'avvocato divorzista interpretata da Allison Janney, oppure il cameriere di Ncuti Gatwa che sembra un prosieguo del suo Eric in Sex Education. Se è interessante notare come nella pellicola siano sparse tante citazioni che rimandano alla pellicola precedente, I Roses si allontana comunque dall'originale per provare a parlare al pubblico contemporaneo. Questo potrebbe infastidire gli amanti del film datato 1989. Non si sfugge però all'assunto di base: come cantavano gli Scouting for Girls, This ain't a love song. This is goodbye.
Conclusioni
I Roses è una rilettura moderna che riscrive le regole del gioco rispetto al romanzo e al precedente adattamento. Questo potrebbe far storcere il naso ai più integralisti e invece sorprendere ed intrattenere chi apprezza una riscrittura fatta con intelligenza e lungimiranza. Ottima la coppia Cumberbatch-Colman tanto da soli quanto insieme ed esplosiva la sequela di battute al vetriolo che si scambiano i due. Jay Roach si allontana volutamente dalla patina di dramma sensuale che era la precedente pellicola approdando a qualcosa di ritmato e moderno, con grande padronanza della macchina da presa, del montaggio e della direzione degli attori, anche quelli secondari volti a far risplendere i principali.
Perché ci piace
- Benedict Cumberbatch e Olivia Colman.
- Il cast di contorno.
- Il british humour in un contesto americano.
- Il montaggio.
- I riferimenti ed easter egg ai precedenti.
Cosa non va
- L’allontanarsi così tanto dall’originale.
- Non puntare sull’estetica e avvenenza dei protagonisti a favore della loro ironia: non piacerà a tutti la scelta.
- Trasformare una tragicommedia sentimentale e sensuale in una commedia senza sconti: non tutti apprezzeranno.