Il momento è giunto, i personaggi tornati a casa dopo l'acquisizione di Fox iniziano a far capolino nell'Universo Marvel dalla porta principale. E lo fanno in uno dei progetti più complicati dei Marvel Studios: in primo luogo perché I Fantastici 4 erano già stati adattati in passato, almeno una volta in modo disastroso, e non si potevano sbagliare questa nuova incarnazione da inserire nell'MCU; in secondo luogo perché I Fantastici 4 - Gli inizi ha assunto una ulteriore valenza da quando la produzione è iniziata a ora, ovvero sono stati caricati della responsabilità di salvare la saga Marvel, che sta soffrendo nel complesso di incassi inferiori al passato dopo la conclusione della Fase 3 del 2019.

E la prima famiglia Marvel non si è tirata indietro, mettendo in campo un cast di grandi nomi per assolvere questo compito, arruolando una delle star del momento come Pedro Pascal, affiancandolo con Vanessa Kirby, Joseph Quinn e Ebon Moss-Bachrach. Riusciranno nell'impresa di conquistare il boxoffice? Intanto vi anticipiamo che il film si può considerare promosso, al netto di qualche problemino che vi racconteremo, e la prima sfida è quindi vinta.
Una minaccia dallo spazio, come i poteri del Fantastici 4
Prima di accennare alla trama, all'intreccio del nuovo adattamento di questi personaggi, va detto qualcosa sull'approccio al loro debutto nel Marvel Cinematographic Universe: come già fu per Spider-Man, si è scelto di non mettere in piedi una classica Origin Story per introdurre questa famiglia di eroi, ma di partire con la squadra già formata e con i poteri già acquisiti. La differenza rispetto all'introduzione di Peter Parker è che queste origini e le vicissitudini che hanno portato alle mutazioni che danno loro i poteri vengono comunque introdotte in qualche modo: l'occasione è il quarto anniversario dell'incidente che li ha resi gli eroi consolidati e amati dal pubblico, il contesto una trasmissione televisiva che ricorda quel momento e il loro percorso con rapide ma efficaci pennellate. Un buon lavoro di scrittura che ci dà subito il contesto giusto per capire chi sono i quattro eroi che vedremo in azione, ma anche come e quanto si siano imposti nell'immaginario popolare del mondo in cui si muovono.

Un mondo che sarà costretto a subire una importante, insormontabile minaccia che arriva dallo spazio, così come è lontano dalla Terra che Reed Richards è diventato Mister Fantastic, Sue Storm la Donna Invisibile, Ben Grimm La Cosa e Johnny Storm la Torcia Umana, dopo un incidente nel corso di una missione spaziale che viene rievocata. La storia de I Fantastici 4: Gli Inizi si sviluppa quattro anni dopo quel momento, quando Galactus, il Divoratore di mondi, fa rotta verso il nostro pianeta insieme al suo Araldo Silver Surfer per cibarsi della Terra. Una minaccia che si intreccia con le vicende personali dei nostri eroi, perché il prezzo che Galactus chiede per risparmiare il pianeta e la sua popolazione è un bambino, Franklin, il figlio appena nato di Reed Richards e Sue Storm, di cui vi abbiamo anticipato qualcosa di recentevi abbiamo anticipato qualcosa di recente.
Il dilemma etico di una storia molto lineare

Il nuovo film ci pone quindi al cospetto di un importante dilemma etico: è giusto preservare una vita, anche se così importante per il gruppo di eroi, rispetto al pianeta intero? Un quesito che diventa motore narrativo di una storia che va dritta al punto e non indugia in storyline secondarie che ne avrebbero arricchito, ma forse anche appesantito, la costruzione: il film dura meno di due ore compresi titoli e le ovvie scene post credits (a proposito, sono due) e si parla di scene e personaggi secondari tagliati, tra cui quello interpretato da John Malkovich. Probabile che con quel materiale in più ci sarebbe stato modo di sorreggere meglio il peso emotivo e i dilemmi del film, ma la scelta evidente è di realizzare con I Fantastici 4 - Gli inizi un film che intrattenesse un pubblico che è apparso stanco di questo tipo di storie, almeno negli ultimi tempi pre-Superman.
Il grande spettacolo retrò de I Fantastici 4

