I Fantastici 4: Gli inizi, quando la Marvel (ri)parte dalla maternità

L'MCU torna al futuro con un film dove il cambiamento inizia da un parto. Ma le recenti parole di Kevin Feige sembrano indirizzare la saga verso un usato garantito, nel quale Robert Downey Jr. è ancora il deus ex machina.

Vanessa Kirby è Sue Storm ne I Fantastici 4

Ricominciare, sì, ma come? Facile. Ripartire dal principio assoluto. Dal futuro che, irrimediabilmente, diventa già presente. Ricominciare da un bambino a cui dover cambiare i pannolini. Ricominciare soprattutto dall'amore di una madre per un figlio. Intendiamoci, I Fantastici 4 - Gli Inizi di Matt Shakman non è il miglior cinecomic possibile, né tantomeno è uno dei migliori film Marvel (molto meglio Thunderbolts). Tuttavia, nel suo elegante retro-futurismo alla William Gibson o alla J.G. Ballard, prestato all'iconografia di un fashion cast, il film vive e cavalca un certo sentimentalismo, creando - come vorrebbe Pedro Pascal nel ruolo di Reed Richards - ponti e non di certo muri.

I Fantastici 4 Gli Inizi Vanessa Kirby Scena
Vanessa Kirby è Sue Storm

Le sponde da collegare, in questo caso, sono alquanto distanti, e i ponti eretti appaiono poco stabili. Ricucire uno strappo generato da troppi film, troppe serie e troppi multiversi, intanto che il pubblico sembra mal digerire le scelte produttive dettate da Kevin Feige che, però, fa mea culpa: "Abbiamo prodotto 50 ore di storie tra il 2007 e il 2019. Nei sei anni successivi siamo andati ben oltre le 100 ore di contenuti, in metà del tempo. È troppo". Lo stesso Feige che, alla vigilia dei Fantastic 4, ha parlato a ruota libera, tracciando una linea tra quello visto fin ora e quello che, con tutta probabilità, vedremo dopo Avengers: Secret Wars.

I Fantastici 4: Gli inizi, la simbolica intenzione di ricominciare

Fantastici 4 Inizi Pedro Pascal
I Fantastici 4: Gli Inizi, Pedro Pascal con indosso la tuta da astronauta

In questo senso, e dietro al valore narrativo, I Fantastici 4, nel suo essere archetipo dello stand-alone, è sovrapponibile alla scelta della Marvel in fatto di annunci, casting e organizzazione: cambiare tutto, perché nulla cambi. Guardare al futuro, ricominciare con un brand solido (e storico), ma intanto richiamare in servizio coloro che hanno reso grande l'MCU. A cominciare da Robert Downey Jr. che, in Avengers: Doomsday, rivedremo versione Victor Von Doom, leggendario villain che con questi Fantastici 4 c'entra più di quanto potessimo pensare.

Ovvero? Lo dice ancora Feige: "Quando hai grandi attori nei ruoli giusti, è bello poterli rivedere in altri progetti". E se invece non fosse così? Se Robert Downey Jr. fosse e restasse solo Iron Man? Perché poi l'immaginario pop fatica a scendere a compromessi, e perché poi se si vuole davvero cambiare bisognerebbe anche avere la forza di rafforzarli certi cambiamenti, valorizzando anche la simbolica intenzione di rinascere e, quindi, di tornare a maturare.

I Fantastici 4: Gli Inizi, chi è Franklin e come può cambiare il MCU? I Fantastici 4: Gli Inizi, chi è Franklin e come può cambiare il MCU?

Le responsabilità di una madre

I Fantastici 4 Gli Inizi Pedro Pascal Scena
I Fantastici 4: Gli inizi, Pedro Pascal, Ebon Moss-Bachrach e Pedro Pascal

Allora, se di cambiamenti parliamo, quale simbolo migliore se non un parto? Il nascituro Franklin, figlio di Reed Richards e Sue Storm (Vanessa Kirby) sarà, tanto per cominciare, il casus belli tra i Fantastici 4 - di cui per cronaca fanno parte anche Johnny Storm e La Cosa, con il volto di Joseph Quinn e Ebon Moss-Bachrach - e il gigantesco Galactus affamato di mondi. Che fare, quindi? Sacrificare un figlio o sacrificare l'umanità? Una domanda che tiene in piedi il film (ed è curioso che Pedro Pascal si ritrovi davanti un bivio simile a quello affrontato in The Last of Us). Una nuova fase che inizia dunque con la famiglia allargata, con le scelte, e con quei poteri da cui derivano le responsabilità di un gruppo di individui fuori dall'ordinario, eppure più normali di quanto leggevamo nei fumetti di Stan Lee e Jack Kirby.

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Foto di famiglia per I Fantastici 4

In fondo, cosa c'è di più normale di una madre che difende il proprio bambino? Il concetto di responsabilità portato al livello massimo, tanto che nel film di Shakman la final battle è risolta innanzitutto dall'istinto protettivo di mamma Sue, al centro di una sequenza in cui l'emotività ruba la scena all'azione. E dunque ci risiamo: il Marvel Cinematic Universe, stando alle dichiarazione di Feige, e stando alla metafora (voluta?) del piccolo Franklyn Richards, è all'alba della resa dei conti (pure con se stessa), mettendo subito in chiaro le cose durante la profetica scena post-credit: ritornare al futuro è vitale, ma può non portare necessariamente ad una vera evoluzione.