Recensione Manuale d'infedeltà per uomini sposati (2007)

Un film diretto in maniera mediocre, sceneggiato senza grande inventiva (e con un paio di autentici tonfi), e per di più pervaso da un intento moralizzatore che suona falso e anche vagamente sessista.

I dilemmi di un adultero mancato

Per quanto possa apparire bizzarro, la seconda fatica registica di Chris Rock è il remake della raffinata commedia di Eric Rohmer L'amore il pomeriggio. Con questo impegnativo originale, il film del brillante comico di Brooklyn ha in comune soltanto il soggetto, con qualche significativa, banalizzante modifica. Banali le premesse lo erano in ogni caso: un uomo felicemente sposato si trastulla con fantasie su altre donne, ma le fantasie rimangono tali almeno fino a che una ragazza disinibita e intraprendente non irrompe nella sua tranquilla e noiosa esistenza. Chris Rock però ci tiene a giustificare il suo eroe con un'ulteriore e ben circostanziata precisazione: Richard Cooper e la sua bella moglie Brenda, spossati da lavoro e figli piccoli, non consumano da tempo la loro unione. Figuriamoci cosa succede quando Nikki, la provocante ex di un vecchio amico, inizia a presentarsi regolarmente all'ufficio di Manhattan dove Richard ha un ottimo impiego in un istituto bancario. La relazione è fisicamente innocente, ma Richard, consumato da appetiti insoddisfatti e tormentosi sensi di colpa, inizia comunque a comportarsi in maniera sospetta e irresponsabile e a mentire alla moglie.
Sul fatto che la signorina significhi guai non c'è alcun dubbio: il suo ex è costantemente in terapia dopo aver tentato il suicidio anni prima, e al momento frequenta loschi individui da uno dei quali Richard finisce per prenderle sonoramente. Ma questo non basta a indurlo a rinunciare alla "amicizia" di Nikki. Riuscirà il nostro eroe a resistere alla maliarda e a non macchiarsi di adulterio?

Rock, nel ruolo del protagonista, sostiene abbastanza dignitosamente il film e riesce a contenere le caratteristiche principali della sua comicità (linguaggio sboccato e satira a sfondo socio-razziale) per adeguarsi alle atmosfere della commedia romantica. E questo è forse uno dei motivi per cui, alla fine, si ride davvero poco: Manuale d'infedeltà per uomini sposati è un film diretto in maniera mediocre, sceneggiato senza grande inventiva (e con un paio di autentici tonfi), e per di più pervaso da un intento moralizzatore che suona falso e anche vagamente sessista. Una buona percentuale delle signore potranno forse consolarsi godendo del trionfo delle virtù coniugali, mentre i portatori di eterocromosomi XY si lustreranno le pupille con le grazie di una Kerry Washington mai così discinta e seducente. Il resto è serenamente dimenticabile.

Movieplayer.it

2.0/5