E in effetti il film riesce a intrattenere il suo pubblico con uno spettacolo di buon livello, che parte dall'intuizione felice di immergere la Prima Famiglia Marvel in un contesto retro-futuristico, con una versione alternativa dei nostri anni '60 a cui scippa l'estetica e la ammanta di colori pastello e uno stile originale. Un'operazione riuscita che regge anche la prova dell'azione e degli effetti visivi, per lo più centrati e meglio di altre recenti produzioni della stessa Marvel: il look che si avvicina al fumettoso aiuta e la resa generale si mantiene su una media più che discreta, fatta eccezione per un paio di sequenze con Silver Surfer in cui abbia notato un po' di imperfezioni di troppo. Nulla che rovini l'esperienza e che viene ampiamente bilanciato da alcune immagini d'impatto laddove Galactus è protagonista. E non escludiamo di rivedere sia lui che Silver Surfer, magari anche in altre incarnazioni, quando i personaggi si troveranno a convivere gli altri eroi dell'Universo Marvel, nel piano narrativo in cui sono ambientate le altre storie. In fin dei conti che lo aspettiamo, perché sono personaggi importanti dei fumetti della Casa delle Idee che dovranno trovare ulteriore spazio.
L'ottimo cast del film Marvel: Insieme, come una famiglia
Abbiamo già accennato al casting di primo piano messo in piedi per questo progetto dai Marvel Studios e lo ribadiamo in chiusura: se il film funziona, se la storia regge nonostante le incertezze a cui abbiamo accennato in termini di script, è perché funzionano loro, i quattro protagonisti. Pedro Pascal conferma di sapersi adattare a ogni ruolo, e ultimamente non sono affatto pochi, nell'incarnare l'intelligenza e serietà di Reed Richards; Vanessa Kirby dà la giusta intensità alla sua Sue Storm; Joseph Quinn è un Johnny Storm brillante al punto giusto, senza strafare e senza risultare troppo gigione; infine Ebon Moss-Bachrach è un dignitosissimo Ben Grimm, solido, è il caso di dirlo, e leggero quando serve.

Soprattutto, va detto, funzionano insieme. Come una famiglia, come si dice nel film, creando la giusta alchimia per rendere credibile e coinvolgente l'intesa tra questi personaggi così uniti tra loro. E, anche, rendere credibile il modo in cui il loro mondo, la loro America anni '60, reagisce a loro, accettando di stringersi e far gruppo nella lotta contro la minaccia spaziale di Galactus. Insieme. Un bellissimo messaggio da ascoltare oggi, in un mondo sempre più diviso e in conflitto.
Conclusioni
I Fanstatici 4: Gli inizi è un debutto riuscito per questi personaggi nell’MCU? Sì, nel complesso sì, anche se abbiamo riscontrato una eccessiva linearità nell’intreccio, che si concentra quasi esclusivamente sulla storyline principale. Potrebbe essere anche un pregio per un film che punta a intrattenere e andare dritto al punto, mettendo in scena il suo dilemma morale e il suo messaggio di cooperazione e unità con convinzione. Ottimo il cast, suggestiva l’ambientazione e il look anni ’60 che fanno da sfondo alla storia. Ora non ci resta che aspettare di rivedere questi personaggi a contatto con gli altri eroi Marvel, in Avengers: Doomsday.
Perché ci piace
- Il cast: i quattro protagonisti, così come Julie Garner che interpreta Silver Surfer.
- L’alchimia nel gruppo, che si muove come una vera famiglia.
- Il robottino Herbie!
- Îl look retro futuristico e l’ambientazione, vero valore aggiunto del film Marvel.
- L’andare dritto al punto senza divagare in sottotrame secondarie…
Cosa non va
- … che però lascia la sensazione di qualcosa che manchi per dar spessore a storia e motivazioni.
- In alcune sequenze gli effetti visivi mostrano il fianco a qualche critica.